Playmobil compie 50 anni e 10 artisti reinterpretano i pupazzetti per l’occasione

La celebre linea tedesca di pupazzetti compie gli anni e chiama un gruppo di artisti a trasformare i suoi personaggi, in versioni alte un metro e mezzo. Poi le aspetta un'asta di beneficenza

Se i danesi Lego sono i protagonisti del world building, i tedeschi Playmobil sono quelli dello storytelling. Ora, per il 50esimo anniversario della celebre linea di pupazzetti del Brandstätter Group, dieci artisti e creativi sono stati chiamati per trasformare gli omini personalizzabili in opere d’arte, che saranno svelate in una mostra di due settimane a Berlino. Ma non aspettatevi i soliti personaggi dalle faccine sorridenti alti circa 7 centimetri: questi toccano il metro e mezzo.

I creativi coinvolti per i 50 anni di Playmobil

Molto più che feticci di nostalgia culturale, i Playmobil diventano nelle mani dei creativi (che li hanno interpretati senza alcun vincolo artistico) degli evocativi oggetti d’arte, ovviamente super pop. Il progetto, curato da Hikmet Sugoer, ha coinvolto (in collaborazione con organizzazioni giovanili tedesche come SkF e PATTA Academy) nomi come Bünyamin Aydin, la mente dietro Les Benjamins; Ferdi Porsche, il fondatore di F.A.T. International; il collezionista di giocattoli Selim Varol; l’artista Boris Tellegen, noto come DELTA; l’artista di strada Hera / Jasmin Siddiqui.

Breve storia della Playmobil

È l’inventore tedesco Hans Beck (1929–2009) a essere considerato il “padre di Playmobil”. Formatosi come ebanista, era molto appassionato di modellismo di aeroplani, e propose di farne all’azienda Geobra Brandstätter (che inizialmente produceva serramenti): il proprietario Horst Brandstätter preferì chiedergli di sviluppare dei personaggi giocattolo per bambini. Beck trascorse tre anni – dal 1971 al 1974 – a sviluppare quello che sarebbe diventato il celebre brand, tenendo come linea la produzione di giocattoli non troppo difficili da utilizzare ma comunque flessibili, così da non limitare l’immaginazione dei bambini ma senza frustrarli. I piccoli che li provarono li apprezzarono subito. Con l’esplodere della crisi petrolifera nel ’73, l’aumento dei prezzi del petrolio spinse l’azienda a rivolgersi a prodotti che richiedevano materiale plastico meno solido rispetto ad altri giocattoli: questa fu la fortuna di Playmobil. Nel 1974 furono esposti nelle sale della compagnia i primi set di cavalieri, nativi americani e operai edili: nonostante le prime resistenze, il prodotto arrivò nello stesso anno sui banchi della Fiera internazionale del giocattolo di Nuremberg, dove un’azienda olandese accettò di acquistarne la produzione per un anno intero. Entro la fine dell’anno, Geobra Brandstätter aveva venduto pezzi Playmobil per 3 milioni di marchi tedeschi: nel 1975 il brand uscì nel mondo, raggiungendo nel 2009 – anno di morte del loro creatore – circa 2,2 miliardi di personaggi Playmobil venduti.

© Playmobil
© Playmobil

La mostra dei Playmobil giganti a Berlino

Per celebrare in grande stile questo primo anniversario, i personaggi Playmobil personalizzati e a grandezza naturale saranno quindi esposti alla Beinghunted Gallery di Berlino dal 30 agosto e per due settimane. Al termine dell’esposizione saranno messi all’asta su eBay, e il cento percento dei proventi sarà devoluto a Save the Children Germania.


Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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