I Corpi Resilienti di Silvia Listorti alla sua prima mostra personale a Bologna
Opere in carta di riso e sculture vitree, che si ispirano al Giappone e ai versi commoventi di una poetessa francese. Sono solo alcuni dei lavori presentati a Bologna dalla giovane artista milanese
La Galleria Studio G7 di Bologna presenta “Clinamen”, prima mostra personale dell’artista Silvia Listorti (Milano, 1987), accompagnata da un interessante testo di Federico Ferrari. Il titolo scelto dall’artista è un riferimento alla fisica epicurea che sottolinea l’interesse per il corpo e la materia, elementi al centro della sua ricerca.
La mostra di Silvia Listorti alla Galleria Studio G7 a Bologna
L’allestimento della mostra presenta cinque opere inedite incentrate sulla varietà di prospettive sul corpo umano e sulla sua presunta fragilità. I temi epicurei tornano continuamente.
“Il vetro è fragile solo all’apparenza”, spiega Silvia Listorti, “a volte, per romperlo, bisogna prenderlo a martellate”. L’artista smentisce i preconcetti legati ai materiali, che invece possono sorprendere e oltrepassare i limiti indotti dall’opinione comune.
Le opere di Silvia Listorti alla Galleria Studio G7 a Bologna
L’opera Alle spalle, la notte (2024) è una scultura in vetro, ottenuta per fusione a cera persa, tecnica usualmente impiegata nella lavorazione del bronzo. E più del bronzo, il vetro si mostra resistente agli urti e alle sollecitazioni. Il riferimento al corpo è nella forma della scultura, calco delle spalle dell’artista. L’opera trae ispirazione dai versi di Cristine Lavant, in cui il corpo si distacca dalla sua ombra, lasciandola vagare in solitudine. Un’opera in terracotta, Se le orecchie vedono e gli occhi ascoltano (2023), si presenta in forma di cubi con una sagoma dalla forma di un orecchio. Il suo titolo deriva da un haiku giapponese: “Se le orecchie vedono e gli occhi ascoltano, non nutriamo alcun dubbio”.
Silvia Listorti: teoria e disegno nelle opere in mostra
In Sovrapposizione (2023) è la carta di riso a mostrarsi quasi “indistruttibile” rimanendo forte anche se sottoposta alle stratificazioni di acqua e pigmento. I disegni di Silvia Listorti assumono una posizione verticale solo in fase di allestimento, ritenuta non necessaria. Durante la lavorazione, l’artista applica pigmenti puri e grafite ai fogli di carta di riso poggiate sulla superficie orizzontale ricalcando la tecnica shodo, l’arte giapponese dell’espressione spirituale in forma di calligrafia. Nel processo di elaborazione del disegno, si riflette il concetto di clinamen, in cui gli atomi deviano dalla loro traiettoria verticale per formare nuovi corpi.
Valeria Radkevych
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