A Pesaro nuove opere di arte pubblica. Spunta la scultura di Matteo Fato sul molo

Dagli Anni Settanta a oggi, a partire dalla mostra di Arnaldo Pomodoro, Pesaro ha continuato a riflettere sul ruolo dell’arte pubblica nella vita della città. E nel suo anno da Capitale italiana della Cultura chiama 13 artisti contemporanei per realizzare nuovi interventi site-specific e permanenti

Prosegue il percorso di Pesaro nel suo anno da Capitale italiana della Cultura, che ha già visto concretizzarsi diversi episodi significativi, dalla mostra in realtà virtuale di Marina Abramovic alla versione estesa del tradizionale Rossini Opera Festival, mai così frequentato come nell’edizione che si appena conclusa. E lusinghiere sono anche le presenze registrate, negli ultimi otto mesi, dall’intero territorio provinciale, coinvolto nella programmazione culturale diffusa che trova una cassa di risonanza nella città di Rossini ma si esprime in tutti e 50 i Comuni della provincia di Pesaro e Urbino, che finora è stata la più visitata delle Marche per il 2024.

Pesaro e la scultura pubblica da Arnaldo Pomodoro a oggi

Un progetto, in particolare, sta lasciando un segno permanente in città, recuperando il legame che Pesaro ha saputo instaurare con la scultura pubblica in tempi non sospetti. Risale al 1971 la mostra Arnaldo Pomodoro: Sculture nella città 1971, occasione che vide la prima collocazione della versione in fiberglass della Sfera grande (1966-1967) dell’artista milanese, diventata poi una delle opere più significative del patrimonio pesarese. Oggi l’opera originale si trova a Roma davanti all’ingresso principale della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri, ma nel 1998 Pomodoro ne realizzò la fusione in bronzo che si apprezza in Piazzale della Libertà, dove riflette l’acqua della fontana su cui è adagiata, sullo sfondo il mar Adriatico.
Il processo innescato dall’esposizione del ’71 avviò una riflessione proficua sullo spazio pubblico pesarese: restano in dote le installazioni permanenti di artisti come Pietro Consagra(Grande Sottilissima, 1995), Eliseo Mattiacci (Riflesso dell’ordine cosmico, 1995) e Mauro Staccioli (Segno Aperto, 2002).

Matteo Fato, Una favola equestre senza cavalcata (piano, piano), 2024 n° 5, olio su lino , 30 X 24 cm (ognuno); n° 1, pulitura pennello su straccio, 30 x 24 cm cassa da trasporto in multistrato Biblioteca Comunale Louise Braille, Pesaro Courtesy dell’Artista & Monitor, Rome - Lisbon - Pereto (AQ)


Matteo Fato, Una favola equestre senza cavalcata (piano, piano), 2024
n° 5, olio su lino , 30 X 24 cm (ognuno);
n° 1, pulitura pennello su straccio, 30 x 24 cm
cassa da trasporto in multistrato
Biblioteca Comunale Louise Braille, Pesaro

Pesaro e l’arte pubblica nell’anno da Capitale italiana della Cultura

Cui da quest’anno si uniranno i tredici nuovi interventi del progetto Dalle sculture nella città all’arte delle comunità, a cura di Marcello Smarrelli, che con l’obiettivo di rilanciare il discorso sul rapporto tra le arti e lo spazio pubblico coinvolge i dodici quartieri di Pesaro e il Municipio di Monteciccardo. Tredici opere permanenti nate dal dialogo con i cittadini per raccontare le “micro” e “macro” storie dei quartieri per tornare a esprimere una vocazione insita nell’identità di Pesaro, che sulla rigenerazione urbana ha sempre scommesso per proiettarsi nel futuro.

“Dalle sculture nella città all’arte delle comunità”. Il progetto a Pesaro

Attraverso il format della residenza artistica, il progetto ha coinvolto 13 artisti e autori di diversa formazione e generazione nominati Ambasciatori dell’arte – Friedrich Andreoni, Benni Bosetto, Gianni D’Elia, Matteo Fato, Oliviero Fiorenzi, Cyprien Gaillard, Paolo Icaro, Nevio Mengacci, Arianna Pace, Lamberto Pignotti, Michele Alberto Sereni, Giovanni Termini, Ricardo Aleodor Venturi, Davide Mancini Zanchi –affiancati da altrettanti curatori. 
Ed è sul finire di agosto (con l’inaugurazione di martedì 27) che, come decima tappa dell’iniziativa, si rivela il doppio intervento di Matteo Fato (Pescara, 1979), dedicato al quartiere di Soria-Tombaccia. A cura di Simone Ciglia, Una favola equestre senza cavalcata (Caretta Caretta) si divide infatti tra due luoghi simbolo di Baia Flaminia: la Biblioteca Louis Braille e gli scogli davanti al Molo Rosa dei Venti.

Matteo Fato, Una favola equestre senza cavalcata (Caretta Caretta), 2024 scultura in bronzo, 18 x 20 cm (circa), piedistallo in pietra della Majella h 20 x 25 x 50 cm scogli di Baia Flaminia, Pesaro (43°55'24.9"N 12°54'02.5”E) Courtesy dell’Artista & Monitor, Rome - Lisbon - Pereto (AQ)
Matteo Fato, Una favola equestre senza cavalcata (Caretta Caretta), 2024 scultura in bronzo, 18 x 20 cm (circa), piedistallo in pietra della Majella h 20 x 25 x 50 cm scogli di Baia Flaminia, Pesaro (43°55’24.9″N 12°54’02.5”E) Courtesy dell’Artista & Monitor, Rome – Lisbon – Pereto (AQ)

La scultura site-specific di Matteo Fato per Pesaro

Il progetto dell’artista abruzzese si muove tra natura e cultura (stelle polari del dossier Pesaro 2024) con l’obiettivo di rispondere ai bisogni della comunità. Dunque sugli scogli prospicienti il molo Fato ha collocato una scultura in bronzo su plinto in pietra della Majella dedicata alla tartaruga marina, visibile sia dalla spiaggia sia dal mare. L’opera valorizza il lavoro svolto nell’ambito del progetto di salvaguardia dell’habitat marino e costiero del Parco San Bartolo, rappresentando la tartaruga accanto a una figura umana (autoritratto dell’artista): per la prima volta Fato si cimenta con il bronzo, elaborando la sua personale idea di “anti-monumento”.  

I quadri tattili di Matteo Fato nella Biblioteca di Pesaro

Per la biblioteca, invece, l’artista ha realizzato una serie di “quadri tattili” omaggio al lavoro sull’inclusione svolto dall’istituzione simbolo del quartiere, che possiede un ricco patrimonio di libri e strumenti multimediali per persone con disabilità della vista. Rifacendosi alle pubblicazioni tattili, Fato ha creato cinque quadri da toccareche accompagnano una favola dedicata alla tartaruga e resteranno a disposizione del pubblico della biblioteca in modo permanente.

Le nuove opere di arte pubblica a Pesaro

Gli interventi di Fato si uniscono così ai segni già lasciati in città nei mesi scorsi dagli altri artisti del gruppo: a Cinque Torri, Friedrich Andreoni (Pesaro 1995) con l’itinerario in tre installazioni Arco, Archè, Archetipo; al  Quartiere 3, Colline e Castelli, Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986) con i cinque dipinti e un’insegna luminosa itinerante del progetto Paesaggio bello; a Villa Fastiggi, Paolo Icaro (Torino, 1936) con Meteorite, gemello, installazione accompagnata da una poesia di Gianni D’Elia; a Pantano, Ricardo Aleodor Venturi (Pesaro, 1994) con le tre installazioni pensate per i parchi del quartiere (Che cosa c’è dietro la scogliera?); a Monteciccardo, il lavoro sulle gigantografie di Giovanni Termini (Assoro, 1972), con Where is Monteciccardo; a San Bartolo il video del collettivo No Text Azienda in dialogo con Cyprien Gaillard.

Livia Montagnoli

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