A Pompei un rigattiere scopre di aver sempre avuto in casa un autentico Picasso da 12 milioni di euro
Dopo lunghi anni di accertamenti quella tela arrotolata ritrovata negli Anni Sessanta nello sgombero della cantina di una villa a Capri si rivela essere il “Buste de Femme Dora Maar” del maestro del cubismo
“La sottoscrizione dicente Picasso sul fronte del dipinto originale ‘Buste de Femme ritratto di Dora Maar’ è autografa e riconducibile alla mano del maestro mentre non ve ne è alcuna evidenza che ne dimostri la natura apocrifa”, sentenzia così la perizia consegnata a Luca Gentile Canal Mercante, l’appassionato d’arte e ricercatore di tesori nascosti che ha seguito la famiglia di un rigattiere di Pompei nella lunga (se non lunghissima) serie di accertamenti di una tela che riportava la firma di Picasso.
Il ritratto scomposto di una donna riporta la firma “Picasso”
Erano gli Anni Sessanta quando di ritorno dallo sgombero della cantina di una villa a Capri un rigattiere porta a casa una tela arrotolata che rivela custodire il ritratto scomposto di una donna. Affascinato dall’opera decide di incorniciarla e la appende in salotto, ignorando la firma (in alto a sinistra) di un nome altisonante. Tuttavia, è il primogenito del mercante a portare l’attenzione sul ritratto tanto è simile alle immagini che vede nel suo libro di storia dell’arte.
Il percorso di indagini per attestarne l’autenticità
Sono i primi Anni Duemila ad aprire il percorso di accertamenti, analisi chimiche sui materiali, confronti con opere autenticate di Picasso e indagini storiografiche che porta sempre più ad abbandonare l’idea della natura aprocrifa del ritratto. Così, mentre il rigattiere viene a mancare, a sposare la causa (insieme alla famiglia) è il cacciatore di tesori nascosti Luca Gentile Canal Marcante, presidente della Fondazione Arcadia insieme a cui sull’opera si esprimono anche Paolo Cornale (CSG Palladio), Davide Bussolari (X Diagnostica per l’Arte Fabbri), Franca Vitelli (Studio Legale Vitelli) e l’ingegnere Maurizio Seracini, massimo esperto nelle analisi chimico-scientifiche delle opere d’arte.
La sentenza finale: “È un Picasso!”
Ma è la grafologa forense e dell’arte Cinzia Altieri che a Milano l’ultimo giorno di settembre ne avvalora l’autenticità riconducendo l’opera “alla mano del maestro”. E ora l’ultima parola spetta ai figli del cubista di Malaga che gestiscono la Fondazione Picasso e che, invece, nutrono dei dubbi. Infatti, pare che nel catalogo ufficiale del pittore esisti già un dipinto simile a quello ritrovato dal rigattiere anche se ora dovranno riprendere in considerazione la valutazione. E se questa dovesse essere confermata il valore del quadro arriverebbe a 12 milioni di euro.
Caterina Angelucci
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