Il Purgatorio in natura. L’artista Alberto Di Fabio in mostra a Torino
Sono montagne che invitano all’ascesa interiore quelle dipinte da Alberto Di Fabio. Un corpus di opere che intreccia arte, scienza e spiritualità in mostra al Museo della Montagna di Torino
Un invito a lasciarsi trasportare in un viaggio visionario, dove la natura e il cosmo convivono in un’armonia severa e danzante, e dove l’arte diventa un mezzo per cogliere il respiro profondo della creazione. Stiamo parlando della mostra OROGENESI. Dipinti e carte degli anni Novanta di Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966), curata da Andrea Lerda presso il Museo della Montagna di Torino.
La mostra di Alberto Di Fabio al Museo della Montagna di Torino
Di Fabio esplora con la sua pittura le alchimie invisibili del mondo naturale e le connessioni profonde tra microcosmo e macrocosmo, tra atomi e galassie, tra montagne primordiali e galassie lontane; la sua ricerca, che ha origine dalle radici della terra e si eleva verso il mistero delle stelle, si modella sull’antica immagine di un cammino escatologico. Proprio come la montagna del Purgatorio dantesco, che funge da ponte tra la materialità terrena e l’ascesa spirituale, così le montagne dipinte da Di Fabio si ergono come presenze ibride, sospese in un tempo indefinito: vette definite ora da sinuosità organiche, ora da tratti geometrici e astratti, materializzano nell’imbrunire stilizzato dei solidi rocciosi un simbolismo profondo, evocando luoghi di purificazione e transizione, come se la grande tradizione delle visioni sul monte, dal Medioevo a oggi, venisse racchiusa e pietrificata nel tratto efficace delle tele degli Anni Novanta.
L’orogenesi spirituale nelle opere di Alberto Di Fabio
Le montagne, le rocce e le isole che abitano i dipinti non sono solo elementi geologici, ma presenze che sembrano scaturire direttamente dalle viscere della Terra, in un processo simile a un’orogenesi – termine scientifico quanto sinuoso, che indica il processo di formazione di un rilievo montuoso – che si plasma su un divenire spirituale. Esse riecheggiano l’idea del Purgatorio come luogo di assunzione e metamorfosi: l’osservatore è chiamato a un itinerario di elevazione e purificazione; ad abbracciare il concetto di salire, che rievoca la verticalizzazione dell’immagine medievale della scala celeste, manifestata nella scelta della montagna come sede del regno intermedio. Anche le cromie delle carte intelate rispecchiano il tortuoso percorso interiore, evolvendo dall’uso di tonalità più sommesse a combinazioni vivide e intense. Come per il pellegrino “puro e disposto a salire a le stelle”, le montagne di Di Fabio invitano lo spettatore a compiere un’ascesa interiore, ad abbandonare la mera fisicità per immergersi in un mondo dove il piccolo infinitesimo dialoga con l’infinitamente grande – ed è questa scossa di assestamento tra due mondi altri a risuonare, erompendo in una inedita armonia nelle opere della mostra.
Ascesi e purificazione nei dipinti di Alberto Di Fabio
È evidente con quale misurata maestria l’artista abbia saputo rielaborare influenze che spaziano dal Dadaismo al Surrealismo, dalla Metafisica di De Chirico e Carrà alla fascinazione per l’arte antica, calcificandole in un nuovo cosmo in cui la montagna sacra, simbolo d’incontro tra uomo e divino nella tradizione secolare, si fonde con l’astrofisica moderna e con visioni oniriche che richiamano le grandi narrazioni dell’aldilà. Le opere esposte non sono solo un omaggio alla natura, ma una meditazione profonda sull’universo e sul nostro posto al suo interno. In esse, la materia e l’energia si intrecciano, rivelando che, come un asceta, anche l’uomo contemporaneo può trovare una via di purificazione e rinnovamento: la mostra diventa così un’esperienza immersiva, un invito a contemplare l’invisibile interconnessione tra le varie origini dell’esistenza. In questo contesto, il pubblico è chiamato a vivere l’opera come partecipante attivo in un dialogo che si estende oltre il visibile, abbracciando l’idea che ogni opera d’arte apra un portale verso nuove dimensioni di comprensione e introspezione. Un invito a esplorare le profondità della propria esistenza.
Federica Maria Giallombardo
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