In un castello medievale della Tuscia 6 artiste contemporanee reinterpretano gli stendardi
Al Castello di Soriano nel Cimino un gruppo di artiste contemporanee attualizza il medium dello stendardo per "riattivare l’energia" del castello e offrirne una nuova veste
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Insegne militari, civili, religiose: gli stendardi medievali, spesso confusi con i gonfaloni (anche da chi li portava), hanno un riconoscibilissimo aspetto che, anche grazie a inserti in seta o velluto e preziosi ricami, comunicavano potere, forza militare, supremazia religiosa. Non è però questa la loro funzione al Castello Orsini di Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, dove queste bandiere si riattualizzano grazie a un progetto curato da Spazio Taverna (in collaborazione con il Comune di Soriano) che ha coinvolto sei artiste contemporanee.
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Gli stendardi femminili al Castello Orsini di Soriano
Le opere – posizionate sugli spalti del castello, costruito come struttura difensiva per volontà di papa Niccolò III Orsini tra il 1277 e il 1278 (e oggi di proprietà del Comune) – vanno quindi a sfidare il significato delle insegne. Espressione antica del fasto di cerimonie e tornei, e spesso legati all’esercizio delle armi in una società patriarcale, gli stendardi sono qui convertiti a simboli della forza creativa delle artiste, e omaggio al loro fondamentale ruolo nella scena artistica contemporanea.
Le artiste reinterpretano il tema dello stendardo medievale
Sono Sveva Angeletti, Ambra Castagnetti, Lucia Cristiani, Binta Diaw, Federica di Pietrantonio e Valentina Furian le sei artiste selezionate per reinterpretare il tema all’interno della mostra Medioevo al femminile: dalla Biennale di Gubbio al Castello Orsini di Soriano nel Cimino, aperta e visitabile dal 15 luglio al 15 ottobre.
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Sei stendardi contemporanei ricordano il Medioevo
Presentati in occasione di IMAGINA – XXVII Biennale di Gubbio nella sezione Medioevo al Femminile, i sei stendardi sono ben visibili ed esposti direttamente sulla facciata dell’imponente castello. “Il progetto prosegue l’attività di Spazio Taverna di riattivazione del Genius Loci: a partire da palazzo Taverna a Roma, per passare a Tagliacozzo, Gubbio, Ascoli Piceno e Soriano nel Cimino”, racconta Ludovico Pratesi, co-fondatore con Marco Bassan di Spazio Taverna. Che gestirà in questo spazio, nel 2025, “una mostra collettiva di giovani artisti nelle celle dell’antico carcere”.
Giulia Giaume
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