In un nuovissimo albergo di Roma progettato da Fuksas parte un progetto di mostre e interventi d’arte contemporanea

A un anno dall’opening, l’Hilton Rome Eur La Lama, progettato da Fuksas, ospita Guendalina Salini con “Fragments and Arabesque”, primo appuntamento di “LamArte”, progetto con cui l’albergo si apre all’arte contemporanea

Arte, design e architettura, questa la formula che ormai caratterizza gli alberghi di lusso, non più solo luoghi di passaggio ma anche poli catalizzatori dell’interesse urbano. Così, ad un anno dall’apertura anche il futuristico Hilton Rome Eur La Lama, firmato da Massimiliano Fuksas, con interni disegnati da Lorenzo Bellini Atelier, si apre all’arte contemporanea accogliendo LamArte, a cura di Valentina Ciarallo. “Per gli artisti”, ha dichiarato la curatrice, “partecipare rappresenta una sfida dal momento che la Lama è una location architettonica d’autore, con spazi caratterizzati da materiali preziosi e freddi, un design ricercato e opere d’arte permanenti”. “Con queste premesse” ha continuato, “ho avuto l’intuizione di inaugurare il progetto con Guendalina Salini (Roma, 1972) la cui ricerca, focalizzata sull’esplorazione dell’identità umana, si caratterizza per opere pervase da un senso di intimità e caducità che, per contrasto, si inserisce perfettamente, con la mostra Fragments and Arabesque, negli spazi ampi e magniloquenti dell’hotel”.

Guendalina Salini una ricerca su significato e significante

Tra le altre sperimentazioni, da anni, Guendalina Salina lavora con il cartone, materiale povero, di natura effimera, spesso considerato uno scarto ma che, grazie al tocco dell’artista, acquista nuova vita, diventando altro da sé. La Salini ha sviluppato una peculiare tecnica di intaglio, per cui i suoi disegni, che raffigurano elementi naturali, come intrecci di rami, alberi e fogliame, emergono con un effetto tridimensionale grazie ad uno strappo. Nella sua visione il cartone è un elemento naturale da rianimare, simbolo di vitalità che, da una parte evoca la capacità di rigenerazione intrinseca e continua della natura; dall’altra, nel mettere al centro la prassi del riuso, rappresenta un’implicita critica alla società dei consumi. Come ha affermato lei stessa: “in un mondo in perenne violenta accelerazione che consuma risorse, distruggendo territori e comunità, il gesto di recuperare attraverso l’arte cartoni, materiali fragili e packaging della nostra cultura consumista, è una piccola denuncia e insieme un gesto di trasformazione e bellezza”. Da queste parole emerge l’abilità dell’artista di coniugare opposti apparentemente inconciliabili; di veicolare messaggi profondi e sociali attraverso una poetica delicata, femminile ed elegante. Le opere di Guendalina Salini, figlie della sua grande abilità espressiva nel plasmare materie fragili e leggere, sono dirompenti senza bisogno di essere chiassose o disturbanti.

“Fragments and Arabesque”, Guendalina Salini per LamArte

Per LamArte Guendalina Salini ha concepito Fragments and Arabesquein mostra fino al 1° dicembre, un corpus di opere che animano gli spazi dell’hotel anche grazie al contrasto studiato tra l’umiltà del cartone e l’opulenza del marmo. “La lobby, dall’altezza monumentale di 60 metri”, ha raccontato Ciarallo, “accoglie Arabesque, intervento site-specific, in cui grandi fogli di cartone intagliato, impressi di pigmento blu notte, si srotolano dall’alto sovrapponendosi come morbidi drappi alle pareti di marmo lucido. I fogli, incisi con motivi arborei che ricordano arabeschi di suggestione orientale, sono sospesi creando un effetto di movimento e leggerezza che ingaggia un armonioso dialogo con i pini visibili oltre le vetrate”.

Lo spazio intimo della Library per “LamArte”

Per lo spazio più intimo della Library, l’artista ha ideato Fragments, costituita da opere di formato più contenuto che rappresentano un omaggio alla tradizione vascolare attica. Un riferimento con cui l’artista intreccia un parallelismo con il vicinissimo Museo della Civiltà, innescando una riflessione sull’atemporalità dell’influenza dei “consumi” sulla vita. Il cortocircuito culturale tra antico e moderno è amplificato dalle opere che pur simulando i contenitori antichi; rivelano la loro natura contemporanea di packaging alimentari. Il processo di ricodificazione a cui l’artista piega la materia ne sottolinea il potere taumaturgico e consente di ripensare al concetto di valore intrinseco delle cose che, talvolta, è slegato dalla loro originale finalità per dipendere dall’intenzione di chi le adopera.

“LamArte” un progetto che esplora il fare plastico

Fragments and Arabesque si compone, infine, di una serie di quadri, in cui i soggetti ancora una volta tratti dal mondo naturale, sembrano germogliare su toni gentilmente vivaci, dando vita a raffinate composizioni. La foglia d’oro che ne impreziosisce la gamma cromatica, accentua la tridimensionalità dei lavori e, vibrando nella luce, rende ancora più poetico il contrasto con la texture ruvida del cartone. Come ha osservato la curatrice: “Queste opere mostrano inedite possibilità di un fare quasi plastico che lavora attraverso una “sottrazione di peso” per citare la lezione di Italo Calvino sulla “Leggerezza” in Lezioni americane”.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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