“Dipingo anche sotto la pioggia”. Prima mostra in Italia del post-impressionista Lehmpfuhl 

Approda all’Art Forum Würth Capena la personale di un pittore che lavora all’aria aperta di cui il collezionista Reinhold Würt acquista quadri da oltre vent’anni

Pittura en plein air con impasti densi di colore e vedute prospettiche di paesaggi naturali e città in costruzione. Sono quaranta le opere dell’artista Christopher Lehmpfuhl (Berlino, 1972) presentate per la prima volta in Italia all’Art Forum Würth Capena. Il titolo della mostra, Pathos und Pastos, racchiude in sé il fascino di una pratica artistica attuata non con pennelli e spatole, bensì con le mani.  

Chi è Christopher Lehmpfuhl 

Ho scelto questo approccio perché lavoro alle mie tele con tutti i sensi. Ho bisogno di percepire l’atmosfera che mi circonda, così la mia distanza rispetto all’opera si annulla” ha raccontato Lehmpfuhl durante l’inaugurazione della mostra divisa in tre cicli pittorici. “Durante i miei viaggi dipingo all’aperto anche a meno venti o a cinquanta gradi, la pittura cambia a seconda della temperatura”. Apre il percorso la serie Neue Mitte, olii raffiguranti la sua città. Non si tratta di vedute da cartolina, ma di spaccati urbani in continua evoluzione. “Il dipinto più difficile mai realizzato? Il trittico in cima al Duomo di Berlino. Per arrivarci bisogna salire una scala molto stretta. La difficoltà è stata quella di portarci il materiale. Ho dipinto un pannello al giorno, poi dovevo pulire tutto. Alla fine anche i turisti erano sporchi di colore!” ha confidato l’artista rivelando l’intenzione di venire a Roma per creare vedute della “città più bella al mondo”. Le tele di maggior formato misurano 180×240, la dimensione massima che il suo furgone o “atelier mobile” può accogliere.  

La mostra di Christopher Lehmpfuhl a Capena 

Se piove io continuo a dipingere. Il colore ad olio tiene molto. In Islanda ho dipinto sotto una tempesta, ma funziona. Succede che il vento sollevi sabbie e foglie che entrano nei dipinti. A volte i quadri rimangono fermi all’aperto per molto tempo acquisendo elementi del contesto”. Alla minuta serie di esotici acquerelli dipinti a Goa ed Hampi in India, che attestano un breve ritorno al pennello, segue il più intimo ciclo Neue Heiman. Sette lavori in b/n del 2019 dedicati al lutto dei genitori, scomparsi nel 2018. Furono proprio il padre fisico e la madre pianista ad incoraggiare il suo talento quando a otto anni Lehmpfuhl cominciò a riprodurre schizzi copiando gli impressionisti. L’artista si definisce un post-impressionista individuale e sembra in stretto dialogo, per matericità e visioni, con quel filone di cui fa parte anche l’artista berlinese Frank Auerbach, tornato quest’anno alla Biennale di Venezia con la mostra Starting Again dopo la vittoria del Leone d’oro alla Biennale dell’86. 

Christopher Lehmpfuhl in Italia 

Sin dai tempi del Romanticismo si avverte un sentimento panico ultra-sensoriale, che alcuni artisti tedeschi portano avanti tutt’oggi. Non è un caso che qualche anno fa Lehmpful realizzò di buon grado una mostra alla Vinoteca di Vallocaia in Toscana, cui il proprietario svizzero Rudi Bindella ha annesso una galleria d’arte. “Vino e paesaggi inebriano e ispirano” ha chiosato l’artista. E non è un caso che uno degli olii dedicati alla famiglia, ritrae il carretto con il quale suo nonno vendeva un tipo speciale di pane. “Ne ho recuperato la ricetta. È caratterizzato da una superficie croccante chiamata appunto ‘crosta di Berlino’. Creerò un’azienda apposita per produrre quello che ritengo il pane più buono della mia città”. 

Francesca de Paolis 

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Francesca de Paolis

Francesca de Paolis

Francesca de Paolis si è laureata in Filologia Moderna con indirizzo artistico all'Università La Sapienza di Roma proseguendo con un Corso di Formazione Avanzata sulla Curatela Museale e l'Organizzazione di Eventi presso l'Istituto Europeo di Design (IED). Ha insegnato Storia…

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