Tra arte, storia e identità. La mostra di Isabella Ducrot al Museo delle Civiltà di Roma
L'artista è stata invitata a esplorare le collezioni tessili custodite nel museo romano. Un viaggio tra abiti, accessori e stoffe che unisce le antiche tradizioni all'arte contemporanea
Situato nel quartiere EUR di Roma, il Museo delle Civiltà si fa portavoce delle arti e delle tradizioni dei popoli, riunendo oggetti di uso quotidiano, costumi, grandi plastici, modellini di edifici e complessi monumentali. Un museo che oltre a custodire (e divulgare) le storie e le tradizioni dei popoli, coltiva il dialogo con le arti contemporanee, invitando artisti per conoscere e approfondire le collezioni e trovare potenziali connessioni con i loro linguaggi. È il caso di Tessere è umano. Isabella Ducrot… e le collezioni tessili del Museo delle Civiltà, mostra che racconta i linguaggi e le culture della tessitura in un dialogo senza precedenti fra una selezione di opere tessili dalle collezioni storiche del museo e i lavori di Isabella Ducrot (Napoli, 1931), che nel tessuto ha fondato la sua ricerca artistica.
La mostra dedicata al tessuto al Museo delle Civiltà di Roma
La mostra Isabella Ducrot… e le collezioni tessili del Museo delle Civiltà si divide in due sezioni. La prima vede la firma curatoriale di Francesca Manuela Anzelmo, Paolo Boccuccia, Gaia Delpino, Maria Luisa Giorgi, Laura Giuliano, Vito Lattanzi, Gabriella Manna, Loretta Paderni e Massimiliano Alessandro Polichetti, e riunisce indumenti e manufatti (come anche semplici lembi di stoffa) che testimoniano il potere evocativo del tessuto, prima ancora di essere un elemento funzionale e decorativo. Il percorso espositivo si pone come un viaggio nello spazio e nel tempo, intrecciati nella struttura tra trame e orditi, passando dalle Collezioni Preistoriche (risalenti all’Età del Bronzo), a quelle di Arti e Culture Africane, Americane, Oceaniche e Asiatiche.
Le opere di Isabella Ducrot in mostra al Museo delle Civiltà di Roma
Dopo aver esplorato l’intero globo scoprendo antiche tecniche di tessitura e particolari stoffe, il pubblico approda nella seconda sezione della mostra, curata da Anna Mattirolo e Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, dove a essere protagoniste sono le opere di Isabella Ducrot. L’artista, nel corso della sua lunga carriera, ha continuato a collezionare e lavorare sui tessuti, liberandoli dagli utilizzi originali per trasformarli in medium artistici. Tra le opere realizzate dall’artista, spicca la serie Ripetizioni (2019-2023), Abito blu, Abito vegetale e Arazzo Rilke, per citarne alcune.
Il tessuto per Isabella Ducrot
Agli occhi dell’artista il tessuto diventa qualcosa di impalpabile ma, a suo modo, radicale: “quasi niente, difficile da descrivere per mancanza di aggettivi, niente colori, niente decorazioni, niente ricami, solo affermazione della propria essenza, la semplicità ridotta ai minimi termini eppure grandiosa e commovente, come un inno patriottico”.
Isabella Ducrot in mostra al Museo delle Civiltà di Roma. Parla Andrea Viliani
“Tessere significa conferire alle idee, ai valori, alle fedi e ai linguaggi umani una struttura concreta e trasportabile, significa viaggiare fra epoche e geografie diverse, connettere fra loro le culture, non distinguere più fra l’ancestrale e il quotidiano, il prezioso e l’umile, la necessità pratica e la rappresentazione estetica, il sapere del singolo e quello della comunità di cui fa parte”, spiega ad Artribune il direttore del Museo e curatore della mostra Andrea Viliani. “Tessere significa quindi non solo essere umani, ma esserlo stati e continuare a esserlo insieme, in un rapporto profondo di co-creazione con le materie naturali. Come afferma Ducrot, un tessuto può sembrare “quasi niente” (e forse anche per questo è stata, come artista, sottovalutata così a lungo) ma nella sua essenza un tessuto è davvero qualcosa di grandioso e di commovente, “come un inno patriottico”.
Valentina Muzi
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