A Pescara in mostra le visioni dell’assenza di Piero Roccasalvo
Una pittura figurativa intrisa di visioni inquiete e misteriose. I colori, le forme e le figure dell'artista siciliano arrivano a Pescara, con la mostra personale "Visioni dell'Assenza"
Sono sogni o premonizioni? Volti familiari o figure che affiorano da territori estranei alla ragione? Addentrarsi nella nuova mostra di Piero Roccasalvo Rub (Siracusa, 1974) significa prendere coscienze dei limiti della comprensione e dell’oggettività di ciò che ci è intorno. A ospitare le opere dell’artista siciliano, classe 1974, è la galleria Ceravento di Pescara, prezioso baluardo contemporaneo diretto da Loris Maccarone. Contenitore di idee, “la cui ambizione è quella di poter creare progetti artistici che nascano e prendano forma dal coinvolgimento degli artisti stessi”, la galleria accende i riflettori sulle inquietudini del pittore siracusano, trasformando i suoi ambienti in una serie di “Thinking Rooms” (per citare David Lynch) sospese tra l’onirico e il reale.
La mostra di Piero Roccasalvo a Pescara
Il tema del sogno, d’altronde, è espresso sin dal titolo del progetto: Visioni dell’Assenza, una frase che invita a intendere i trenta lavori in mostra (quasi tutti inediti e realizzati tra il 2018 e il 2024) come pretesti per costruire narrazioni che vadano oltre la superficie del vissuto: il quadro, in questo senso, diventa un “portale” verso mondi popolati da figure umane e animali che molto hanno in comune con i “caprichos” di Goya. Il sonno della ragione genera mostri è una citazione tutt’altro che sottile all’interno del tragitto espositivo: così come nell’incisione del maestro spagnolo dall’inconscio di un vecchio supino scaturiscono esseri inquietanti che pungolano l’uomo invitandolo al risveglio, nelle opere di Roccasalvo civette, figure infantili per nulla innocenti e statue dal sapore classicheggiante invitano l’osservatore a prendere consapevolezza dei propri mostri interiori. Ma a quale prezzo?
Piero Roccasalvo tra disegno e pittura
Eleganti e materici, le opere condensano l’abilità tecnica dell’artista: si passa dai disegni sofisticati dell’ultima sala (opere su carta che sembrano uscite da un taccuino segreto di Gino De Dominicis) ai ritratti umani esposti sulla parete del corridoio: una sequenza di volti indagatori, congelati su cartoncino con tecnica mista. Accompagnata dal testo di sala di Andrea Guastalla, la mostra resta aperta al pubblico fino all’11 maggio 2024.
Alex Urso
SCOPRI QUI la galleria Ceravento
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati