La Crescentina: casa di campagna nel Monferrato che ospita mostre e una collezione d’arte
Riparte con una mostra di Maïmouna Guerresi la stagione artistica di La Crescentina - Laboratorio per l'Arte che per 30 anni è stata cenacolo di artisti, critici e galleristi nella natura delle colline piemontesi
A Fubine, nel Basso Monferrato dove è ancora in corso la nuova rassegna Germinale, c’è da alcuni anni una casa di campagna che ospita una collezione di arte moderna e contemporanea e che sostiene gli artisti attraverso un programma di mostre e incontri. Si chiama La Crescentina – Laboratorio per l’Arte e il 15 settembre riaprirà la sua programmazione con una mostra della fotografa e scultrice italo-senegalese Maïmouna Guerresi (Pove del Grappa, 1951).
La Crescentina – Laboratorio per l’Arte tra Asti e Alessandria
“La Crescentina è stata, ed è tutt’ora, la casa che ho voluto dedicare alla condivisione dei miei legami con il mondo dell’arte e alla mia passione come collezionista di opere e oggetti di design”, spiega ad Artribune l’architetto Alessandro Monteforte che insieme a Fiorella Miraglio fonda nel 2021 questo centro culturale a metà strada tra Asti e Alessandria che, per 30 anni, è stato un cenacolo di artisti molto vivace, prima di diventare un produttore di mostre ed eventi a cura della storica dell’arte Marzia Capannolo.
La storia trentennale della cascina cenacolo di artisti
“Iniziai a ristrutturare questa vecchia cascina alla fine degli anni Ottanta già con l’idea che essa potesse custodire, come uno scrigno, tutte le magnifiche energie che mi ha sempre restituito l’amicizia con alcuni grandi artisti come Urano Palma, Aldo Mondino e Maïmouna Guerresi, e con alcuni dei protagonisti del mondo dell’arte che hanno reso Torino una grande capitale della cultura tra gli Anni Settanta e Ottanta, come Remo Pastori”, continua Monteforte. “Da abitazione privata, dove per decenni si sono spesso riuniti amici artisti, appassionati d’arte, critici e galleristi, proprio durante il lockdown ho sentito che era arrivato il momento di aprire le porte della Crescentina”.
La Crescentina oggi è un presidio culturale nel cuore del Monferrato
Così nel 2021 nasce l’Associazione Culturale La Crescentina – Laboratorio per l’Arte con lo scopo di promuovere le arti visive, la letteratura e la musica attraverso progetti culturali, mostre e convegni. Ma in modo diverso da quanto proposto dai circuiti urbani. L’idea è quella di “ristabilire una connessione profonda fra la nostra interiorità, il contatto con la natura e l’esperienza dell’arte”. Lo spazio è anche sede delle opere della collezione di proprietà del socio fondatore Alessandro Monteforte, valorizzate attraverso mostre, progetti culturali e pubblicazioni “Oggi la Crescentina è un centro culturale nel cuore del Monferrato, a metà strada tra Asti e Alessandria, ed è un presidio culturale tra le magnifiche campagne di questo territorio ancora scandito dal lavoro agricolo nei campi che tanto ci insegna sul valore del tempo e della cura, strumenti necessari, come anche nell’arte, per un buon raccolto”.
La mostra di Maïmouna Guerresi nel Monferrato
Ora arriva in Piemonte Maïmouna Guerresi con il progetto inedito Noyyi, Wéyal Noyyi / Breath, Keep Breathing,ideato appositamente per la Crescentina. Rappresentata internazionalmente dalla Mariane Ibrahim Gallery di Chicago, dopo i grandi successi che l’hanno vista impegnata in importanti mostre istituzionali, l’artista italo-senegalese porta in questo centro culturale, incastonato tra le colline, un’installazione fortemente evocativa come può essere l’immagine di un Minbar, il pulpito da cui vengono pronunciati i sermoni nelle moschee: riservato agli imam uomini è per tradizione precluso alle donne.
Il messaggio dell’opera inedita di Maïmouna Guerresi
“Nella realizzazione di questa struttura, ho deciso di sostituire la figura umana con un ventilatore che, come un soffio divino, muove delle tende appese alla porta frontale. Le tende, ottenute tagliando a strisce una coperta termica per i salvataggi, completano questo ambiguo soffio inascoltato”, spiega l’artista. “La metafora del soffio, del respiro, accompagna tutti i lavori esposti nel progetto e attraverso la rappresentazione delicata e profonda del femminile si coglie in pieno la fatica nel far ascoltare la propria voce in un contesto di disagio, sofferenze e umiliazione che ancora molte donne subiscono in tante società indiane, asiatiche, africane e occidentali”.
Claudia Giraud
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