A Volterra ricollocata l’opera ambientale di Mauro Staccioli: riferimento e identità per il territorio
L’accurato restauro è stato reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra che ha anche organizzato un itinerario speciale fra le altre undici sculture dell’artista presenti nel territorio
È conosciuto dai volterrani con il termine “L’indicatore” il punto panoramico in località Spicchiaiola che collega Colle Val d’Elsa con Volterra. Il luogo segna il confine tra la provincia di Pisa e quella di Siena e fa da sfondo all’antica torre medievale di Montemiccioli che, oltre a svolgere funzioni di dogana confinaria e di vedetta, proteggeva il territorio volterrano da quello di San Gimignano. E qui, sulla SS68, da sabato 7 settembre 2024 alle ore 18 verrà ricollocato L’indicatore 2009 dell’artista Mauro Staccioli (Volterra, 1937 – Milano, 2018).
Il restauro de “L’indicatore 2009” di Mauro Staccioli
L’occasione, infatti, è data dal recente restauro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra che ha anche acquisito l’opera per la sua collezione. Inoltre, Staccioli verrà celebrato con un itinerario speciale fra le sue altre undici sculture installate nel territorio intorno Volterra a cui parteciperà anche il Museo Archivio Mauro Staccioli con un’apertura prolungata oltre i canonici orari, dalle 10 alle 19 a ingresso gratuito.
Il significato de “L’indicatore 2009” di Mauro Staccioli
“L’alta stele di Staccioli si innalza come nuova vedetta, questa volta però non più a controllare e proteggere, ma a segnare un confine che deve essere superato. […] Qui la scultura si impone quale fulcro accentratore, segno di interscambio, perentoria affermazione di un confine da superare sempre, alla ricerca dell’altro, di una relazione con il mondo che questa terra, isolata e dura, deve ricercare. L’opera segna così l’inizio del percorso, costringendoci a lanciare uno sguardo a Volterra che si staglia poco lontano sul suo monte”, scrive Simona Santini in Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009. Luoghi d’esperienza.
L’opera di Mauro Staccioli
Staccioli sperimenta inizialmente pittura e incisione, per dedicarsi solo dalla fine degli anni Sessanta alla scultura. Questa era concepita dall’artista in stretto rapporto con il luogo di destinazione, tanto che le sue opere sono sculture-intervento, caratterizzate dall’essenzialità delle forme e dall’utilizzo di materiali semplici, quali il cemento e il ferro. Staccioli nel 1976 e nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia e da quegli anni inizia a realizzare grandi opere in importanti contesti urbani, dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma all’ University Gallery di Amherst nel Massachussets, fino alla Rotonda della Besana a Milano, al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e il Parco Olimpico di Seoul. Dagli Anni Novanta, invece, sperimenta nuove forme geometriche tra cui anelli per il paesaggio del Principato di Andorra e a Monaco di Baviera, tondi a Milano e a Bergamo o sfere in Sardegna. Celebre la mostra diffusa a Volterra nel 2009.
Caterina Angelucci
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