L’eredità visionaria dell’artista Roberto Matta è in mostra a Venezia

La Galleria Tommaso Calabro presenta viaggio visivo nell’universo di Roberto Matta, tra esplosioni cosmiche e visioni surreali in una selezione di oltre venti opere che aprono finestre su mondi onirici e sfidano i confini dell’arte

Dedicata all’opera visionaria di Roberto Sebastián Matta (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002) la nuova mostra nella sede veneziana della Galleria Tommaso Calabro permette di immergersi nell’universo creativo di uno dei più influenti surrealisti del XX Secolo. 
Matta si considerava un esploratore della visione e, nelle sue opere, non si limitava a rappresentare la realtà visibile, ma esplorava mondi onirici e universi in evoluzione. Queste caratteristiche emergono con forza nelle opere esposte a Venezia, dove lo spazio pittorico diventa fluido e multidimensionale, animato da forme geometriche e cosmiche in costante trasformazione. 

L’arte di Roberto Matta tra cosmologia e sogno

La mostra raccoglie oltre venti opere, realizzate tra New York, Roma, Milano e Parigi, che coprono i periodi più significativi della carriera di Matta, dalla fine degli Anni Quaranta all’inizio dei Settanta. Le opere riflettono l’evoluzione del suo stile, dal concetto di “cubo aperto” alle cosmologie pittoriche, fondendo natura, inconscio e specie in un linguaggio dinamico e vibrante.
Durante il suo periodo a New York, tra il 1939 e il 1949, Matta influenzò profondamente l’Espressionismo Astratto, e l’opera Senza titolo (1949) incarna perfettamente la gestualità libera e i colori intensi che caratterizzano il suo periodo newyorkese.

Universi in risonanza nella mostra di Matta a Venezia

L’allestimento favorisce un dialogo tra le opere, accostando tele e disegni di epoche diverse secondo affinità cromatiche e stilistiche. Tra i pezzi più significativi spiccano quattro disegni del 1943, come Animaux e Soleil creati per la rivista surrealista VVV, fondata da André Breton a New York. Questi lavori catturano il dinamismo di Matta, che partiva da gesti astratti per poi evolvere verso forme figurative. Uno dei momenti più suggestivi della mostra si trova in una sala della galleria, dove L’or du Veau (1969), che cattura l’attenzione per la sua potenza cromatica e le atmosfere futuristiche. L’opera richiama l’immaginario fantascientifico, evocando l’estetica di Star Wars, alla quale lo stesso George Lucas si è ispirato.

Roberto Matta, tra esplorazione dell’inconscio e visioni fantascientifiche 

Nella stessa sala, è esposta Alidor (1974), una poltrona disegnata da Matta in collaborazione con l’azienda Gavina. Come cornice sonora, si può ascoltare la voce dell’artista, descrivere il suo processo creativo, un percorso che parte da gesti astratti per poi evolversi in visioni figurative, ciò che Matta chiamava una sorta di allucinazione. Questo approccio è ben rappresentato in Cris-fixe (1958), un’opera emblematica che esplora il conflitto interiore attraverso una composizione ricca di simbolismi, dove tratti rapidi e colori intensi danno vita a figure riconoscibili. 
La mostra veneziana rappresenta un’immersione totale nell’universo di Matta, dove realtà e immaginazione si fondono in un viaggio tra galassie lontane e profondità dell’inconscio. Le opere esposte narrano la straordinaria carriera di un artista visionario, che ha anticipato molte delle tendenze più rilevanti dell’arte del Novecento e lasciato un segno indelebile nel panorama artistico.

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