A New York l’artista italiano Jago presenta un’opera dedicata ai bambini senzatetto
Si trova a Paine Park la scultura “Look Down” alla cui presentazione ufficiale, oltre ai membri delle istituzioni locali, ha partecipato anche la celebre attrice Whoopi Goldberg
Siamo nell’estate delle sculture facili: dopo Botero a Roma, Jago a New York. È un bambino addormentato e raggomitolato su se stesso la scultura in marmo dal titolo Look Down – esposta per la prima volta in Piazza del Plebiscito a Napoli nel 2020 – presentata dall’artista italiano Jago al Thomas Paine Park di New York, alla presenza delle istituzioni locali insieme a un’ospite d’eccezione, la celebre artista e conduttrice televisiva Caryn Elaine Johnson, molto più conosciuta come Whoopi Goldberg.
Jago presenta l’opera “Look Down” a New York
L’opera, installata il 17 luglio e visibile fino a ottobre 2024, è stata ispirata dalla visione di numerosi senzatetto che dormivano per strada durante una sua visita a New York nel 2018. Da qui l’amara constatazione di come ormai sia talmente frequente vedere persone vivere e dormire per strada che la cosa determini indifferenza. Partendo da tale consapevolezza Jago è stato toccato dal pensiero che ogni senzatetto è stato un bambino, con dei genitori e un punto di partenza nella vita, fino a riflettere poi sui problemi della povertà e della discriminazione attraverso un rinnovato punto di vista.
Jago presenta l’opera “Look Down” a New York. L’artista racconta
“Quando ho creato questa scultura avevo un’idea precisa: raccontare la storia di chi non ha un tetto sulla testa. Dopo averla esposta a Napoli nell’abbraccio di Piazza Plebiscito, negli Emirati Arabi Uniti nel deserto di Fujairah, a Roma davanti al Colosseo e a Palermo a Palazzo Reale, ho capito che il senso dell’opera è quello che il contesto, le persone e il periodo storico le attribuiscono. Oggi questo bambino, che dovrebbe essere un simbolo della più bella umanità, è un’immagine dell’insensata barbarie di pochi verso i molti che rende i bambini di tutto il mondo vittime sacrificali, numeri, bilanci, a cui si può togliere tutto, la casa, la vita”, racconta Jago.
Chi è Jago
Nato a Frosinone nel 1987, Jacopo Cardillo, in arte Jago, affonda le radici della sua ricerca in una delle più tradizionali tra le tecniche, ossia la lavorazione del marmo, che declina secondo i più urgenti temi della contemporaneità. A soli 24 anni nel 2011 viene selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54esima Biennale d’Arte di Venezia, mentre nel 2016, all’interno della cripta della Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma, presenta la sua prima personale con una selezione di opere realizzate in marmo di Carrara. Dal 2018 espone per due anni consecutivi all’Armory Show di New York e, sempre qui, nel 2019 completa il Figlio Velato, scolpendo un blocco di marmo Danby del Vermont. Tra le altre cose, infine, nel 2019 in occasione della missione Beyond dell’Agenzia spaziale europea (ESA), Jago diventa il primo artista a inviare una scultura in marmo sulla Stazione spaziale internazionale. Secondo molti il nuovo Michelangelo, secondo altri una grande operazione di comunicazione che con l’arte ha scarsamente a che fare.
Caterina Angelucci
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati