Milano dedica una grande mostra a Enrico Baj, maestro della neoavanguardia italiana

Il fondatore del Movimento Arte Nucleare torna protagonista nella sua città con una grande retrospettiva ospitata a Palazzo Reale. Un progetto che ne ripercorre la carriera con oltre 50 opere, dagli Anni Cinquanta ai Duemila

A cento anni dalla nascita, il maestro della neoavanguardia italiana e internazionale Enrico Baj (Milano, 1924 – Vergiate, 2003) torna protagonista a Milano con la mostra Baj chez Baj, in programma a Palazzo Reale dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, riunisce oltre cinquanta opere che attraversano le fasi di ricerca e di adesione dell’artista ai diversi movimenti che si sono succeduti nel tempo, dall’astrazione gestuale degli Anni Cinquanta al mondo animato delle cassettiere e dei trumeau dei primi Anni Duemila.

Enrico Baj: la vita e la carriera

Nato a Milano nel 1924, Enrico Baj studia all’Accademia di Brera e nel 1951 promuove, assieme a Sergio Dangelo e a Gianni Dova, il Movimento Arte Nucleare e organizza la prima mostra personale alla Galleria San Fedele di Milano. Nel 1953 conosce Asger Jorn, con il quale fonda il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, schierandosi contro la forzata razionalizzazione e geometrizzazione dell’arte. Il suo debutto a New York arriva qualche anno dopo, nel 1960, quando partecipa all’Esposizione Internazionale del Surrealismo, Surrealist Intrusion in the Enchanters’ Domain, curata da André Breton e Marcel Duchamp presso D’Arcy Galleries. Una mostra importante che gli permette di essere incluso nella mostra Art of Assemblage, curata da William Seitz al Museum of Modern Art di New York. Nel 1964, viene presentata alla Biennale di Venezia una sala interamente dedicata a lui, cui seguono molte importanti personali, fra cui quelle allestite a Palazzo Grassi a Venezia, al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Musée de l’Athénée di Ginevra. Nel corso della sua carriera, Enrico Baj instaura inoltre forti legami con poeti e lettati italiani che si trasformano poi in collaborazioni e realizzazioni di libri d’artista.

bajberenice Milano dedica una grande mostra a Enrico Baj, maestro della neoavanguardia italiana
Enrico Baj, Berenice, 1960. Olio e collage su tela, 92×73 cm. Archivio Enrico Baj, Vergiate

La mostra “Baj chez Baj” a Palazzo Reale a Milano

Erano i collage plurimaterici e pluricromatici la cifra distintiva di Enrico Baj, contraddistinti da una doppia anima: quella ludica (dove prevaleva il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale) e quella critica (verso la contemporaneità). Un’analisi che prende forma in numerosi personaggi, come Dame, Generali, Ultracorpi, Specchi e mostri dell’Apocalisse, che saranno riuniti a Palazzo Reale, ribadendo il loro dissenso contro ogni potere costituito. Il percorso espositivo parte dalla Sala delle Cariatidi, dove sono esposti I Funerali dell’anarchico Pinelli del 1972 che, per la prima volta, saranno integrati in un progetto antologico in dialogo con altri capolavori dell’artista: Metamorfosi e Metafore, la serie Maschere Tribali, Feltri, Totem e molti altri ancora.

La mostra di Enrico Baj al Museo di Storia Naturale di Milano

In attesa della grande retrospettiva a Palazzo Reale, anche il Museo di Storia Naturale ospita un omaggio all’artista con la mostra Enrico Baj. Zoologia fantastica e altre nature (visibile sino al 13 settembre), focalizzandosi su incisioni e libri d’artista in cui Baj ha reinterpretato il mondo naturale. Il progetto riunisce 22 tavole divise fra il Manuale di zoologia fantastica, il Paradiso perduto, la cartella I Fiori (con la sua botanica visionaria), oltre alle acqueforti del celebre De Rerum Natura del 1958, omaggio (reinventato) al poema latino di Lucrezio.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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