Il giardino segreto dell’artista Chiara Camoni a Spoleto

Un viaggio in una dimensione sacra e primordiale. Una sorta d’incantesimo che conduce lo spettatore in una dimensione magica, verso un giardino segreto fuori dal tempo ormai rivelato: ecco com’è la mostra di Chiara Camoni a Palazzo Collicola per il Festival dei Due Mondi

Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo: cantilena, filastrocca e racconto di Chiara Camoni (Piacenza, 1974) con cui si presenta al pubblico mostrando un’anima antica artefice di un mondo incantato, un inno alla natura e all’ecofemminismo, che l’artista ha allestito negli spazi di Palazzo Collicola.

Chiara Camoni alla 67. edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto

La presenza di Chiara Camoni al Festival dei Due Mondi si inserisce pienamente nel percorso che la sessantasettesima edizione sviluppa intorno al tema della sostenibilità ambientale, affrontato anche dal Manifesto Spoleto67 ideato dall’artista e costituito dall’opera Burning Sister (2024), realizzata su un’isola greca con fiori, foglie, semi e alghe, raccolte e infilate in collane. Un’opera nata per essere distrutta che, come spiega Camoni, “non si sacrifica nel fuoco, ma al contrario trova la sua massima realizzazione nel fuoco stesso”, come una sorta di offerta salvifica davanti ai grandi orrori del mondo: “La striscia di Gaza, oggi. La guerra civile in Sudan. I barconi dei migranti. Il riscaldamento globale, i grandi roghi”.
Non solo autrice del manifesto Spoleto67, Chiara Camoni inaugura un percorso espositivo, curato dal direttore dei Musei Civici di Spoleto Saverio Verini, che si snoda attraverso le sale di Palazzo Collicola, rimarcando il ruolo di primo piano ricoperto dall’artista nell’estate spoletina.

Chiara Camoni, Inizio Fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo. Sister (Serpentessa), 2024. Installation view at Palazzo Collicola, Spoleto, 2024. Courtesy of the artist and SpazioA, Pistoia. Photo Camilla Maria Santini.
Chiara Camoni, Inizio Fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo. Sister (Serpentessa), 2024. Installation view at Palazzo Collicola, Spoleto, 2024. Courtesy of the artist and SpazioA, Pistoia. Photo Camilla Maria Santini.

La mostra di Chiara Camoni a Spoleto

I riferimenti ai mondi naturali e vegetali, fortemente presenti nella pratica dell’artista, si intrecciano con gli spazi del Piano Nobile, creando un dialogo inedito che comprende anche opere realizzate per l’occasione connesse tra loro da un’energia ancestrale, essenza della sua poetica. La pratica artistica di Chiara Camoni fonde l’artigianato con gesti rituali, esprimendosi attraverso diverse forme, dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura, con un focus particolare sulla ceramica. Le sue opere, nate dalla manipolazione di più mani, grazie alla collaborazione dell’artista con parenti, amici e studenti, si distinguono per l’impiego di materiali organici e oggetti di uso quotidiano, mettendo in luce l’importanza del contesto naturale e invitando a riflessioni sulla contemporaneità e sulla protezione dell’ambiente.

La magica metamorfosi di Palazzo Collicola

Con Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo il Piano Nobile di Palazzo Collicola si veste del Bosco Sacro di Monteluco, da cui Chiara Camoni ha tratto ispirazione e materiali per la creazione delle sue opere. Pur mantenendo un forte legame con il contesto storico del palazzo, le opere aprono la visione verso un immaginario più ampio, quasi spirituale, in cui la natura invade lo spazio e, di conseguenza, lo inselvatichisce.
Camoni lavora a Spoleto come museologa della propria creazione: apre varchi, chiude passaggi, disegna percorsi. Si fa architetta di una natura sospesa, riflessa nei dipinti, nelle decorazioni e negli arredi del palazzo, che anima e trasforma con il suo tocco. I passaggi tra gli spazi diventano sentieri che l’artista plasma unendo, componendo e facendo germogliare le sue sculture, fiori di un mondo nuovo.
Elemento simbolico e narrativo cardine della mostra è La Serpentessa (2024), una lunga creatura che accoglie, avvolge e raccoglie tanto il visitatore quanto lo spazio in cui è inserita. Serpeggiando tra i corridoi, questa mite creatura composta da materiali eterogenei scandisce il ritmo della mostra, segnando un ciclo di trasformazione, come un abbraccio che guida lo sguardo e il passo.

La rivoluzione naturale di Chiara Camoni: la poetica della semplicità

La pratica artistica di Camoni si fonda sul piacere della raccolta e dell’assemblaggio di oggetti, una rivoluzione intima che si oppone alla dispersione del lavoro contemporaneo. Le sue mani raccolgono elementi dal mondo, ma la ricerca prosegue nel momento in cui i materiali trovati mutano in sculture minute, quasi intime, riflesso di un mondo in cui la grandezza risiede nel dettaglio. Queste opere nascono da una dimensione profondamente personale: piccole, come il forno che le accoglie per la cottura e lavorate con la terra che lei stessa modella.
In un’epoca di deleghe e intermediari la rivoluzione di Chiara Camoni è la semplicità del fare in piccolo: strizzando l’occhio al movimento delle Arts and Crafts, l’artista attualizza l’utopia anticapitalistica che aveva messo al centro del fare arte la tradizione artigianale basata sul concetto di cooperazione.

La terra è donna: femminilità plasmata dall’argilla nelle opere di Chiara Camoni

Il punto di vista di Camoni è profondamente legato alla terra e si manifesta nella sua dimensione terrena in opere come Esercito di Terracotta (2012-2024) dove le figure adagiate al suolo, svelano la loro piena essenza solo a uno sguardo basso, vicino al terreno, quasi infantile, capace di cogliere l’intimità del mondo rasoterra.
La sua femminilità, delicata e semplice, sfugge alle tendenze predefinite e richiama un archetipo ancestrale, una forza primordiale: in Le Tre Sante (2024), l’essere donna e l’essere creta si fondono per richiamare la potenza generativa intrinseca del mondo femminile.
Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo si rivela così un viaggio tra natura e domesticità in un itinerario che trascende spazio e tempo. Le opere di Chiara Camoni con la loro energia ancestrale e la manualità costantemente presente, offrono al pubblico un’esperienza totale, conducendolo in un universo sospeso tra sogno e realtà.

Asia Simonetti
Gaia Rotili

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Redazione

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