A Firenze lo studio di design Timothee diventa Galleria Bunker. L’intervista

Lo studio di architettura e design diventa una galleria di arte, design e modernariato, mettendo in dialogo artigianalità e sperimentazione artistica. Ecco cosa ci hanno raccontato i fondatori

La galleria Bunker a Firenze è il luogo di una nascita, anzi di più nascite. I tre proprietari, Niccolò Antonielli (Figline Valdarno, 1989), Cosimo Bonciani (Montevarchi, 1991) e Andrea Mascagni (Figline Valdarno, 1992), già fondatori nel 2018 dello studio di architettura e design Timothee Studio, aprono il nuovo corso dello spazio con una mostra dal titolo Fuego proprio per esprimere l’energia impetuosa e istintiva di questo progetto. “Per noi è l’uscita da un territorio sicuro, quello dell’architettura e del design che conosciamo bene”, spiega Cosimo Bonciani. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, come nel primo principio della termodinamica. 

Galleria Bunker a Firenze. Un progetto che accosta i grandi maestri ad artisti emergenti

Ieri studio “puro” di architettura e design d’interni orientato alla progettazione; oggi, galleria dove importanti e consacrati pezzi d’arte e modernariato, frutto di anni di ricerca e cool hunting in giro per il mondo, sono accostati a opere di artisti contemporanei. Un’idea finalizzata a un servizio su misura per il cliente in cui gli oggetti d’arte, vecchi e nuovi, diventano un magma senza tempo da cui attingere per plasmare esperienze uniche. Il fuoco, tema su cui è incentrata la mostra, rappresenta il momento di passaggio dal prima al dopo. Nel mezzo c’è la potenza distruttrice delle fiamme e il furore necessario a ogni metamorfosi. I tre fondatori, che hanno fatto dei colori saturi la cifra stilistica del loro studio di architettura, sono anche i curatori della mostra e scelgono tutte le sfumature del rosso per veicolare questa energia: rosse le pareti, rosse le opere, contestualizzate da una specifica selezione di oggetti vintage d’autore e opere d’arte nell’ambito di un progetto nuovo che non vuole perdere la sua dimensione artigianale. “Lo spazio conserva il fascino della vecchia bottega fiorentina caratterizzata da idee creative, mani laboriose e scarsa luminosità. L’abbiamo chiamato Bunker perché ci ha ricordato il nostro inizio, i posti in cui ognuno di noi ha iniziato la propria attività: chi nel suo garage, chi sotto la casa del nonno, chi in un coworking senza finestre”, continua Bonciani. La mostra espone per la prima volta a Firenze i lavori di due artisti classe 1998: Andrea De Liberato e Jonathan Bocca. In questo senso, la galleria è anche incubatore di nuove leve e nuove visioni. 

Chi è Andrea De Liberato, in mostra alla Galleria Bunker a Firenze

Andrea De Liberato (Penne, 1998), abruzzese trapiantato a Milano, si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera e attinge al mondo delle scenografie teatrali e delle maschere. I suoi lavori sono realizzati all’interno del suggestivo Atelier del Teatro e delle Arti, un luogo di convergenza culturale ubicato nel cuore di Milano negli spazi inaspettati e underground del mezzanino della stazione ferroviaria nell’ambito del progetto Artepassante. Le sue tele infuocate colgono la sfida di afferrare il mentre, il momento vivo destinato a esaurirsi tipico della performance teatrale. Quest’ultima, per sua natura, è un’arte che si consuma nell’atto presente, senza possibilità di replica e, come nessun’altra, è accostabile all’idea del fuoco. Scrive Jacques Derrida, filosofo e saggista francese, in Feu la cendre (1999): “la rappresentazione teatrale è finita, non lascia dietro di sé, dietro alla sua attualità, alcuna traccia, nessun oggetto da portare via”, “non è né un libro né un’opera ma un’energia”. Le opere di Andrea De Liberato sono pregne di questa energia carnale e violenta. Nell’alternarsi di ondulate velature rosse e bianche di pittura a olio, l’artista crea ombre che conferiscono alla tela piatta la percezione di una dimensione scultorea, come vene pulsanti. Una tecnica che fa ancora una volta riferimento alle influenze dell’artigianato scenico: la maschera in cuoio prende forma e poi vita da un pannello piatto di pelle concia. 

Chi è Jonathan Bocca, in mostra alla Galleria Bunker a Firenze

Jonathan Bocca (Lucca, 1998) è uno scultore e designer toscano. Laureatosi in Interior e Furniture Design presso l’IED di Firenze, per la realizzazione dei suoi lavori si concentra sull’uso della carta riciclata, un materiale prodotto dai rifiuti delle principali industrie della sua città natale, Lucca. Elaborata per alcuni giorni, diventa un composto estremamente resistente, quasi completamente organico e facilmente gestibile. Bocca mira a sensibilizzare sull’uso del riciclo dei rifiuti organici nella nostra vita quotidiana; ritiene che il design non dovrebbe utilizzare materiali non riciclabili, e mira a diffondere la possibilità di cambiare il modo in cui il design è concepito, partendo da materiali poveri e riciclati, reinterpretando e dando loro una nuova vita e un nuovo significato. L’ispirazione per gli oggetti deriva dai sogni, trasformati in realtà attraverso la creazione di creature oniriche. Spiega l’artista: “gli oggetti ci parlano e ci comunicano molte cose. Io volevo creare delle ‘creature’ che potessero parlare, qualcosa che si legasse alla nostra emotività e instaurasse un rapporto simbiotico con noi. La complessità della società di oggi, a mio avviso, deriva dalla totale mancanza di intelligenza emotiva, come dice Galimberti in ‘L’ospite inquietante’. L’intelligenza che nel passato ha portato i più grandi a inventare cose impensabili, definendo la società in cui viviamo. Dobbiamo alimentare l’emotività e preservarla”, continua Bocca, “altrimenti saremo condannati a un mondo noioso, e la noia è ciò che uccide l’intelletto e sopprime la novità. In una società senza emozioni, io non voglio vivere. È per questo che trasformo gli oggetti di tutti i giorni in pillole di emotività”.

Martina Massimilla

Firenze // dal 13 giugno al 30 settembre 2024
Fuego
Galleria Bunker – Via San Gallo 108r
Timothee Studio

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Martina Massimilla

Martina Massimilla

Martina Massimilla è un’archivista e critica d’arte. Frequenta l’Università degli Studi di Firenze laureandosi in Lettere Moderne (laurea triennale) e poi in Scienze Archivistiche e Biblioteconomiche (laurea magistrale) con una tesi sullo storico lucchese Guglielmo Lera. Iscritta nell’Elenco dei professionisti…

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