Fine estate a Sorrento con una mostra dedicata ad Antonio Ligabue

Ospitata negli spazi di Villa Fiorentino, la mostra riunisce le opere realizzate dal visionario artista, ponendo un focus sulla vita e sui tormenti che hanno preso forma in una pittura dai toni espressionisti

Tra Corso Italia e le mura antiche della città di Sorrento si trova Villa Fiorentino, antica dimora dei coniugi Antonino Fiorentino e Lucia Cuomo (storici artigiani e tessitori di fazzoletti) costruita nei primi Anni Trenta e donata alla città alla fine del Novecento.
Oggi, la storica residenza si è trasformata in polo culturale e ospita ciclicamente progetti espositivi, come Antonio Ligabue a Sorrento, la grande mostra dedicata all’artista italiano, visibile sino al 16 novembre, a cura di Marco Dall’Acqua.

Antonio Ligabue, Testa di tigre, 1956, olio su tela
Antonio Ligabue, Testa di tigre, 1956, olio su tela

“Antonio Ligabue a Sorrento”: la mostra

La mostra Antonio Ligabue a Sorrento riunisce pitture, disegni e sculture realizzate dall’artista italiano nel corso della sua vita, suddividendole in sezioni. Le opere selezionate si fanno portavoce dei suoi tormenti, svelando aneddoti e fasi importanti della vita di Ligabue che prendono forma in ritratti, autoritratti e negli iconici animali.
Sebbene si sia espresso con maestria attraverso la scultura, la pittura è stato sicuramente il linguaggio che Ligabue ha fatto suo con maggior velocità, trasformando il colore in pura carica emotiva che rimanda all’espressionismo dei Fauves.

Parola al curatore Marco Dall’Acqua

All’atto del dipingere Ligabue si preparava immedesimandosi in ciascuno degli animali che avrebbe rappresentato, adattando il proprio corpo, altrimenti goffo e deforme, a riprodurne movenze, atteggiamenti tipici, sbattere di ali, digrignare di fauci, scatti di zampa, ad aggredire, a difendersi, mentre ruggiva, ululava, pigolava e faceva mille altri versi, ripetuti ossessivamente”, così spiega il curatore Marco Dall’Acqua (e massimo esperto di Antonio Ligabue) nel testo di accompagnamento alla mostra. “Il suo mondo interiore era insieme semplice, nell’intuire la lotta per la vita come momento fondante dell’esserci e dell’essere, nell’inquietante rapporto totale, definitivo, di sospensione tra vita e morte. I modelli iconografici sono occasionali e Ligabue li attinge da una esperienza quotidiana di visione che certamente ha nel cinema uno dei punti forti di partenza ed al quale si possono aggiungere le litografie popolari da osteria, i giornali raccattati casualmente od offerti da conoscenti che sapevano della sua passione per gli animali, i libri che consultava alla Biblioteca Maldotti di Guastalla”.

La storia di Fondazione Sorrento a Villa Fiorentino

Ispirati dall’estetica dell’America meridionale del XIX Secolo, gli artigiani e tessitori Antonino Fiorentino e Lucia Cuomo affidarono l’incarico di costruzione di Villa Fiorentino all’ingegnere Almerico Gargiulo, che la ultimò tra il 1935 e 1936.
La villa comprendeva un’area commerciale e di esposizione per i loro particolari fazzoletti, uno spazio per ricevere i clienti più facoltosi e gli appartamenti privati (suddivisi tra il primo piano e il piano rialzato). All’esterno la dimora godeva di un giardino dove erano piantate una gran varietà di rose e camelie.
Con la chiusura delle attività e ormai anziani, Antonino e Lucia Fiorentino donarono l’intera proprietà alla città di Sorrento, affinché la villa potesse diventare un punto di riferimento per la comunità, trasformandosi in un polo culturale e museale sotto il nome di Fondazione Sorrento.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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