Fiori e umanità. L’artista Lorenzo Scotto di Luzio in mostra a Pescara
Piante e fiori catturano la presenza umana, evocata attraverso oggetti estratti dalla quotidianità come vasi, sigarette e bloc-notes. Le nuove opere del pittore Lorenzo Scotto di Luzio sono in mostra da Vistamare a Pescara
È dedicata a Lorenzo Scotto di Luzio (Napoli, 1972) la mostra Tout le monde se fout des fleurs alla galleria Vistamare di Pescara, dove sono esposte quaranta nuove opere realizzate tra il 2023 e il 2024, che sembrano trasporre in pittura i versi del poeta Sandro Penna: “un fiore chiama l’altro”.
La mostra di Lorenzo Scotto di Luzio a Pescara
L’artista non ha scelto di rappresentare le nevrosi e le ossessioni dell’uomo moderno che affliggono la sua vita, ma piuttosto un mondo sognato e idealizzato dove la natura possa consolare l’osservatore. Lo spunto narrativo è quello di un acquazzone estivo durante una passeggiata oppure una giornata assolata in riva al mare. L’io lirico si rivolge soprattutto a un destinatario femminile che consente di innescare un duplice meccanismo di umanizzazione della natura e di sensibilizzare l’uomo fino alla totale fusione l’ambiente primitivo e vegetale o marino. Le sue idee sulla pittura rappresentano un inno alla natura che è ancora in grado di calmare l’uomo dalle ansie prodotte dalla civiltà moderna lo divorino.
La pittura poetica di Lorenzo Scotto di Luzio
Nella quadreria si vedono soggetti marini e floreali in cui emerge l’essenzialità del messaggio poetico tradotto con un linguaggio semplice e spontaneo. Il pittore non tralascia il virtuosismo tecnico che cogliamo in alcune opere in cui l’inquadratura dei soggetti dipinti richiama la pittura dei primi anni del Novecento. Nonostante ciò, Scotto ricerca delle soluzioni moderne che gli consentono di utilizzare il colore con effetti dirompenti sia nei paesaggi, sia nelle nature morte. Da un lato il colore è un mezzo per rappresentare la visione onirica, dall’altro la campagna italiana simboleggia le emozioni dell’uomo davanti alla natura. Vasi, lumi, scatole, bottiglie, oppure campi, alberi, tetti, pareti compongono un eloquio in apparenza sommesso e uniforme, ma a cui, in realtà, la vigile presenza dell’autore e il suo virtuosismo tecnico consente di rendere una vasta gamma di stati d’animo.
Le parole delle curatrici della mostra
“I dipinti floreali vanno oltre l’intenzione di esplorare formalmente un motivo così ricorrente nella storia dell’arte… Scotto di Luzio – scrivono le curatrici della mostra Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici – reinventa e trasforma i valori compositivi ora con toni sgargianti, ora con tinte svenevoli o ancora con un bianco e nero graffiante, in un continuo gioco di specchi tra pittura colta e pittura naïve. (…) Accanto ai fiori, sono catturati i residui della presenza umana, evocata attraverso oggetti estratti dalla quotidianità-una sigaretta solitaria e abbandonata sul posacenere, un bloc-notes che ricorda un appuntamento, un giornale dimenticato sul tram-come brani di un personale romanzo”.
Andrea Carnevali
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