Le belle bugie di Pier Paolo Perilli in mostra a Roma 

Musica hardcore, espressionismo astratto e art brut paiono confondersi nelle opere dell’artista outsider Pier Paolo Perilli, in mostra alla Galleria Eugenia Delfini di Roma

La Galleria Eugenia Delfini di Roma prosegue il proprio impegno nella promozione di artisti italiani contemporanei. È la volta di Pier Paolo Perilli (Roma, 1974), e della sua mostra d’esordio nella galleria romana, intitolata Che sia una bugia ma bella  

La mostra di Pier Paolo Perilli a Roma 

Un effetto di gioiosa saturazione è raggiunto mediante l’esposizione di numerose opere dell’artista, con le tele nude direttamente inchiodate alla parete, sulle quali il colore ad olio perde la sua consueta sensualità, per assumere un tratto graffiante, controbilanciato dai colori tenui dei soggetti onirici rappresentati. C’è forse una trasposizione visiva della musica hardcore amata e praticata da Perilli, ma anche un’attitudine che richiama quella dell’espressionismo astratto e dell’art brut

Pier Paolo Perilli che sia una bugia, ma bella. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 2024. Foto Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria
Pier Paolo Perilli che sia una bugia, ma bella. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 2024. Foto Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria

Pier Paolo Perilli: un artista outsider 

Nato nel 1974, Perilli è un artista outsider che non ama “spiegare” i propri lavori, la cui immediatezza li pone lontano dall’arte “a programma”. Eppure, nel suo lavoro si percepiscono le contraddizioni degli Anni Ottanta, le turbolenze e l’instabilità politica dei Novanta e tutte le inquietudini del nostro tempo. 

Pier Paolo Perilli che sia una bugia, ma bella. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 2024. Foto Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria
Pier Paolo Perilli che sia una bugia, ma bella. Installation view della mostra alla Galleria Eugenia Delfini, Roma, 2024. Foto Sebastiano Luciano. Courtesy dell’artista e della galleria

Le opere di Pier Paolo Perilli 

Il clima “spensierato” delle sue tele – spesso tessuti riciclati, veri e propri object trouvé – è contraddetto dai tratti crudi, quasi violenti con cui ci dipinge sopra. È l’ibridazione tra la natura animale e quella del Sapiens, rappresentata da soggetti antropomorfi con teste di uccello o di coniglio o dalla presenza di buffi cappelli e maschere bizzarre. Maschere, travestimenti, animali fantastici guidano lo spettatore in una finzione la cui materia è quella di cui sono fatti i sogni, ma in quanto tale più vera del vero, per il suo alto potere simbolico. È tutta una bugia, ma è bella, perché offre uno sguardo profondo sulla nostra esistenza.

Luca Vona 



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