L’artista Emilio Isgrò firma le scenografie della Notte della Taranta 2024 in Salento
Il maestro siciliano ha risposto alla chiamata di Massimo Bray, elaborando alcune immagini di pizzica e taranta con le sue Cancellature, di cui ricorre quest’anno il sessantesimo anniversario. Così l’arte contemporanea animerà il palco del Concertone di Melpignano insieme alla musica
A contattarlo, spiega l’artista siciliano, è stato “il mio amico Massimo Bray”, oggi presidente della Fondazione La Notte della Taranta (un ritorno al ruolo che fu suo alle origini della fondazione), già direttore della Treccani e Ministro della Cultura per il Partito Democratico tra il 2013 e il 2014. E così Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) ha accettato la sfida di partecipare “a un atto di rifondazione del Festival”, celeberrimo appuntamento con la musica tradizionale salentina (e la sua fusione con altri linguaggi musicali, dal jazz al rock, alla musica sinfonica), tra le più significative manifestazioni sulla cultura popolare in Europa.
La Notte della Taranta. La storia del festival
Nato nel 1998 su iniziativa dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina il festival si è configurato sin dai primi anni come programma itinerante di piazza, che culmina nel Concertone finale di Melpignano riunendo anche 100mila spettatori. Nel 2004, invece, si è costituita l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta, sotto la direzione di Ambrogio Sparagna. E molti sono i musicisti italiani e internazionali che si sono lasciati coinvolgere in questo colorato racconto delle tradizioni salentine, al ritmo della taranta (nata come rito curativo) e della pizzica, che si rinnova ogni anno nel mese di agosto.
Il Concertone di Melpignano: l’evento pop del Salento
Nel frattempo il Concertone di Melpignano ha finito per strizzare l’occhio alle tendenze musicali più gradite al pubblico giovane, e agli artisti che se ne fanno interpreti: quest’anno, il Maestro Concertatore – figura che cura l’evento – sarà il dj e produttore Shablo; e il “fenomeno” Geolier interverrà nel ruolo di ospite speciale, anche lui chiamato a interpretare il tema dell’edizione 2024 “generazione Taranta”, con una versione “pizzicata” del tormentone I p’ me, tu pe te.
Emilio Isgrò alla Notte della Taranta. Le “Cancellature” come scenografia
Ma a firmare la Notte della Taranta 2024, sul palco allestito per il 24 agosto, ci sarà anche Isgrò, con una serie di Cancellature inedite, a partire da immagini della taranta e della pizzica, che faranno da scenografia al Concertone. “Abbiamo lavorato cercando di dare un segno culturale che possa significare molto in questa edizione” ha spiegato Bray “Per questo abbiamo chiesto a uno dei grandissimi artisti italiani viventi di esserci”. Isgrò, dal canto suo, ha rintracciato in questa chiamata la possibilità di andare incontro a un Sud che alimenta “le speranze di crescita sostenibile”: “La Notte della Taranta mi è apparsa subito, fin dalle origini, come uno dei segni più efficaci e potenti della rinascita di un Sud che vuole produrre cultura tutelando le tradizioni”, evidenzia l’artista intervistato dal Corriere della Sera. “Non amo la retorica meridionalista, anzi amo il nostro Paese nella sua integrità”, prosegue Isgrò “Ma come siciliano mi unisce emotivamente alla Puglia, in un abbraccio d’amore, la comune eredità di Federico di Svevia, che in pieno Medioevo presagì le aspettative e i bisogni del mondo nel quale viviamo”. Sul palco ci saranno anche le grandi sculture in cartapesta di Putignano, realizzate da Officina Chiodo Fisso, a riprodurre delle tarantole che diventano luminarie contemporanee. Mentre sull’intervento di Isgrò, almeno fino alla conferenza che l’artista terrà alla vigilia del Concertone, resta ancora un velo di mistero.
L’estate 2024 di Emilio Isgrò
Di sicuro l’artista siciliano, poeta della cancellatura come linguaggio rivoluzionario, sta vivendo un’estate da protagonista: a 60 anni dalla prima Cancellatura del 1964, maturata come reazione all’avvento della Pop Art, Isgrò è il primo Artista alla GNAM, nella sala a lui dedicata presso il museo romano, inaugurata lo scorso maggio e allestita fino al prossimo 31 dicembre. Mentre lo scorso giugno, a Urbino, ha guidato la prima edizione della Scuola della Cancellatura, primo corso di alta formazione interdisciplinare nato da un gesto artistico grazie all’Università Carlo Bo e all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati