Le sculture monumentali di Loris Cecchini in mostra a Ca’ Rezzonico di Venezia
Le installazioni rampicanti in acciaio e alluminio dell'artista italiano entrano in dialogo con le collezioni e l'architettura del Museo del Settecento Veneziano, indagandone lo spazio e la morfologia
Facendo suoi i linguaggi dell’architettura, del design, della scienza e dell’ingegneria, Loris Cecchini (Milano, 1969) ha posto le basi della sua ricerca mixando a questo ampio vocabolario suggestioni provenienti dalla natura. Una poetica che ruota attorno all’elemento modulare e che negli anni ha assunto diverse forme per indagare lo spazio e la sua morfologia, come si nota in Leaps, gaps and overlapping diagrams, il progetto espositivo ospitato al Museo di Ca’ Rezzonico di Venezia, fino al 31 marzo 2025. La mostra, a cura di Luca Berta e Francesca Giubilei, riunisce dieci nuove opere dell’artista italiano che avvolgono lo storico palazzo ed entrano in dialogo con i maestri del Settecento veneziano.
La mostra di Loris Cecchini a Ca’ Rezzonico di Venezia
Protagoniste della mostra Leaps, gaps and overlapping diagrams sono le monumentali installazioni rampicanti Waterbones e Arborexence che avvolgono le architetture del portego esterno (o salone passante) del museo veneziano, creando un’opera unica. Si passa poi all’interno del palazzo, e più precisamente nella Sala da Ballo al primo piano, dove grandi strutture e opere in resina dialogano con gli arredi barocchi firmati da Andrea Brustolon e gli affreschi di Giambattista Crosato e Girolamo Mengozzi Colonna, accompagnando il pubblico in una dimensione sospesa e surreale.
Il dialogo tra Loris Cecchini e Giandomenico Tiepolo a Venezia
Al secondo piano, invece, ad essere protagonista è il grande telescopio della serie Zigzags particles, rivolto verso il famosissimo “strappo” dell’affresco Il mondo novo, realizzato da Giandomenico Tiepolo nel 1791, e che rappresenta un gruppo di persone che si sofferma incuriosito intorno alla lanterna magica, dispositivo attraverso il quale si poteva vedere (ed immaginare) luoghi sconosciuti e inesplorati. Gli stessi che Loris Cecchini invita a guardare dal suo cannocchiale di alluminio, proponendo un cambio di prospettiva e un capovolgimento della concezione di rappresentazione.
Le opere di Loris Cecchini e il concetto di “sfondamento” al Museo di Ca’ Rezzonico di Venezia
Sollevando lo sguardo e concentrandoci sui soffitti affrescati da Tiepolo, Guarana, Crosato e Diziani si nota come il cielo e le nuvole fossero elementi ricorrente per le “aperture” delle stanze, dando forma al famoso concetto di sfondamento. Elementi che, secondo i curatori Luca Berta e Francesca Giubilei, accomuna i maestri del Settecento e l’artista contemporaneo, trasformando “la nuvola un’unità intermedia, di passaggio tra reale e virtuale”, ovvero un mero elemento formale che corrisponde “all’idea di scultura modulare che si propaga in modo organico e libero, adattandosi allo spazio stesso e al luogo”.
Valentina Muzi
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