A Parma arriva una grande mostra sul Surrealismo alla Fondazione Magnani-Rocca
Si celebra una delle avanguardie più importanti e longeve del Novecento, in occasione del suo centenario. Con opere di Fini, Miró, Baj e Magritte. A cent’anni dal Manifesto di Breton
“L’immaginazione non è altro che la rivelazione di ciò che siamo, della nostra propria sostanza, che è sogno, purezza, energia, libertà”. C’è la consapevolezza della rivoluzione nella penna di André Breton quel 15 ottobre 1924, quando redige il leggendario (Primo) Manifeste du Surréalisme, che andrà a segnare la nascita ufficiale di un movimento radicale. Nell’anno del centenario, diverse istituzioni in Europa hanno deciso di omaggiare un momento chiave della storia dell’arte occidentale, e con loro la Fondazione Magnani-Rocca, che nella Villa dei Capolavori a Mamiano di Traversetolo, nella campagna fuori Parma, ha allestito per l’occasione una ricca raccolta di opere.
Il Surrealismo in mostra alla Fondazione Magnani-Rocca
A pochi passi dalle sale che ospitano i grandi lavori di Monet, Cézanne, Tiziano, Dürer e Burri, la grande mostra Il Surrealismo e l’Italia, curata da Alice Ensabella, Alessandro Nigro e Stefano Roffi, ricuce la genesi e l’evoluzione di una delle avanguardie chiave del XX Secolo attraverso oltre 150 opere. Sono Leonor Fini, Salvador Dalí, René Magritte, Max Ernst, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Yves Tanguy, Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, Enrico Baj, Fabrizio Clerici, e non solo, i protagonisti di questo percorso. Aperta dal 14 settembre al 15 dicembre, l’esposizione testimonia la vastità di mezzi e linguaggi del Surrealismo, esplorandone l’impatto e l’evoluzione nel nostro Paese dalla fine degli Anni Venti alla fine degli Anni Sessanta.
La mostra sul Surrealismo a Parma: il movimento internazionale e l’Italia
Due i capitoli del percorso espositivo. Da una parte viene presentato il Surrealismo internazionale, con le opere dei maestri del movimento storico, che mostrano una profonda eterogeneità estetica, formale e mediale, tra pittura, collage, assemblage, fotografia, ready-made e objet trouvé. Dall’altra ci sono invece i protagonisti della scena surrealista italiana, che già dagli Anni Trenta si allontanano dal modello francese trovando una propria originalità, sia ispirandosi a pratiche artistiche nuove – è così per Dangelo e Baj – sia concentrandosi su un filone figurativo fantastico, come nel caso di Fini, Clerici e Lepri.
La mostra sul Surrealismo a Parma. I galleristi e i collezionisti
Il contesto della diffusione del Surrealismo in Italia è ulteriormente indagato con un percorso nel percorso, che mette in luce gli attori meno noti, come i galleristi – Schwarz, Tazzoli, Cardazzo, Del Corso, Jolas, Sargentini, Brin e altri – e i collezionisti, come Guggenheim e Passaré, restituendo un quadro completo di un movimento che ha coinvolto alcune delle menti più brillanti del secolo scorso, anche in Italia.
Giulia Giaume
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