Lungo le Mura Aureliane di Roma la mostra diffusa di artisti e architetti per ripensare la città 

Si tratta di un progetto espositivo che animerà le dieci porte dell’antica cinta muraria romana con stendardi ideati e realizzati da giovani artisti e studi di architettura. Un progetto per raccontare il volto più contemporaneo della città attraverso le nuove generazioni

Costruite tra il 270 e il 275 d.C. su ordine dell’imperatore Aureliano da cui prendono il nome, le Mura Aureliane servivano per difendere la città dagli invasori. Col passare dei secoli la cinta muraria si è adattata alle trasformazioni della città con porte e passaggi secondari rispondendo alle esigenze urbanistiche e viabilistiche di ogni epoca. 
Un tracciato lungo 19 km (il più grande monumento della città) che torna protagonista grazie a Le 10 Porte del Futuro, il progetto espositivo diffuso a cura di Spazio Taverna che animerà con stendardi ideati e realizzati da dieci artisti e altrettanti studi di architettura (selezionati da Warehouse of Architecture and Research) gli storici varchi della Capitale a partire dal 27 giugno 2024

È una grande opportunità per cittadini romani e turisti di poter incontrare gli sguardi e le visioni di giovani artisti e architetti italiani sul futuro di Roma, tra intelligenza artificiale, visioni ecologiche, simboliche e di inclusione sociale”, spiega ad Artribune Lorenzo Marinone, delegato alle politiche giovanili del Comune di Roma che ha sostenuto il progetto. “Con questa pinacoteca a cielo aperto Roma sottolinea la sua vocazione di città internazionale capace di dare spazio ai giovani per reinventare e proiettarsi nel futuro”.

“Le 10 Porte del Futuro” a Roma: la mostra

Non è la prima volta che le porte delle Mura Aureliane vengono travolte da interventi di arte contemporanea. La prima volta risale a gennaio 1974 quando l’artista Christo (Gabrovo, 1935 – New York, 2020) impacchettò Porta Pinciana in occasione della mostra Contemporanea, organizzata da Graziella Lonardi e a cura di Achille Bonito Oliva
A distanza di cinquant’anni, Spazio Taverna riaccende l’attenzione sulle dieci storiche porte, associando ognuna ad uno studio di architettura e un artista. Si parte da Porta Flaminia animata dagli stendardi di Associates Architecture e da Numero Cromatico, per poi proseguire a Porta Pinciana con Atelier Remoto & Flavia Saggese e Andrea Mauti, Porta Pia con Warehouse of Architecture and Research e Lulù Nuti, Porta Labicana (Maggiore) con Martina Baratta e Federica Di Pietrantonio, Porta San Giovanni con homu e Diego Miguel Mirabella, Porta Metronia con Andrea Tabocchini Architecture e Leonardo Magrelli, Porta Latina con cortese mazza e Alice Paltrinieri, Porta San Sebastiano con Francesca Mirone e Guglielmo Maggini, Porta San Paolo (Ostiense) con ISTMO Architecture e Francesca Cornacchini, per poi concludere l’itinerario a Porta Portese con lo studio Michalski & Wagner e Giulio Bensasson. 

Le 10 porte del futuro sulle Mura Aureliane di Roma. Progetto a cura di Spazio Taverna
Le 10 porte del futuro sulle Mura Aureliane di Roma. Progetto a cura di Spazio Taverna

Parola a Marco Bassan di Spazio Taverna 

Gli stendardi realizzati dagli artisti sono esposti sulle facciate esterne delle storiche porte che danno verso la città, con l’obiettivo di restituire a chi viene da fuori l’immagine del futuro di Roma secondo gli autori selezionati, tutti romani e under40”, spiega ad Artribune Marco Bassan, fondatore di Spazio Taverna assieme a Ludovico Pratesi.Uscendo dalla città, invece, si incontrano gli stendardi degli architetti, tutti under 40 italiani, che hanno i loro studi e svolgono le loro pratiche fuori da Roma, sparsi sulle vie consolari che partono dalle porte assegnate, compreso WAR – Warehouse of Architecture Research – che, seppur romani, si trovano poco fuori da Porta Pia propria su Via Nomentana”. 

Le 10 porte del futuro sulle Mura Aureliane di Roma. Progetto a cura di Spazio Taverna
Le 10 porte del futuro sulle Mura Aureliane di Roma. Progetto a cura di Spazio Taverna

Ad ogni artista una porta delle Mura Aureliane di Roma

Il criterio che lega ogni porta ad un artista segue un criterio diverso da quello usato per gli studi di architettura, ovvero “quello legato alla loro pratica artistica”, continua Bassan. “Come ad esempio Guglielmo Maggini che ha dedicato una mostra a San Sebastiano gli è stata assegnata l’omonima porta, così come a Lulù Nuti che lavora in periferia le è stata assegnata Porta Pia che simboleggia la porta d’ingresso verso il centro di Roma e così via”. 

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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