A Fregene la famosa Casa Albero di Giuseppe Perugini si riempie di performance per una domenica
Si tiene in occasione dei 100 anni dalla nascita del visionario architetto l’evento di danza e musica che presenta l’iconica casa attraverso una nuova dimensione, dinamica e poetica. Con la performance di Stefano Canto
Sono completamente stravolti gli equilibri abitativi della classica tipologia abitativa familiare (villetta a due piani con giardino e patio) nella Casa Sperimentale, conosciuta ai più anche come Casa Albero, realizzata tra il 1968 e il 1975 dagli architetti Giuseppe Perugini (Buenos Aires, 1914 – Roma, 1995) e sua moglie Uga De Plaisant (Roma, 1917 – 2004) a Fregene, vicino Roma. Al progetto partecipò anche il figlio della coppia, Raynaldo, oggi architetto e proprietario dell’immobile che in occasione dei 100 anni dalla nascita del padre ospita la performance di Stefano Canto (Roma, 1974) Grafite (Structure II) in programma domenica 16 giungo 2024.
La performance di Stefano Canto per la Casa Albero di Fregene
Con la coreografia di Mario Marozzi e la musica del duo giapponese Sehno, la performance di Stefano Canto celebra tra danza e architettura le forme della Casa Albero, continuando la costruzione dell’edificio con i movimenti di quattro ballerini: “Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per vivere l’architettura attraverso una nuova dimensione, dinamica e poetica, rispecchiando l’idea di infinito che caratterizza il progetto originale”, raccontano gli organizzatori da Open City Roma.
La performance di Stefano Canto per la Casa Albero di Fregene e una visita guidata speciale
Dopo la performance, che si terrà sia alle 16 sia alle 18, sarà possibile visitare gli interni della casa, ascoltare i contributi sonori e incontrare il Professor Raynaldo Perugini. In tal modo è offerta al pubblico la possibilità di fruire non solo del racconto della parte tecnica del progetto ma soprattutto quella emotiva che ha portato a realizzare un progetto sperimentale sia nella forma sia nell’uso dei materiali che ancora oggi, e forse più di allora, vive di un magnetismo magico nonostante gli episodi di vandalismo di cui è stata preda negli ultimi anni.
La performance di Stefano Canto per la Casa Albero di Fregene. La storia della casa
È sorretta da travi e pilastri a vista la Casa Albero della famiglia Perugini che, sospesa nella pineta di Fregene, è l’esito del nuovo linguaggio architettonico del tempo e un’alternativa alla classica tipologia abitativa familiare. Il progetto sperimentale, che rimanda all’architettura brutalista, vede la realizzazione di una struttura aperta e infinitamente modulare in calcestruzzo grezzo, vetro e acciaio. Qui, una sfera di 5 metri di diametro concepita come appendice esterna è anch’essa esempio di struttura abitativa e attrezzata come una casa indipendente. Invece, i Cubetti sono ampliabili secondo un concetto di modularità e ripetizione e ospitano la camera da letto, il soggiorno, la cucina e i bagni. “Essendo tutti e tre architetti era un po’ il giocattolo di famiglia, nel momento della realizzazione ognuno di noi proponeva soluzioni e nascevano discussioni…era una sorta di grande laboratorio. Una sorta di bottega globale nella quale lavoravamo tutti e per ogni problema c’erano un’infinità di soluzioni possibili. Infatti la cura dei dettagli e la messa a punto di tutte quelle soluzioni che hanno portato alla casa com’è oggi sono stati affrontati nella messa in opera. La particolare caratteristica costruttiva la rende un grande gioco di costruzioni…”, racconta in un’intervista Raynaldo Perugini.
Caterina Angelucci
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