Avvassena: l’artista della Gen Z che desidera dare spazio a realtà nascoste o inascoltate
Giovanissima e capace, Anna Vassena (in arte Avvassena) vuole raccontare il mondo e le sue con-traddizioni e lo fa con la pittura e l’installazione. In questa intervista ci svela la sua storia
Anna Vassena (Milano, 1998) è una giovane artista italiana. Dopo la laurea conseguita in Interior Design al Politecnico di Milano e la magistrale in Communication Design, Avvassena – il nome d’arte con cui desidera essere chiamata – inizia a collaborare con diverse gallerie in Italia e all’estero. Nel 2023 lavora con il Cica Museum in Corea, per una mostra dedicata ai suoi lavori. Le sue opere, che vanno dalla pittura all’installazione, sprigionano un’energia vitale ricca di colori sgargianti e forme vorticose che desiderano tradurre problemi, dinamiche e gioie del mondo contemporaneo.
Intervista all’artista Avvassena
Quando è nata Anna Vassena come artista?
Credo che Avvassena sia nata l’1 Gennaio 1998, insieme ad Anna. Da sempre la mia parte artistica si è sviluppata con me, e con me sta crescendo, trasformandosi, passando attraverso le varie fasi della vita. È nel 2021 però che ho deciso di far coincidere al cento per cento queste due parti, intraprendendo il magico e – lo ammetto – durissimo viaggio nella professione di artista. Non so dove mi porterà, ma so che se non lo facessi la mia vita non avrebbe senso.
Qual è stata la tua prima mostra?
Da quando avevo sedici anni ho iniziato a esporre in strada insieme alla grande famiglia senior degli Artisti di via Bagutta. Non posso definirle mostre, ma ho iniziato ad annusare un mondo di colori fuori dalla mia stanza dove allora lavoravo e, cosa più importante, da quel momento ho realizzato che la profondità che mettevo nei miei lavori veniva compresa da qualcuno, che il mio messaggio era capace di comunicare e suscitare emozioni nelle persone. La mia prima mostra è stata alla Haze Gallery a Berlino. Sono entrata nella galleria e c’era il mio quadro (il più grande fatto fino a quel momento) che campeggiava su tutta la parete. Durante l’inaugurazione, nella sera buia berlinese, la gallerista ha fatto rientrare tutti dalle chiacchiere con calice e sigaretta nella galleria oscurata; io ho illuminato la sala e tutti sono rimasti rapiti dal gioco di luci che faceva emergere il significato nascosto dell’opera. È stata un’emozione unica!
E quelle a seguire?
Successivamente ho esposto ancora a Berlino, sia in gallerie sia con installazioni site-specific, in Italia e in Corea al Cica Museum. Nei prossimi mesi sono in programma tante altre belle cose…stay tuned!
L’artista Avvassena e la pittura
Qual è il tuo rapporto con la pittura? Conflittuale o armonico?
Ho iniziato dalla pittura ma ad oggi la considero come uno dei tanti medium a mia disposizione. Non ho un rapporto né conflittuale né armonico. Direi piuttosto una relazione aperta.
Raccontaci meglio la tua pratica artistica.
La mia pratica artistica si basa sul desiderio di andare oltre la superficie della società, per portare alla luce realtà nascoste o inascoltate. Al centro della mia ricerca vi sono le relazioni e i rapporti che tessono la nostra esistenza: la relazione con se stessi, spesso ipocrita e conflittuale; il rapporto con il micro-nucleo che ci circonda, nella sua duplice natura di nido e gabbia; il ruolo di ciascuno all’interno della grande comunità umana, dove la simbiosi che ci lega l’uno all’altro contrasta con la solitudine egocentrica dei nostri tempi; l’inevitabile legame di dipendenza e responsabilità che l’individuo e l’umanità tutta hanno verso l’ambiente che ci circonda.
Oltre alla pittura utilizzi diversi medium…
Non ho un medium fisso, anche se con alcuni per ora sono più a mio agio. L’unica costante è il concetto che voglio esprimere, poi la scelta del mezzo arriva in base al modo migliore con cui comunicarlo. La multidisciplinarietà e la sperimentazione orientano il mio processo artistico, che combina pittura, scultura, incisione e installazioni, capaci di nascondere e svelare messaggi grazie all’interazione con diversi spettri luminosi e con lo spazio circostante.
Da dove nascono i tuoi lavori? Cosa ti incuriosisce e cosa ti ispira?
I miei lavori nascono dalla mia infinita curiosità e dall’osservazione costante di tutto ciò che mi circonda. Ogni cosa è per me spunto di riflessione, ricerca di senso, inizio di un viaggio al di sotto della superficie e delle apparenze.
Parlaci dei soggetti che rappresenti. Colori sgargianti, personaggi o oggetti così cool, ma che sembrano nascondere qualcosa…
I soggetti possono sembrare cool, con colori sgargianti che strizzano l’occhio alla dimensione pop. Soggetti che non vogliono passare inosservati ma che, nel loro chiasso, non dicono ciò che in realtà hanno dentro. I volti mostrano l’identità, e spesso questa è indefinibile, omologata a tutte le altre e quindi sfuggente. Ciò rimanda al fatto che sempre più abbiamo difficoltà a vedere e comprendere chi sono le persone veramente, nascoste dietro un desktop o un telefono. Inoltre, credo che anche noi stessi siamo alla costante ricerca di chi siamo, della nostra identità. Questo è per noi esseri umani la più grande paura ma anche la più incredibile meraviglia: essere in continua trasformazione, evoluzione, cambiamento.
Il sistema dell’arte secondo l’artista Avvassena
Il mondo dell’arte ti spaventa? E il mercato?
Il mondo dell’arte mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo. Lo immagino come uno splendido mustang: devi capirlo, avvicinarti piano ma con fare sicuro, ragionando su ogni tuo movimento e prevedendo i suoi. Il mercato dell’arte invece lo vedo come una tigre bianca, tanto maestosa quanto feroce… Mi sa che se voglio fare davvero questo lavoro devo prima fare qualche lezione allo zoo.
Dove lavori? Hai uno spazio-studio atelier?
Lavoro in studio da circa due anni. Il primo anno sono stata nomade in vari spazi, ora invece stabilmente insediata. È il posto dove creo, penso, raccolgo materiali. Adoro organizzare studio visit o open studio: sono della old school de “l’opera va vista dal vivo”. Amo poi invitare colleghi o creativi di altri campi, perché penso che lo scambio di idee e di input dia un impulso unico alla crescita personale ed artistica, oltre che essere potenziale precursore di interessanti collaborazioni.
C’è una galleria con cui hai un rapporto fisso?
Al momento no, solo intermittenze.
I progetti futuri dell’artista Avvassena
Che progetti hai per il futuro?
Sono scaramantica, quindi non si anticipa nulla per il momento. Sicuramente vorrei sviluppare e far crescere il progetto UBUNTU, avviato con una preview alla Milano Design Week 2023 e con le installazioni a Berlino e Milano. Il progetto si basa sull’interpretazione in forma di opere sull’omonimo concetto della cultura subsahariana. Secondo questa visione, l’individuo è parte creata e creatrice di un’unica grande totalità di esseri umani e Natura, in cui l’identità individuale nasce da un atto di co-creazione intersoggettiva e dinamica: raggiungiamo la nostra individualità condividendo noi stessi con gli altri e prendendoci cura di ciò che ci circonda.
Domanda di rito: il tuo sogno nel cassetto?
Lascio sempre tutti i cassetti aperti. Mi piace pensare che i sogni che sono dentro volino via, liberi di realizzarsi.
Gloria Vergani
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