Le cento bare di Yoko Ono arrivano al Palazzo della Ragione di Padova
L'artista pensò l'installazione, nata negli Anni Novanta e da allora itinerante, proprio nel Salone dove oggi è esposta. E dove custodisce pensieri sul genocidio, ma anche un omaggio alla vita dopo la morte
Dieci bare per dieci file, fino a riempire un salone intero: le cento casse da morto dell’artistar Yoko Ono sono comparse al Palazzo della Ragione di Padova in vista della mostra che aprirà al pubblico sabato 7 settembre 2024. Le cento bare di legno chiaro e di diverse dimensioni, da cui gemmano altrettante piante di ulivo, sono una reiterazione, l’ultima, di una celebre opera dell’artista Fluxus: Ex It, un pensiero doloroso sulla morte ma anche un omaggio alla vita che si insempra nel ciclo della rinascita.
Ex It, l’opera di Yoko Ono
L’opera dell’artista giapponese, oggi 91enne, fa il giro del mondo dal 1997, ma è nata qui, nel Salone dell’antico tribunale della città: “Ebbi l’occasione di visitare Padova, in Italia. Mi accompagnarono in un antico palazzo in pietra, costruito molti secoli fa: Palazzo della Ragione, edificato nel 1218. Senza darmi spiegazioni, un uomo mi fece salire al secondo piano. Davanti a me si apriva ora un enorme spazio, simile a una sala da ballo. Improvvisamente, nella mia visione, scorsi molte persone allineate in fila nella stanza. Cosa stava succedendo? In quel momento, la persona che mi aveva portato lì mi spiegò che quella era una stanza dove venivano effettuate le esecuzioni”, ha raccontato l’artista. “Vidi molte, molte bare di uomini, donne e bambini che riempivano la stanza. Alla fine, da ognuna delle bare spuntarono degli alberi. Gli alberi divennero una foresta. Uccelli cantavano tutt’intorno… e io cominciai a piangere. È così che è nata quest’opera. È la memoria di ogni razza, di ogni Paese. È la memoria del genocidio: il dolore, l’orrore e la salvezza. I morti volevano che ricordassimo, credo. Le nostre lacrime aiuteranno a guarire la memoria”.
La dedica della mostra padovana a Paolo De Grandis
L’arrivo della monumentale opera nella “sua” sala, dove sarà visitabile fino a febbraio 2025, è stato reso possibile dal curatore d’arte contemporanea Paolo De Grandis, scomparso nel maggio di quest’anno. Negli ultimi vent’anni De Grandis, alla cui memoria è dedicata la mostra, aveva stretto un sodalizio professionale e personale con l’artista Leone d’oro alla carriera (alla Biennale di Venezia nel 2009), chiedendole di portare Ex It a Padova. E così è stato, in un percorso curato da Jon Hendricks, a sua volta amico di lunga data di Ono.
L’opera di Yoko Ono a Padova
La mostra (gratuita, ma accessibile solo via pagamento del prezzo di visita del Palazzo) è secondo l’assessore padovano alla Cultura Andrea Colasio una “straordinaria occasione di far convivere un’installazione ricca di senso, di costante e rinnovata attualità proprio per l’universalità dei suoi temi, con il monumento civico per eccellenza della città, e con un ciclo affrescato di estrema suggestione che fa parte della lista del patrimonio mondiale UNESCO”.
Giulia Giaume
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