Arriva la biennale Manifesta15 a Barcellona. La guida su cosa fare e cosa vedere
La biennale d'arte senza fissa dimora approda quest‘anno a Barcellona (dopo l’edizione in Kosovo di due anni fa) per la sua quindicesima edizione, la più ambiziosa di sempre per estensione. Sedici sono le sedi dislocate nell’area metropolitana della città e ricco è il programma di eventi
Manifesta, la biennale nomade dell’arte contemporanea, quest’anno fa tappa a Barcellona dall’8 settembre al 24 novembre 2024.
Con 16 sedi sparse nell’area metropolitana di Barcellona per oltre 3.000 chilometri quadrati, il capoluogo della Catalogna si prepara a ospitare gli eventi in programma per la rassegna d’arte che percorre l’Europa.
Si tratta dell’edizione più ambiziosa, per estensione, sinora concepita dalla sua prima apparizione (M1, Rotterdam 1996); certamente tra le più attese e attendibili nel vasto panorama delle biennali, tante nate proprio nell’ultimo decennio e nutrite dalla biennial fever che ha contaminato il sistema dell’arte.
La mission e i temi affrontati da Manifesta15
Fedele alla volontà di intervenire su aree problematiche e/o decentrate del continente, (per quanto Barcellona non si direbbe in cima alla lista) e coerente nel proposito di creare occasioni di crescita per la scena artistica locale, Manifesta15 osserva e indaga le dinamiche territoriali della città ospitante, analizzando le questioni più urgenti e ragionando sulle possibili soluzioni.
La quindicesima edizione affronterà, infatti, il difficile rapporto tra centro e aree periferiche, invitando la comunità locale al dialogo tra la città di Barcellona e i suoi dintorni, attraverso la condivisione di progetti urbanistici, di arte e design che accolgano le tematiche eco-sociali di respiro globale. Ecco spiegato perché la kermesse coinvolgerà ben 12 città dell’area metropolitana di Barcellona.
La geografia di Manifesta15 a Barcellona
Le 12 focus weeks della biennale itinerante, diretta dalla fondatrice Hadwig Fijen e guidata dall’architetto spagnolo Sergio Pardo, si articoleranno intorno a tre nodi geografici che legano la vasta regione metropolitana coinvolta.
Il fiume Besòs, il delta del Llobregat e la catena montuosa del Collserola saranno le sedi dei tre cluster; aree che lambiscono Barcellona e che saranno presto interessate da grandi trasformazioni urbane. A ciascun nodo corrisponde, peraltro, un tema specifico: Imagining Futures (area Besòs); Cure and Care (catena montuosa del Collserola); Balancing Conflicts (delta del Llobregat).
Le tre aree si ricongiungono all’anello centrale della rassegna, Casa Gili, situata nel quartiere dell’Eixample nel cuore di Barcellona. Edificio simbolo del movimento razionalista catalano, l’headquarters della biennale è l’ex sede dell’Editorial Gustavo Gili, casa editrice nota per le prime pubblicazioni in lingua spagnola di autori del mondo dell’arte e dell’architettura.
Ma vediamo nel dettaglio i 3 cluster di Manifesta15, tra sedi storiche e siti industriali mai aperti al pubblico.
“Imagining Futures” lungo il delta del fiume Besòs
La città di Sant Adrià de Besòs, caratterizzata da un paesaggio urbano discontinuo, sul quale svettano i tre camini della Sagrada Família dei lavoratori, accoglie la tematica Imagining Futures – una nuova urbanizzazione post-industriale.
La vecchia centrale termoelettrica con i suoi tre camini sorge sulla riva sinistra del fiume Besòs ed è considerata un simbolo del recente passato industriale.
In occasione di Manifesta, il sito aprirà le porte al pubblico, con le opere di 16 artisti e 5 collettivi. Gli ambienti esterni e la sala delle turbine ospiteranno le fragili architetture del portoghese Carlos Bunga, i paesaggi visionari di Julian Charrière e le atmosfere sensoriali di Mike Nelson. A questi nomi si aggiungono Niels Albers, Carolina Caycedo, Jeremy Deller, Alexandra Daisy Ginsberge, Asad Rasa, Ugo Schiavi e le opere tessili dell’artista spagnola Aurèlia Muñoz, scomparsa nel 2011.
Ai Tre camini ci si potrà imbattere nello scheletro di un riccio di mare evocato da URCHINS, l’installazione a uncinetto ideata da Choi+Shine. Ma non è tutto, perché nella terra del Besòs sarà possibile trovare, tra le presenze italiane a M15, l’immancabile duo Claire Fontaine.
Manifesta15 nelle archeologie industriali della regione del Besòs
Gli ambienti de La CIBA ospiteranno i lavori di un’altra presenza italiana a Barcellona, Chiara Camoni.
Situata nella città di Santa Coloma de Gramenet, La CIBA è una struttura pubblica fondata nel 2020 a sostegno delle donne. È qui che nasce il progetto di Lara Schnitger con le donne della comunità di Santa Coloma: 12 striscioni garriscono dai camini della città, segnalando i resti delle ormai dismesse fabbriche tessili.
Ci troviamo ancora nell’area del Besòs. Imagining Futures, infatti, attraversa ben quattro città della regione del fiume, propagandosi su un territorio di 80 chilometri quadrati.
Segue la città di Badalona, dove il Besòs sfocia nelle acque del Mediterraneo. Raggiungendo la Platja del Coco sarà possibile immergersi nell’installazione sonora di Felice Blume.
Non si può lasciare il fiume senza una visita al M|A|C. Il Mataró Art Contemporani è attivo dal 2022 nell’ex carcere della città di Mataró e accoglierà le opere di Korakrit Arunanondchai, Marta Atienza, Priyageetha Dia, Eva Fabregas, Domènec e Maya Watanabe.
“Cure and Care” tra i monti del Collserola
Cure and Care si annida nella storica contea di Vallès, il polmone verde di Barcellona, tra le cuspidi della catena montuosa del Collserola. Dominata dal monte Tibidabo, l’area è nota per la presenza del monastero benedettino di Sant Cugat del Vallès che sarà sede del cluster Cure and Care – mente, corpo e ambiente. In mostra a Sant Cugat saranno visibili i lavori dell’italiana Bea Bonafini e di altri 12 artisti internazionali, insieme al progetto collaborativo di ricerca artistica e radiofonica SLUMBER.
Nella vicina Terrassa sorge Il complesso episcopale di Ègara che vedrà le sospese narrazioni postcoloniali del giovane artista malese Marcos Kueh e le opere di Buhlebezwe Siwani, che si interrogano sul corpo e il ruolo femminile nelle comunità sudafricane.
Da non trascurare, le reliquie marziali dell’artista Eva Chettle al Museo di Scienze Naturali di Granollers. A circa un chilometro, il Can Jonch – Centre de Cultura per la Pau costituisce una tappa imperdibile per assistere al lavoro interdisciplinare, che fonda arte e cinema, del duo italiano MASBEDO, impegnato nella performance Ghost soldier.
Una visita al mulino di Vapor Buxeda Vell
L’avvento dell’industrializzazione ha alterato il paesaggio agricolo dell’intera area di Vallès. Siamo ancora tra i monti di Collserola, a Sabadell, dove il mulino della dismessa fabbrica tessile (Vapor Buxeda Vell) che nel 1852 illuminò la città con l’energia elettrica, accoglierà il pubblico della kermesse. Protagoniste di questo venue saranno le installazioni di Tanja Smeets che, richiamando la biodiversità della Serra di Collserola, simulano sviluppi organici in ambienti interni – ossia inanimati – suggerendo una crasi tra naturale e artificiale. I lavori dell’artista olandese entreranno in dialogo con l’universo femminista di Lara Schnitger, animato da sculture che assumono fattezze femminili attraverso un processo di tessitura, in un chiaro rimando alla memoria industriale del luogo.
La tappa conclusiva a Casa Gomis tra artisti e collettivi
L’itinerario di Manifesta15 si conclude con l’ultimo cluster dedicato a Balancing Conflicts – bilanciare crescita e conservazione.
L’area del delta del Llobregat è minacciata da una feroce espansione urbana che ne divora l’identità paesaggistica. Seppur soffocata dalle sempre più estese zone portuali e aeroportuali, la città di El Prat de Llobregat preserva intatta l’area verde che cinge Casa Gomis. Nota anche come La Ricarda, la villa modernista è sede del terzo cluster e fungerà da contenitore espositivo per le opere di ben 18 artisti e 3 collettivi. Da segnalare la presenza dell’artista Ruta Putramentaite, con un lavoro che indaga l’esistenza umana tra rivoluzione tecnologica e crisi climatica. La minaccia agli equilibri naturali del pianeta – l’Antropocene – è centrale anche nelle produzioni di Lin May Saeed e del duo Anca Benera e Arnold Estefan. A Casa Gomis ritroveremo ancora il lavoro di Chiara Camoni e sarà possibile apprezzare le video installazioni di Larry Achiampong. Prima di rientrare a Barcellona, un’ultima tappa all’Hospitalet de Llobregat, per scoprire le opere dell’artista italo-senegalese Binta Diaw.
Gemma Gulisano
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