Corpi diventati disegni: Alessandro Pessoli e Piero Manai a Bologna
A Bologna due artisti dialogano con la pittura nei loro temi costanti. Le teste di Manai si confrontano con il complesso e simbolico bestiario di Pessoli
Il lavoro di Alessandro Pessoli ha una spiccata componente fiabesca che si innesta in un immaginario popolato di elementi simbolici di apparente derivazione cristiana.
Questo incontro da vita a delle irriverenti composizioni tra l’onirico ed il lisergico, dove croci, deposizioni, fasci di luce e scorci da Cristo morto incontrano mazzi di fiori, trichechi, pappagalli ed elefanti. È quanto si osserva nella mostra a Bologna, da P420, dove è in esposizione insieme a Piero Manai.
Gli animali nel bestiario di Alessandro Pessoli
La simbologia animale ha una profonda connessione con la favola popolare, dove spesso i comportamenti etologici sono ricondotti a conclusioni moraleggianti, così come accade nella Bibbia sia nella parabola di Gesù sia nella vita di alcuni santi.
Il “bestiario” di Pessoli non è invece così immediato, e in luogo di colombe ed agnelli troviamo piuttosto un’iconografia da carte dei tarocchi, ovvero un universo non riconducibile ad un’analisi univoca: Sentimento Illumina, con il suo scettro-fiore-bacchetta magica, pare un Arcano Maggiore dell’Imperatore.
La posizione del corpo adagiato a terra de Illumina la pittura (deposizione) ricorda quella de La Nona Ora, celebre e controversa scultura di Maurizio Cattelan, così come anche particolari del carnaio di corpi accasciati de La Liberté guidant le peuple di Delacroix, ma a “trafiggerlo” troviamo un mazzo di fiori colorato.
Le opere di Piero Manai
Frequentatissimo il tema della testa, praticato anche come autoraffigurazione. Particolarmente indovinato è l’accostamento tra Torso e Testa fiorita, dove la presenza e l’essenzialità di Piero Manai dialogano con l’evanescenza dei colori di Pessoli.
Le opere dei due artisti, davvero opportunamente affiancate, sembrano quasi trovare contrappunto le une nelle altre, come nel “trittico” in cui il dipinto di Manai Senza titolo pare il risultato del rogo della testa di Pessoli, o nel “trittico” in cui la gioiosità della composizione del pezzo centrale (un angelo o un Cristo posato sulla schiena d’un elefante, Before the dark) è compensata dallo spoglio rigore delle figure di Manai.
Il dialogo tra Pessoli e Manai
Una lettura a sé stante merita Love and Death (Dreamer), realizzato in occasione della mostra così come tutti gli altri dipinti di Pessoli: una pareidolia in cui scorgiamo un compianto su Cristo morto (o dormiente?) dove i custodi di questo sonno sono un asino e una leonessa diafana.
Claudia Santeroni
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