Un gruppo di artisti ha chiesto ai cittadini di Lodi di scegliere le loro canzoni preferite per una mostra-concerto
Rientra nella programmazione “Fare collettivo” il terzo appuntamento della rassegna che invita gruppi di artisti e curatori a re-immaginare la vetrina di Platea | Palazzo Galeano tra pratiche sociali e relazionali
È concepita come una serie di episodi espositivi dedicati ai collettivi la programmazione di Fare collettivo, promossa e ospitata dall’associazione culturale Platea | Palazzo Galeano (che ha come sede una preziosa vetrina in Corso Umberto a Lodi) ora al suo terzo appuntamento dopo aver già visto la partecipazione di RM e MRZB, su selezione di Giulia Menegale. Così, dal 12 settembre al 31 ottobre 2024, è il momento di Concerto, il progetto site-specific realizzato da Extragarbo (collettivo artistico e curatoriale con base a Venezia fondato nel 2019 da Est Coulon, Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi, Edoardo Lazzari, Leonardo Schifino e Theresa Maria Schlichtherle) con il coinvolgimento attivo della cittadinanza lodigiana.
L’intervento del collettivo Extragarbo da Platea | Palazzo Galeano
“Come in un concerto, termine che nel gergo sinfonico indica un dialogo tra diversi strumenti o tra un solista e un coro, abbiamo installato all’interno dello spazio espositivo un juke-box. La macchina, come un solista in relazione allo spazio urbano antistante, diffonde accidentalmente i brani raccolti nel corso della ricerca condotta sul campo. L’eclettico repertorio raccolto attiva lo spazio espositivo e la platea che lo fronteggia. La musica si diffonde nell’area circostante attraverso un dispositivo relazionale che intende interrogare criticamente la vetrina con la sua visibilità privilegiata, nel tentativo di rendere permeabili i confini tra esterno ed interno, pubblico e privato, restituendo la ricchezza e la complessità con cui la città viene percepita e attraversata”, raccontano dal collettivo.
Il collettivo Extragarbo tra pratiche sociali e relazionali
Infatti, attraverso un’indagine che intreccia le teorie di Sonic agency del teorico statunitense Brandon Labelle con quelle di immaginazione sociologica di Avery Gordon, Extragarbo ha intervistato un centinaio di persone provenienti dalle diverse comunità che compongono l’eterogeneo sistema sociale della città: “Se potessi scegliere una musica da diffondere nello spazio pubblico, quale sarebbe? In che luogo vorresti diffonderla?”. E dalle risposte è emerso un “archivio affettivo, una cartografia sonoro-sentimentale della città”, continua il collettivo veneziano.
Palazzo Bronzo a Platea Project
Nello stesso momento Palazzo Bronzo attiverà, invece, gli spazi di Platea Project con l’obiettivo di indagare le possibilità di incontro e relazione con le comunità locali grazie a un’installazione ambientale. Questa, già inaugurata in occasione del primo appuntamento di Fare collettivo, è in continuo aggiornamento e accoglie gli esiti di ogni intervento: “Seguendo le orme della cartografia affettiva tracciata da Extragarbo, Palazzo Bronzo ne accoglie e assorbe i lasciti nel proprio archivio-installativo in progress. Così facendo si sperimenteranno modalità collettive di vivere lo spazio pubblico attraverso l’utilizzo di elementi chiave riconducibili alla pratica sociale aggregativa, promozionale e associativa della tipica sagra”.
Caterina Angelucci
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati