La mostra Straperetana a Pereto, il borgo d’Abruzzo che ogni estate diventa un polo dell’arte
L’ottava edizione della mostra collettiva diffusa ideata da Paola Capata e Delfo Durante nel 2017 trasforma ancora una volta il paese di Pereto in un polo del contemporaneo per l’estate. Il tema del 2024 è “Supernaturale”
Come ogni estate, il borgo abruzzese di Pereto diventa per qualche mese polo di riferimento per l’arte contemporanea in Italia. Era il 2017 quando, per la prima volta, la manifestazione ideata da Paola Capata e Delfo Durante si proponeva di riattivare un piccolo paese dell’Appennino Centrale – seicento anime o poco più, che per pochi mesi all’anno accolgono i villeggianti estivi – attraverso una mostra collettiva diffusa che ne valorizzasse i luoghi del quotidiano.
Il significato di Straperetana nel borgo di Pereto
Strade, piazze, edifici storici come Palazzo Maccafani e Palazzo e Palazzo Iannucci. Dopo un 2023 incentrato sul “femminile” raccontato con l’occhio delle artiste, l’edizione 2024 della Straperatana prende spunto dal legame simbiotico di Pereto con la natura che lo circonda, protetto dai boschi che ne rivelano la presenza a chi si avventura fin sulle pendici del Monte Fontecellese.
“Supernaturale”: il tema di Straperetana 2024
Dunque dal 14 luglio al 18 agosto il borgo aquilano ospita Supernaturale, mostra realizzata in collaborazione con Annalisa Inzana che coinvolge 17 artisti e artiste italiani e internazionali. Il suffisso SUPER, in questo caso, non allude a qualcosa di trascendente ma gioca in funzione di superlativo assoluto, sottolineando come gli artisti coinvolti abbiano tutti sperimentato un’immersione nella Natura totalizzante e al contempo molto personale, stabilendo un rapporto fisico e intellettuale con l’ambiente. Chi relazionandosi a partire da una passione per le scienze, chi partendo dell’osservazione del paesaggio in senso romantico o concettuale. Tutti diventando esploratori, misuratori, ricercatori, “sciamani”, tesi alla conoscenza del mondo in un processo che non può mai dirsi concluso.
Gli artisti di Straperetana 2024
Il percorso dell’ottava edizione, articolato in una trentina di opere, prende le mosse dalle stanze di Palazzo Maccafani, accanto al Castello di Pereto, per attraversare le strade del borgo e concludersi a Palazzo Iannucci, nella parte inferiore del paese. Il parterre degli artisti annovera Francis Alÿs, Federica Belli, Nina Carini, Giorgio Cesarini, Davide D’Elia, Hamish Fulton, Agostino Iacurci, Giovanni Kronenberg, Gaia Liberatore, Davide Mariani, Numero Cromatico, Anastasiya Parvanova, Salvo, Tarin, Patrick Tuttofuoco, Nico Vascellari, María Ángeles Vila Tortosa; ognuno di loro ha lavorato sul proprio incontro con la Natura, intesa come paesaggio, ambiente naturale o corpo.
Le opere di Straperetana nella mostra diffusa a Pereto
Dunque a Palazzo Maccafani Hamish Fulton(Londra – UK, 1946) presenta ciò che rimane di un viaggio a piedi di 2838 chilometri compiuto da Bilbao a Rotterdam nel 2002, tra sculture, foto e grandi wall painting che individuano nel camminare un momento privilegiato di incontro con la natura. Ma le stanze del palazzo ospitano anche la MooN (2022) di Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976) e i paesaggi di Salvo (Salvatore Mangione, 1947-2015) modulati sull’iconografia paesaggistica italiana dei maestri dell’arte. Nel mezzanino c’è spazio per l’installazione sonora e luminosa di Nina Carini (Palermo, 1991); nella cisterna, Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) cattura un fulmine con il suo Space Time (Honolulu), realizzato nel 2019. Camminando per il borgo si incontrano le fotografie di Federica Belli (Mondovì, 1998), un’installazione inedita del collettivo Numero Cromatico (Il vento ti porta con me) e un wall painting site specific di Agostino Iacurci (Foggia, 1986), sulle mura della Casa del Prete. L’artista foggiano è protagonista anche a Palazzo Iannucci con un’opera su tela, insieme a María Ángeles Vila Tortosa (Valencia – Spagna, 1978) con una serie di nuove incisioni ispirate ad antichi erbari medievali, e a tre giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila: Gaia Liberatore (Roma, 2000), Giorgio Cesarini (Caserta, 2000) e Davide Mariani (Cagliari, 1998). Al primo piano del palazzo si continua con opere scultoree di Giovanni Kronenberg (Milano, 1974), i lavori fotografici tra paesaggio e corpo di Tarin (Rimini), i dipinti di Anastasiya Parvanova (Burgas – Bulgaria, 1990) e Francis Alÿs (Anversa – Belgio, 1959) con il video The Collector. Chiude idealmente il percorso, nella Torre del palazzo, Davide D’Elia(Cava dei Tirreni, 1974) con un’installazione inedita site-specific, Anniluce, che indaga sulla memoria degli spazi e sul tempo.
Inaugurazione in programma sabato 13 luglio, dalle 17 alle 20.
Livia Montagnoli
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