Il campo di grano dell’artista Agnes Denes di fronte alla fiera di Basilea ora è pronto per la mietitura
Le messi piantate per Art Basel 2024, un omaggio alla grande installazione presentata dall'artista a Manhattan negli Anni Ottanta, sono pronte per la raccolta. Che sarà pubblica e aperta a tutti
Molte cose accadono, e cambiano, in quarant’anni. Altre invece possono restare le stesse: una regola che spesso vale per le idee, le intenzioni, le urgenze. È con questa spinta che l’artista concettuale ed eco-attivista Agnes Denes (Budapest, 1931) è tornata a parlare di terra, ambiente e risorse riportando in vita la sua leggendaria opera di land art Wheatfield – A Confrontation nella Messeplatz di Basilea. Realizzata in occasione di Art Basel 2024, la grande installazione Honoring Wheatfield – A Confrontation ricrea il grande campo di grano comunicando una lungimirante e profonda comprensione della condizione umana, che procede di pari passo con una costante ricerca da parte dell’artista delle soluzioni ai problemi dell’Antropocene.
L’opera originale Wheatfield – A Confrontation di Agnes Denes
Era il 1982 quando l’originale Wheatfield – A Confrontation comparve nella vecchia discarica di Battery a Lower Manhattan, a due isolati da Wall Street e dal World Trade Center, proprio di fronte alla Statua della Libertà. C’erano voluti mesi di preparativi, ma Denes – che già aveva realizzato delle opere tra natura e alimentazione, come Rice/Tree/Burial – riuscì a piantare (con duecento camion di terra) due acri di grano, curandoli per quattro mesi tra fertilizzazioni, diserbamento e irrigazione. Il risultato, un raccolto da oltre 450 chili di grano. E anche molto di più: piantare e raccogliere questo nutrimento su un terreno del valore di 4,5 miliardi di dollari aveva creato un potente paradosso, una radicale rivalutazione del cibo, della vita, dell’ambiente a discapito della rendita e senza la produzione di rifiuti e inquinamento. Il grano raccolto ha viaggiato in tutto il mondo con la mostra The International Art Show for the End of World Hunger, i semi sono stati piantati, il campo riprodotto, prima di Basilea e del Montana (sempre quest’anno), già a Dalston, a est di Londra, con il Barbican Centre nel 2009 e a Porta Nuova, a Milano, nel 2015, in collaborazione con Massimiliano Gioni e la Fondazione Trussardi.
L’adattamento di Wheatfield: A Confrontation per Art Basel
Quarantadue anni dopo quella prima opera, l’artista ungherese naturalizzata americana ha quindi portato ad Art Basel il suo campo invadendo la quasi interezza della centralissima Messeplatz con un progetto curato da Samuel Leuenberger. Il grano, piantato subito prima dell’estate, è cresciuto su mille metri quadri di piazza dentro centinaia di Europallet in una soluzione mobile ispirata ai campi verticali, che in futuro potrebbero diventare una necessità. “Innanzitutto bisogna cercare di comunicare con il futuro, poi prevederlo“, ha detto l’artista 93enne, in occasione dell’inaugurazione della nuova opera, allo scrittore e giornalista Christian Viveros-Fauné. E di piani per il futuro ce ne sarebbero ancora: “Ho appena completato la progettazione di una Città del Futuro a cui sto lavorando da molti anni, ma la burocrazia e il triste stato delle cose ne impediscono la realizzazione. È un mix tra una foresta e una città, che si nutrono a vicenda, pensata per New York“, ha aggiunto. “La città guadagnerebbe miliardi anche solo nel turismo, oltre alla sua unicità innovativa come necessità futura; ma il tutto sta cadendo nel vuoto, il mio spazio viene assegnato a condomini e uffici, proprio come era stato con Wheatfield“.
La raccolta delle messi di Agnes Denes ad Art Basel
Quale migliore iniziativa per concludere questo lungo rito naturale di una festa aperta a tutti? Domenica 18 agosto, dalle 14 alle 16, la Messeplatz sarà teatro di una grande raccolta pubblica di grano. “L’artista vi incoraggia a raccogliere il grano o a portare a casa un memorandum di cereali”, dicono dalla fiera, che ricorda come “collaborerà con i produttori locali per trasformare il resto del grano in farina, che sarà distribuita in tutta la regione ai panifici e ai rifugi alimentari”. Ricordando al mondo perché esiste quest’opera.
Giulia Giaume
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