L’ultima opera di Gaetano Pesce arriva a Napoli
L'installazione del celebre designer ligure, scomparso da pochi mesi, arriverà in Piazza Municipio con due sculture in dialogo tra loro. Che omaggiano la storia della città (e le radici familiari)
È pensando a Napoli che il grande designer e scultore italiano Gaetano Pesce ci lasciò, nell’aprile 2024. Era da due anni immerso nella creazione di una grande installazione, Tu si ’na cosa grande, che verrà presto regalata ai napoletani, e al mondo intero. Non come testamento, ma come ultimo atto d’amore per una città, e una cultura, che molto gli parlavano della sua stessa vita. Questo “lavoro finale” arriverà infatti nella città partenopea il prossimo 9 ottobre, nell’ambito dell’edizione 2024 del programma Napoli Contemporanea accanto a opere come la rinata Venere di Michelangelo Pistoletto.
Tu si ’na cosa grande, l’opera di Gaetano Pesce per Napoli
La grande installazione sarà curata da Silvana Annicchiarico – per 11 anni direttrice del Triennale Design Museum di Milano e per lungo tempo legata a Pesce da profonda amicizia e collaborazione professionale – e sarà composta da due sculture in dialogo fra loro, che ogni notte si illumineranno dall’interno. La prima sarà una rivisitazionedell’abito di Pulcinella, che verrà appoggiato a una struttura metallica sottile di 12 metri e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori. La seconda, posta di fronte alla prima, sarà un cuore rosso alto cinque metri trafitto da una freccia metallica che lo sostiene, a sua volta conficcata su una piattaforma di legno triangolare di 50 cm. Un cuore innamorato, quello di Pesce, di una Napoli alla quale si sentiva anche intimamente connesso: nonostante i natali spezzini, la sua famiglia paterna era sorrentina.
L’installazione di Gaetano Pesce
I temi sono quelli ricorrenti della poetica di Gaetano Pesce: l’attenzione al femminile, l’utilizzo di materiali contemporanei, l’estetica dello scarto e dell’imperfetto e l’attenzione al corpo, con un guizzo autobiografico. A cambiare, con Tu si ‘na cosa grande, è soprattutto la dimensione del lavoro: Pesce traspone una ricerca decennale sugli interni abitativi su una scala urbana. All’interno dell’efficace programma curato da Vincenzo Trione, l’installazione sarà insediata al posto della Venere degli stracci (che resterà comunque alla città di Napoli) nella centralissima piazza Municipio, nonostante il progetto iniziale fosse quello di porla presso la Rotonda Diaz. Qui, al suo posto, sarebbe dovuta sorgere l’opera Io contengo moltitudini di Marinella Senatore, ma l’inaugurazione è stata rimandata a data da destinarsi per commemorare la tragedia di Scampia.
Il rapporto tra Gaetano Pesce e Napoli
Anche se non avrebbe mai visto l’opera compiuta, Pesce aveva lavorato per due anni al progetto napoletano, sempre affiancato da Annichiarico. “Da oltre un anno era impegnato nella progettazione di una monumentale opera d’arte pubblica nell’ambito della nostra rassegna Napoli Contemporanea. Un lavoro imponente e al contempo delicato, che avrebbe parlato della nostra città, accostando all’archetipo della maschera un cuore vivo e pulsante, simbolo del legame con il nostro territorio”, aveva commentato al tempo della morte dell’artista il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. E così sarà, grazie a un ‘opera che riesce a porsi contemporaneamente come popolare e concettuale, senza rinunciare a una compiuta emotività comunitaria.
Giulia Giaume
Articolo aggiornato il 18 agosto 2024.
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