Tre mostre in galleria da non perdere a Venezia nell’autunno 2024
Maria Nepomuceno, Marzio Zorio e Adam Alessi. Tre artisti per tre gallerie veneziane. Un viaggio che spazia dalle sculture organiche alle installazioni sonore e ai dipinti astratti
A Venezia, tre mostre che esplorano il rapporto tra tradizione e innovazione, materia e concetto, suono e visione. Alla Galleria Victoria Miro, Maria Nepomuceno fonde le antiche tecniche brasiliane con il vetro di Murano in sculture organiche e vibranti. Marzio Zorio, da 10 & zero uno, indaga il dialogo tra scultura e suono in opere che mescolano immaginario marittimo e sperimentazione. Infine, alla Barbati Gallery, Adam Alessi abbandona la figurazione per un’astrazione meditativa che evoca la frammentarietà dei ricordi.
Marzio Zorio – 10 & zero uno
A Venezia, la galleria 10 & zero uno ospita _Mitopoiesi_, la personale di Marzio Zorio (Moncalieri, 1985) dedicata a due inediti cicli di opere che indagano il rapporto tra suono e spazio, comunicazione e memoria.
Nella sala principale, un insieme di opere in vetro realizzate da Zorio nelle fornaci di Murano in collaborazione con Berengo Studio. Il vetro diventa strumento scultoreo e membrana sonora, sospeso tra immaginario marittimo e sperimentazione. Vasi distesi come corpi galleggianti su un alto tavolo formano un dispositivo performativo: il pubblico può toccarli e spostarli, componendo una polifonia mutevole. I suoni mescolano gli echi dagli abissi alle vibrazioni del luogo, evocando il canto delle sirene.
In un altro ambiente dell’ex macelleria, semi catturati in provette da laboratorio si muovono incessantemente, producendo un ritmo costante e martellante. Presenze vive e germinali, mosse da una propulsione magica, tra catalogazione scientifica e suggestione poetica. Un invito a riflettere su origine, vita e conoscenza.
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Maria Nepomuceno – Victoria Miro
Alla galleria Victoria Miro Venezia, l’artista brasiliana Maria Nepomuceno (Rio de Janeiro, 1976) presenta la sua prima personale nella città lagunare. Un’occasione per scoprire il suo universo creativo che fonde le antiche tradizioni artigianali del Brasile e le raffinate tecniche vetrarie veneziane.
Attraverso un processo di cucitura a spirale di corde colorate, sviluppato dagli inizi degli Anni Duemila, Nepomuceno dà vita a sculture e installazioni che incorporano perline, forme in ceramica, resina e oggetti trovati. Un dialogo tra dimensioni temporali differenti, ispirato alle pratiche delle comunità indigene, che intreccia passato e presente in un’interazione continua tra individuo e contesto sociale.
Le opere, ricche di colori vibranti e forme organiche, rimandano ad animali, piante, corpi umani e paesaggi, in un gioco di scale dal microscopico al macroscopico. Le sculture appaiono antropomorfiche e organiche, evocando le spirali che si verificano naturalmente nell’universo, dalle galassie al DNA.
Un simbolo universale di cicli di vita e creazione, che invita lo spettatore a fermarsi, avvicinarsi e impegnarsi in un viaggio sensoriale. L’arte di Nepomuceno diventa così un ponte tra culture e materiali, tra passato e presente, in un coinvolgente dialogo con lo spazio e la struttura, la forma e il concetto.
Un dialogo complesso e inevitabile tra radici ancestrali e slanci contemporanei.
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Adam Alessi – Barbati Gallery
La Barbati Gallery a Venezia si trova a Palazzo Lezze ed ospita Fields, la prima personale italiana dell’artista Adam Alessi (Los Angeles, 1994). Una mostra che segna una svolta nel percorso creativo dell’artista, aprendo un nuovo capitolo all’insegna dell’astrazione e della contemplazione.
Le opere esposte, realizzate appositamente per gli spazi della galleria, si ispirano intimamente all’architettura di Palazzo Lezze e all’atmosfera unica di Venezia. Alessi abbandona il suo caratteristico linguaggio figurativo per esplorare superfici testurizzate e tensioni silenziose, che evocano la natura frammentaria e stratificata dei ricordi.
Questi dipinti con le campiture di colore e trame materiche sono il tentativo di portare su tela un “pensiero in costruzione”. L’allestimento informale sembra suggerire la pratica a cui allude, cioè il tentativo di cercare di ricordare qualcosa, qualcosa che forse non è mai accaduto. Tutto sembra sottolineare il passare del tempo e la transitorietà della memoria.
Gli scarni muri bianchi e il pavimento in cemento grigio della Barbati Gallery costituiscono una cornice neutra per la nuova serie di opere astratte di Adam Alessi. I lavori, segnati da superfici strutturate e pacati campi cromatici, si stagliano in un allestimento attentamente ritmato, chiamando l’osservatore a imbarcarsi in un itinerario meditativo tra memorie sfilacciate e fugaci impressioni. Una semplice scrivania in legno e due differenti sedute, collocate al centro dell’ambiente, suggeriscono una pausa di raccoglimento, in risonanza con il tenore introspettivo del percorso espositivo.
Alessi esplora il rapporto tra luce, ombra e struttura, ancorando i suoi “progetti per ricordi frammentati” a una storia visiva ed emotiva profonda.
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Lucia Antista
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