Il disegno come strumento politico. L’artista Giuseppe Stampone in mostra a Castelbasso
A Palazzo De Sanctis e Palazzo Clemente, una doppia mostra ripercorre venti anni di carriera dell’artista abruzzese, riflettendo sul ruolo dell’arte e sul suo potere di creazione
Archiviata l’edizione dello scorso anno, nel segno di Enzo Cucchi, la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture accende ancora una volta i riflettori sul mondo dei linguaggi contemporanei e sui suoi protagonisti, con un nuovo appuntamento nell’ambito della rassegna Borgo della Cultura. L’obiettivo, consolidato nell’arco di oltre un quarto di secolo, è il medesimo di sempre: trasformare il piccolo centro di Castelbasso, in provincia di Teramo, in un luogo aperto allo scambio e al dialogo tra discipline, scegliendo l’arte come strumento di confronto e di rivitalizzazione di un territorio distante dai grandi centri culturali del Paese.
Attore principale del programma di quest’anno è un artista profondamente legato al contesto abruzzese, e per questo adatto come pochi altri a raccontarlo da una prospettiva allo stesso tempo interna ed esterna. Stiamo parlando di Giuseppe Stampone, scelto come protagonista dell’estate 2024 con una doppia mostra ospitata a partire dal 27 luglio 2024 negli spazi di Palazzo De Sanctis e Palazzo Clemente.
La mostra “Game Over” di Giuseppe Stampone
Curata da Ilaria Bernardi, e concepita come una retrospettiva sui suoi vent’anni di attività, la doppia rassegna – dal titolo Game Over – ripercorre la produzione dell’artista dal 2004 al 2024, riflettendo allo stesso modo sul ruolo dell’arte come strumento di riattivazione – o meglio, di “azzeramento” dei ruoli e degli schemi costituiti e di successiva “ri-costruzione”.
“Per mettere in crisi la catalogazione e l’omologazione sociale, a fianco dei modelli di relazione semantica precostituiti, pongo l’ipotesi di una nuova alfabetizzazione (orale ed esperienziale) mettendo in discussione la consueta relazione convenzionale tra significante e significato, mettendo in crisi l’illusionismo pittorico e creando scollamenti ironici tra denominazione visiva e denominazione verbale”, afferma Stampone. “La mia volontà è quella di ri-creare una nuova alfabetizzazione, non data e creata da pochi per tanti, ma ri-creata attraverso la partecipazione attiva delle persone; in altre parole, un alfabeto condiviso”.
La mostra di Giuseppe Stampone a Palazzo Clemente
E proprio i temi del confronto con l’altro e del ruolo della cultura come strumento di cambiamento sono al centro dell’allestimento pensato per Palazzo Clemente, una delle due sedi affidate all’artista. Se nelle pareti (dipinte di rosso cardinale) delle prima tre sale dell’edificio a occupare la scena sono le note tavolette disegnate da Stampone con penna Bic in formato A4, nell’ultima sala la pratica artistica diventa “politica”, e il disegno si manifesta non come il “fine” ma come il “mezzo”. A dimostrarlo sono i banchi da scuola dell’installazione Le 18+1 invenzioni che cambieranno il mondo e la scritta al neon Global Education – uno slogan che rimanda al programma educativo portato avanti dall’artista dal 2012, con assemblee e momenti di confronto “per la formulazione di un nuovo alfabeto e di conseguenza un nuovo mondo”.
“Sebbene formatosi al McLuhan Program in Culture & Technology dell’Università di Toronto con Derrick di Kerckhove, nei primi Anni Duemila Giuseppe Stampone decide di spostare il focus della sua ricerca dalla avanguardistica realtà virtuale al medium artistico tradizionale per eccellenza: il disegno”, commenta la curatrice Ilaria Bernardi. “Nel disegno trova identità, unicità, memoria, formalizzazione di un linguaggio con una grammatica opposta alla caoticità, moltiplicabilità, effimerità, e sregolatezza del web. Bisogna recuperare il fare implicito al disegno: questo il suo obiettivo. (…) Bell’epoca attuale basata sulle macchine, sulla tecnologia e sugli oggetti moltiplicabili e omologanti da esse prodotti, è necessario recuperare il ‘made in’, riportando al centro dell’esistenza umana il ‘pezzo unico’, l’identità, il diverso dagli altri, il non omologato”.
La mostra di Giuseppe Stampone a Palazzo De Santis
Il rapporto con le radici e con la sua terra, l’Abruzzo; l’appartenenza alla dinastia della storia dell’arte; il fenomeno delle migrazioni e la partecipazione come strumento per ricostruire il mondo sono invece i temi approfonditi sui tre piani di Palazzo De Sanctis e nella piazzetta esterna alla struttura. In questo caso, il percorso espositivo è pensato per dimostrare come l’essenza della produzione di Stampone sia concettuale, e pertanto come i disegni su carta o su tavoletta per i quali è maggiormente conosciuto siano soltanto una delle molteplici modalità operative utilizzate dall’artista, allo scopo di tornare alle origini, azzerando ogni sovrastruttura imposta dalla società per poi ri-costruire il mondo in modo diverso. Oltre a opere storiche come Ritratto di mitomane, Saluti dall’Aquila, Italian Art Abc, Emigration Made Pavilion 148 e Via Crucis, di particolare rilevanza è la grande sala al primo piano, che è stata appositamente trasformata da Stampone in un’opera immersiva e site-specific, con scritte e schemi a parete corredati da disegni incorniciati e da opere appese.
Nel complesso un “doppio progetto” ambizioso, che dopo la mostra al Museolaboratorio di Città Sant’Angelo nel 2023 segna il ritorno, e la definitiva consacrazione, dell’artista nella sua terra d’infanzia.
Gli eventi dell’estate 2024 di Castelbasso
Aperta al pubblico fino al 31 agosto 2024, la mostra di Giuseppe Stampone non è l’unico appuntamento nel calendario dell’estate di Castelbasso. Si affiancano infatti alla rassegna numerosi appuntamenti con la musica e la letteratura, in collaborazione con varie realtà culturali del territorio. Tra questi il concerto “crossover” Pink Floyd’s Legend (domenica 28 giugno, in collaborazione con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese), i due concerti con Francesca Tandoi e Frank Gambale nell’ambito di Abbazie Jazz Festival (2 e 3 agosto), l’evento con il cantautore Mirkoilcane e la band Perturbazione (il 4 agosto), la performance di Luca Barbarossa il 9 agosto e il concerto per voce e organo con Manuela Formichella e Roberto Marini l’11 agosto.
Alex Urso
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