A Siena riapre dopo 16 anni Palazzo delle Papesse: le foto della prima mostra di Julio Le Parc

Dopo l’acquisto ufficiale da parte della società Opera Laboratori della storica residenza di Caterina e Laudomia Piccolomini, viene presentata la prima mostra che riporta il palazzo a centro d’arte contemporanea 

È stata inaugurata a giugno di quest’anno la nuova vita del Palazzo delle Papesse a Siena – anche conosciuto come Palazzo Piccolomini e costruito nel XV secolo su progetto di Bernardo Rossellino – dopo che l’ente organizzatore di mostre ed eventi culturali con base a Firenze (e molti clienti e interessi in giro per l’Italia e in particolare a Siena) Opera Laboratori ha siglato un accordo di acquisto (per oltre cinque milioni di euro) con la Banca d’Italia, con cui prende la proprietà e la gestione dello storico edificio. L’obiettivo? Dar vita a un ambizioso progetto (tra mostre, eventi esclusivi, attività didattiche e laboratori per bambini con una loro area dedicata, oltre a una libreria con bookshop e merchandising vario e un bistrot con caffetteria che il museo non aveva mai avuto nei suoi 10 anni di attività) che vuole riposizionare la residenza di Caterina e Laudomia Piccolomini al centro delle istituzioni culturali italiane, dopo gli anni discutibili della gestione da parte del mercante d’arte Beniamino Levi (su concessione della Banca d’Italia). A tal fine Opera Laboratori ha lavorato nel palazzo per tutta l’estate per ripristinarne gli ambienti, riqualificare gli impianti, mettere a norma gli spazi espositivi e aprirne di nuovi (come una suggestiva cantina scavata nel tufo, oltre il cortile) e per rendere fruibile un edificio storico da troppi anni sottoutilizzato o chiuso. Il risultato è un ambiente espositivo credibile e ben fruibile, capace di ospitare anche mostre impegnative e articolate come quella inaugurale.

La prima mostra del nuovo corso del Palazzo delle Papesse

Così, il corso di Palazzo Piccolomini delle Papesse firmato da Opera Laboratori si apre con Julio Le Parc. The discovery of perception, la più importante personale (con più di ottanta opere realizzate in sessant’anni di attività) mai realizzata in Italia dell’artista argentino precursore dell’arte cinetica (Mendoza, 1928) che nel 1966 prese parte alla 33esima Biennale d’Arte di Venezia aggiudicandosi anche il prestigioso Gran Premio internazionale alla pittura. In programma dal 13 settembre 2024 al 16 marzo 2025, la mostra è curata da Marcella Beccaria in dialogo con l’artista stesso e il direttore artistico del suo studio Yamil Le Parc e vede la partecipazione di Galleria Continua. 

Papesse, allestimento
Papesse, allestimento

La prima mostra dell’artista Julio Le Parc nelle parole di Beppe Costa

Con questa prima mostra vogliamo tracciare un percorso di rinascita culturale che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio del XV Secolo che per tanti anni è stato un importante centro di arte contemporanea. L’obiettivo è costruire un ponte tra la storia e il futuro, guardando con fiducia alle nuove generazioni e portando prosperità ai territori e alle loro comunità. Dedichiamo la mostra a Daniele Petrucci, che ha sempre creduto nella forza innata di questo scrigno di rara bellezza e che continuerà a guidarci nei nostri sogni da un luogo ancora più alto dell’altana di Palazzo delle Papesse”, spiega il presidente e amministratore delegato di Opera Laboratori Beppe Costa

Papesse
Papesse

L’artista Julio Le Parc e le opere in mostra

Tra passato e presente, i colori e le luci di Julio Le Parc dialogano con gli affreschi dei soffitti del palazzo quattrocentesco con opere che provengono per la maggior parte dal suo studio a Cachan, in Francia, e che ricoprono l’intera attività dal 1968 a oggi. Tuttavia, il percorso espositivo non segue un andamento cronologico, ma restituisce tutta una serie di tematiche che scandiscono il lavoro dell’artista. “La prima necessità (è) accrescere la distanza tra l’artista e l’opera, rimuovendo non solo ogni traccia di fabbricazione manuale (il tocco pittorico dell’artista) ma anche tracce di composizione soggettiva”, scrive Le Parc, prediligendo l’utilizzo di forme geometriche esistenti in modo da attivare visivamente la superficie dell’opera e coinvolgere l’osservatore. Tra queste, c’è anche uno dei più recenti lavori – Sphere verte del 2016 – che, posto all’ingresso del palazzo, riflette e modifica lo spazio circostante grazie a una moltitudine di tessere di plexiglass verde sospese in aria. 

Caterina Angelucci 

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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