La Rothko Chapel di Houston costretta a chiudere per i danni dell’uragano Beryl

L’uragano che lo scorso 8 luglio ha colpito il Texas, provocando morti e distruzione a Houston, ha danneggiato anche la cappella aconfessionale che custodisce un celebre ciclo di pitture murali di Mark Rothko. L’acqua ha raggiunto anche i dipinti, che ora dovranno essere restaurati

Per circa un anno, tra il 2019 e il 2020, la Rothko Chapel di Houston, in Texas, aveva chiuso al pubblico per un grande intervento di restauro sulle pitture che Mark Rothko (Dvinks 1903 – New York, 1970) vi realizzò negli Anni Sessanta, poco prima di togliersi la vita. Riaperta in tempo per celebrare il 50esimo anniversario dell’inaugurazione, che data alla fine del febbraio 1971, la cappella aconfessionale fondata dai coniugi e collezionisti John e Dominique de Menil per essere uno spazio spirituale aperto a tutte le religioni – luogo di incontro e dialogo, oltre che di raccoglimento – è ora costretta a serrare nuovamente battenti.

Rothko Chapel, Houston
Rothko Chapel, Houston

I danni dell’uragano Beryl nella Rothko Chapel di Houston

Anche l’edificio progettato dagli architetti Philip Johnson, Howard Barnstone ed Eugene Aubry, oggi tra le attrazioni più visitate di Houston, è stato infatti colpito seriamente dalla furia dell’uragano Beryl, che lo scorso 8 luglio, in arrivo dal Mar dei Caraibi, si è abbattuto sul Texas, provocando la morte di tre persone (delle oltre sessanta vittime lasciate lungo il suo cammino) e numerosi sfollati, inondando strade e interrompendo l’approvvigionamento dell’elettricità.
Nella Cappella il passaggio di Beryl ha provocato diversi danni strutturali, dovuti all’infiltrazione di acqua dalla copertura dell’edificio, colpita da piogge torrenziali e forti raffiche di vento. L’acqua, permeata nel soffitto e su diverse pareti, ha danneggiato in misura variabile anche tre delle quattordici pitture murali del ciclo Seagram Mural, a opera di Rothko, che nel 1964, contattato dai coniugi de Menil, produsse per l’edificio una delle prove più intense di Color Field Painting.

Rothko Chapel, Houston
Rothko Chapel, Houston

La pittura Color Field di Mark Rothko per la Cappella di Houston

La definizione coniata dal critico Clement Greenberg – già teorico dell’Espressionismo Astratto, di cui Rothko è considerato tra i massimi esponenti – indica una forma di pittura in cui il colore non ha altra finalità che manifestare sé stesso. L’austerità e l’emotività controllata tipiche del Color Field si offrono da più di 50 anni al confronto con chi osserva le grandi pitture dai toni scuri – dal viola al nero fino al rosso cupo – allestite sulle pareti interne del “santuario”, nel frattempo diventato campus di inclusività, con uno spazio di accoglienza museale per i visitatori, aree verdi che invitano alla sosta e il Broken Obelisk di Barnett Newman omaggio a Martin Luther King.

Barnett Newman, Broken Obelisk, Rothko Chapel, Houston
Barnett Newman, Broken Obelisk, Rothko Chapel, Houston

La Rothko Chapel chiusa al pubblico a tempo indeterminato

Il restauro completato nel 2020 sotto la supervisione dell’Architecture Research Office di New York e della George Sexton Associates, costato 30 milioni di dollari, si era concentrato proprio sull’analisi delle condizioni strutturali dell’edificio, oltre che sull’ammodernamento dei sistemi di sicurezza e dell’impianto di illuminazione delle pitture. Ma i danni dovuti all’uragano rendono necessario un nuovo intervento, di cui ancora non sono stati stimati i costi (al lavoro per determinarli c’è la Whitten & Proctor Fine Art Conservation), e che costringe alla chiusura a tempo indeterminato dell’edificio per velocizzare “ed effettuare nel modo più efficace e completo” le operazioni di riparazione e restauro. A parlare è David Leslie, direttore del sito, che rassicura sulla priorità accordata “al ripristino della Cappella e alla messa in sicurezza delle pitture di Rothko”. Solo qualche mese l’ente no-profit che gestisce la Rothko Chapel aveva ricevuto una donazione pari a 1 milione di dollari per ulteriori progetti di ampliamento e conservazione che completeranno il piano Opening Spaces – avviato con il restauro del 2020, costerà altri 42 milioni di dollari e vedrà la realizzazione di un archivio e di un giardino di meditazione – entro il 2026: fondi che ora si rivelano provvidenziali per l’intervento d’urgenza. Nel frattempo la programmazione autunnale di eventi e attività promossi dall’ente sarà ripensata in altri spazi della città.

Livia Montagnoli

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