A Scutari in Albania il festival di video arte che porta in scena artisti e registi internazionali
Si chiama Ekrani i Artit, letteralmente “lo schermo dell’arte”, la rassegna che presenta documentari, cortometraggi e lungometraggi sperimentali (ma anche installazioni video e performance)
Solitudine e Moltitudine è il claim dell’edizione 2024 di Ekrani i Artit, il festival dedicato alla video arte che dal 5 al 9 giugno a Scutari presenta proiezioni, performance, talk e workshop con l’invito di artisti e registi albanesi e internazionali. Per la settima edizione la rassegna organizzata da Art House (residenza per artisti e realtà culturale istituita da Adrian Paci) si svilupperà in ben otto sedi della città – quali Kinema Republika, Art House, Galleria Civica d’Arte di Scutari, Site of Witness and Memory, Centro Giovanile Arka, Auditorium Francescano, Galleria Oda e Castello di Rozafa – in collaborazione, tra gli altri, con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, la Fondazione In Between Art Film e Archivio Storico Istituto Luce di Roma. Inoltre, una serie di talk accompagneranno i giorni del festival, come quello incentrato sul Padiglione Albanese alla Biennale di Venezia con l’artista Iva Lulashi e il curatore Antonio Grulli o quello con Marco Scotini e Arnold Braho sul progetto Disobedience Archive sempre presentato nell’ambito della rassegna lagunare.
Ekrani i Artit 2024. Il tema
Esplorano i margini dell’esistenza umana, tra individuo e comunità, intimità privata e dimensione pubblica, i documentari, cortometraggi e lungometraggi sperimentali, installazioni video site-specific e performance presentati tra opere inedite e d’archivio. “L’esperienza stessa dello spettatore nella sala cinematografica evoca sia la solitudine di stare di fronte alle immagini in movimento sia il bisogno di far parte del mormorio della sala piena di spettatori e di condividere insieme la magia del cinema”, racconta la curatrice del festival Tea Paci (Albania, 1996) riprendendo il breve frammento di Roland Barthes Leaving the movie teather, dove il linguista e semiologo francese racconta lo sdoppiamento che avviene quando si va al cinema: “Nella riflessione di Barthes, la domanda sottointesa sembra essere ‘dove siamo quando guardiamo un film?’, ma soprattutto ‘con chi siamo quando guardiamo un film’. A volte, a tenerci compagnia sono persone conosciute, complici, ma più spesso quelli che ci accompagnano sono estranei, con i quali per poche ore attraversiamo il tempo, davanti allo stesso oggetto, che provocherà emozioni e reazioni in ciascuno di noi, siano esse discordanti o affini”, continua Paci.
Ekrani i Artit. Il programma
Inaugura nella Kinema Republika appena rinnovata l’edizione di quest’anno inaugurando una serie di cortometraggi e lungometraggi, a partire dai due film della serata di apertura di Driant Zeneli e Roland Sejko, e continuando con un programma curato da Tea Paci che presenta film di registi e artisti come Cecilia Vicuña, Noor Abed, Evi Gjoni, Hoda Taheri, Fabrizio Bellomo, Emilien Dubuc, Helena Wittmann, Vasilis Katsoupis, Bo Wang e Ilir Hasanaj. Per la prima volta, invece, una mostra curata da Lek M. Gjeloshi e Zef Paci porta alla Galleria Civica d’Arte di Scutari cinque artisti internazionali con installazioni video e audio, mentre Art House accoglie la mostra personale dell’artista albanese residente a Londra Nora Bzheta, oltre a ospitare Narrative personali, miti familiari (a cura di Silvia Schendelbauer) e una selezione di video arte dalla collezione della Fondazione In Between Art Film curata da Edi Muka. Nel frattempo, l’Auditorium Francescano presenta nove cortometraggi prodotti da altrettanti registi italiani che hanno utilizzato esclusivamente materiali dell’Archivio dell’Istituto Luce di Roma. La selezione, a cura di Roland Sejko, include film di Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Roland Sejko, Alice Rohrwacher, Giovanni Piperno, Marco Bonfanti, Paola Randi e Costanza Quatriglio.
Ekrani i Artit. I luoghi
Sempre all’Auditorium Francescano, domenica 9 giugno, viene presentato in anteprima albanese il film di Eneo Çarka Another Day, mentre al Site of Witness and Memory l’artista spagnolo Santiago Sierra presenta il suo ultimo video The Maelström e il ballerino e performer albanese Gentian Doda (insieme al Was Bleibt Kollektiv) porta in scena il film coreografico Gjurmë. Il Centro Giovanile Arka accoglierà per tre giorni la proiezione di tre cortometraggi vincitori dell’ultima edizione di Concorto Film Festival, tra cui Night Shift, Sardine e The Lovers. E infine, al Castello di Rozafa sono ospitate le installazioni video e le proiezioni fotografiche di Lek M. Gjeloshi e Sara Passerini, il film di Wael Shawky I am Hymns of the New Temples e un programma musicale curato da Rubin Beqo e Nita Deda che coinvolge anche Bed Station e gli spazi dell’ex Consolato Italiano a Scutari.
Caterina Angelucci
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