Le provocanti opere di Lisa Yuskavage: quando il pittore è la modella 

Tanto colorate quanto poco vestite, le protagoniste dei dipinti dell’americana Lisa Yuskavage sono più narcisiste che femministe. Tra atmosfere pop e memorie della pittura europea

Rispetto a noi europei, gli americani si fanno molti meno problemi circa il rispetto delle tradizioni, sono capaci di mescolare alto e basso e mettere tutto sullo stesso piano senza fare una piega. L’ennesimo esempio ce lo fornisce Lisa Yuskavage, pittrice nata a Philadelphia nel 1962 e residente a New York, la quale da oltre trent’anni porta avanti con la massima disinvoltura un proprio approccio anticonvenzionale alla pittura figurativa, senza che lì nessuno si scandalizzi.  

Lisa Yuskavage, Artist's Model, 2023
Lisa Yuskavage, Artist’s Model, 2023

Le opere di Lisa Yuskavage 

Cominciamo col dire che è una donna che dipinge donne, volentierissimo nude. Oggi sembra una banalità, è moda ormai ampiamente diffusa, ma quando lei ha cominciato non era così scontato. Nel suo caso però non è tanto questione squisita di femminismo, ma piuttosto di narcisismo (gli artisti ci hanno abituato a ciò, no?): in effetti già da molto presto, da prestissimo, e non crediamo per risparmiare, aveva deciso di essere lei stessa la modella di sé stessa. E anche questa oggi non è una novità, ma un quarto di secolo fa lo era molto di più.  

Lisa Yuskavage, Master Class, 2021
Lisa Yuskavage, Master Class, 2021

La pittura di Lisa Yuskavage e le sue influenze 

Il suo eccentrico esibizionismo comincia col bearsi alla vista di un proprio estetico capezzolino carminio e poi passa a considerare tutto il resto. È a quel punto che interviene la svolta fondamentale: sarà stato il suo anno di studio a Roma, saranno state le scoperte di alcuni pittori classici europei, da Giovanni Bellini (addirittura!) a Vermeer, da Degas a precisamente quel suo prediletto Interno verde (1891) di Vuillard, come è come non è, l’artista ormai matura ragiona sul colore – e più modernamente anche sul color field painting – e perimetra infine la propria cifra. I suoi nudi galleggiano così in un figurativo nebbioso che mischia reminiscenze classicissime – a volte introducendo elementi di paesaggio e altre di natura morta – con certa sbrigatività yankee normalmente un po’ pop che al di qua dell’Atlantico a nessuno sarebbe venuta in mente di utilizzare.  

Lo sdoppiamento nelle opere di Lisa Yuskavage 

E inoltre gioca con astuzia sul piano del contenuto, mettendo in mostra la propria personale sessualità in un modo che appare insieme esplicito e velato – ti vedo ma soprattutto non ti vedo – e giocando sullo sdoppiamento soggetto/oggetto, in un gioco dove il pittore e la modella si sovrappongono in un corpo solo. Alla fine, ciò che anzitutto risulta esplicito è un formalismo emotivo che a molti non può che risultare alieno e perciò, inevitabilmente, nonostante tutto pure intrigante. 

Ferruccio Giromini 

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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