Si inaugura una nuova opera d’arte contemporanea nel Parco Nazionale d’Abruzzo
Torna ARTEPARCO, la manifestazione che ogni anno porta un'installazione permanente nell'oasi abruzzese. Ad inaugurare la settima edizione è un'opera che dà forma al binomio uomo-natura
A due ore da Roma c’è un’oasi di pace e di biodiversità unica nel territorio italiano, in cui attività umane e animali si intrecciano armoniosamente: è il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il primo d’Europa, istituito per decreto regio nel 1923. Qui, nella splendida cornice delle faggete vetuste, “ad una bellezza se ne aggiunge un’altra”, come sottolinea l’imprenditore abruzzese Paride Vitale. Infatti, dal 2018, nel cuore del parco, a pochi passi da Pescasseroli, il progetto ARTEPARCO porta l’arte contemporanea nella natura incontaminata.
Nata da un’idea di Paride Vitale, l’iniziativa porta ogni anno un diverso artista a realizzare un’installazione permanente lungo un percorso (tra il sentiero C1 e il C2) che, negli anni, è cresciuto come un museo a cielo aperto. Quest’anno a presentare la settima opera è megx, al secolo Margherita Burcini, dal titolo Rinascita.
L’opera di megx per ARTEPARCO 2024
Per la settima edizione di ARTEPARCO, megx (le cui opere, fino a questo momento, erano concepite come biodegradabili) lavora direttamente su un albero morto, dando forma letterale alla fusione del binomio uomo-natura.L’opera Rinascita rappresenta una figura antropomorfa che si libera dalla corteccia dell’albero, innalzando le braccia (ovvero i rami) verso il cielo. “Quando sono venuta qui a marzo, durante il sopralluogo, subito ho avuto la visione dell’opera, ma sapevo che avrei dovuto realizzarla a distanza, mentre io ero abituata a lavorare a tu per tu con l’albero” spiega l’artista. “Quindi ho preso una manciata di terra del parco e con questa terra ho creato un colore: ‘terra d’Abruzzo’. E con questo ho iniziato a fare i disegni, i bozzetti, il modellino della cultura. Quella manciata di terra era il legame con il parco e con l’albero su cui ho lavorato”. Una volta tornata in Abruzzo per installare l’opera, megx programmava di ridefinire pittoricamente la superficie dell’albero, per integrare la scultura cromaticamente ma non è stato necessario. “In ‘Rinascita’ c’è un richiamo alla ciclicità della vita, perché per la natura la morte non esiste, è solo un ‘movimento’ in attesa della prossima primavera”, conclude l’artista. “E grazie a quella connessione con la terra, ho scoperto che oltre la vita e oltre la morte, forse non esistono neanche il tempo e lo spazio”.
ARTEPARCO: l’arte e la natura nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
In sette anni di attività, ARTEPARCO è diventato un punto di riferimento non solo per gli appassionati d’arte e di montagna, ma anche per la comunità locale. Collaborando con il Parco Nazionale, il progetto ha individuato, nel tempo, artisti in grado di accogliere una sfida fondamentale, che poi è quella degli abitanti dei comuni situati nella riserva: produrre in armonia con la natura, senza manipolarla o sottometterla, e anzi, lasciare che questa faccia il suo corso e che sia libera di esprimersi e di fiorire. Ed è questo il rapporto che le opere instaurano con il paesaggio, con gli animali che lo abitano e persino con gli agenti atmosferici.
Tutte le opere di ARTEPARCO
La “collezione” di ARTEPARCO viene inaugurata da Marcantonio, che nel 2018 realizza Animale Vegetale (Il Cuore), un cuore grafico stilizzato che spicca sulle fronde delle faggete vetuste. Nel 2019 segue Matteo Fato (2019), con delle cornici concettuali che diventano affacci mistici su una realtà altra (e sull’armonia silenziosa e invibile che regola il mondo naturale). Alessandro Pavone, nel 2020, lavora su un tronco morto, da cui lascia emergere una mano umana, metafora del tatto come strumento di comprensione e scoperta del mondo esterno.
Addentrandosi nel bosco dall’atmosfera magica, una creatura traslucida e fatata – il Radicorno, installato nel 2021 da Sissi – si nasconde dagli sguardi indiscreti. Più avanti, tra gli alberi del bosco, si intravede, animale-oggetto magico e surreale in ceramica realizzato dall’artista bolognese, i cui dettagli si svelano timidamente alla curiosità dello spettatore. Nel 2022 Valerio Berruti “cattura” il cielo con una scultura stilizzata che raffigura una sagoma di un bambino che si sporge da una roccia, omaggio alla spensieratezza dell’infanzia. Infine, nel 2023 è il turno del collettivo di sole donne dell’Accademia di Aracne, che realizza un intervento di yarn bombing (una forma di “graffitismo” ecosostenibile interamente realizzato all’uncinetto) su due faggi alti ben otto metri, che così diventano Totem.
Laura Cocciolillo
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