Cavalli, cavalieri e antiche divinità: Marino Marini in mostra al Forte di Bard
Tra i più importanti artisti italiani del ‘900 il pittore e scultore di Pistoia è celebrato con un’esposizione che riflette sull’ispirazione e sui temi ricorrenti della sua ricerca
![Cavalli, cavalieri e antiche divinità: Marino Marini in mostra al Forte di Bard](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-gentiluomo-a-cavallo-1024x686.webp)
Sono cavalli e cavalieri i soggetti più conosciuti di Marino Marini (Pistoia, 1901 – Viareggio, 1980), che nel corso della sua produzione ha trasformato in un tramite per leggere la realtà e raccontare la condizione umana. Oltre a questi, anche guerrieri, antiche divinità, giocolieri e danzatrici compongono la mostra Arcane fantasie, fino al 3 novembre 2024 al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, a cura di Sergio Risaliti.
![Marino Marini, Composizione di elementi, 1964, tempera su carta incollata su tela, 100 x 150 cm. Museo Marino Marini, Firenze. Foto Archivio Museo Marino Marini Firenze](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-composizione-di-elementi-1964-tempera-su-carta-incollata-su-tela-100-x-150-cm-museo-marino-marini-firenze-foto-archivio-museo-marino-marini-firenze.jpeg)
![Marino Marini, Piccola danzatrice, 1927, olio su tavola, 60 x 40 cm. Museo Marino Marini, Firenze. Foto Archivio Museo Marino Marini Firenze](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-piccola-danzatrice-1927-olio-su-tavola-60-x-40-cm-museo-marino-marini-firenze-foto-archivio-museo-marino-marini-firenze.jpeg)
![Marino Marini, Gentiluomo a cavallo, 1937. Bronzo, 125 x 156 x 85 cm. Camera dei Deputati, Roma. Foto © Gaia Schiavinotto](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-gentiluomo-a-cavallo-1937-bronzo-125-x-156-x-85-cm-camera-dei-deputati-roma-foto-c-gaia-schiavinotto.jpeg)
![Marino Marini, Il giocoliere, 1928, olio su tavola 80 x 59,5 cm. Museo Marino Marini, Firenze. Foto Archivio Museo Marino Marini, Firenze](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-il-giocoliere-1928-olio-su-tavola-80-x-595-cm-museo-marino-marini-firenze-foto-archivio-museo-marino-marini-firenze.jpeg)
![Marino Marini, Gentiluomo a cavallo, 1938 circa, tempera su tela, 129 x 97 cm. Museo Marino Marini, Firenze. Foto Archivio Museo Marino Marini Firenze](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/06/marino-marini-gentiluomo-a-cavallo-1938-circa-tempera-su-tela-129-x-97-cm-museo-marino-marini-firenze-foto-archivio-museo-marino-marini-firenze.jpeg)
Marino Marini al Forte di Bard. La mostra
Presenta 23 sculture e 39 opere su tela e carta la mostra Arcane fantasie, allestita nelle sale delle Cannoniere del Forte di Bard e promossa da 24 Ore Cultura e Museo Marino Marini di Firenze, a cui si deve la maggior parte dei prestiti. Il percorso espositivo è del tutto personale, tra ritorno dell’arcaico e supremazia del sogno e della fantasia: “Marino Marini è stato sempre attratto dal linguaggio figurativo, anche quando ha condotto a drammatiche scomposizioni la forma plastica. Un linguaggio di grande potenza e coerenza che trova la sua massima espressione nei cavalli e nei cavalieri. Figure che nel tempo si fanno sempre meno definite e sempre più espressive, fino ad assumere i connotati di metafore scultoree”, raccontano dal Forte.
Le opere di Marino Marini al Forte di Bard
Si alternano sculture, dipinti e grafiche nelle diverse sezioni della mostra che presentano opere iconiche dell’artista, dalla Piccola danzatrice, un olio su tavola del 1927, al Guerriero, realizzato tra il 1958 e il 1959, concesso dalla Camera dei Deputati e il prezioso Gentiluomo a cavallo del 1937. Tutti questi soggetti, dall’inizio alla fine di una vasta produzione artistica, conservano sempre la presenza e la sopravvivenza di qualcosa di antico e ancestrale, “segnato dal legame immortale tra uomo e natura, pulsioni di vita e di morte, di dolore e angoscia, così come di esuberanza, dinamismo e indomabile energia”.
Marino Marini al Forte di Bard. L’artista
Intuì che per superare la crisi dei valori formali e spirituali della sua epoca doveva appellarsi al primordiale, al primitivo e all’arcaico Marino Marini, che seppe trarre vitalità dal mistero degli Etruschi e dalle perturbanti figure del circo e delle Pomone: in questi, l’artista trovò “la possibilità di recuperare un tempo perduto e in esso una sacralità dell’arte, la sua magia e i suoi misteriosi rapporti tra conscio e inconscio”.
Caterina Angelucci
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