Spazi nuovi e nuovi obiettivi. Riapre alla Spezia il centro d’arte contemporanea della città

Aprire, guardare, connettere, gioire, dialogare, riflettere: queste sono le parole chiave che guidano il nuovo corso del CAMeC. Al compimento del suo ventesimo anno, l’istituzione cambia look, programmazione e, soprattutto, intenzioni e approccio

Affondi nel passato e traiettorie nel futuro, per un percorso espositivo che supera le canoniche categorie storico-artistiche, per aprirsi a nuove costellazioni e libere combinazioni di opere. Queste le premesse con cui, il 5 ottobre 2024, il CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea alla Spezia riapre le sue porte al pubblico, reduce da un restauro durato otto mesi rinnovando styling, allestimento, mostre e obiettivi. 

I nuovi obiettivi del CAMeC alla Spezia 

L’obiettivo del museo come ha affermato Pierluigi Peracchini, sindaco della Spezia: “è di restituire un luogo alla città e ai cittadini, proponendo uno spazio interattivo, vivo, dinamico. Uno spazio con una vocazione internazionale ma, nello stesso tempo, aperto alla comunità locale, in cui crescere e divertirsi nel confronto con l’arte e con la vita”. “Idea che deriva”, ha proseguito Andrea Corradino, Presidente di Fondazione Carispezia “proprio dalla storia del CAMeC, nato vent’anni fa per ospitare in una sede adeguata i considerevoli fondi artistici provenienti dalle edizioni del Premio del Golfo e dalle donazioni Cozzani (costituita da oltre 1000 opere) e Battolini, dimostrando anche il forte legame tra privati e istituzioni che caratterizza la città”.

Allestimento Nuovo CAMeC
Allestimento Nuovo CAMeC

Il tocco di Gherard Wolf, curatore del CAMeC alla Spezia 

Il curatore, il professor Gerhard Wolf, entrando subito in sintonia con i promotori del progetto, ne ha interpretato a pieno la lungimirante visione con un allestimento che – pur constatando oltre 250 lavori – risulta tanto arioso, “da non spaventare i visitatori”, per usare le sue parole e, continuando, ha aggiunto: “gioca proprio a creare un ponte tra la casa e il museo; con l’alternanza di sale tradizionali e altre che riproducono, sulla base di fotografie e testimonianze, la casa dei collezionisti, riprendendone l’allestimento originale delle opere”.

Ma anche le “sale tradizionali”, nell’ottica del professore, Direttore del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max Planck Institut, nonché membro dell’Accademia delle Scienze e delle Lettere di Berlin-Brandenburg, lo sono solo per modo di dire. Dal momento che Wolf, senza perdere l’orientamento concettuale e cronologico di stampo museale, ha abbandonato le pedanti zavorre del didattismo, si è spinto oltre le colonne d’Ercole della cronologia, per creare un allestimento basato sul dialogo. “Dialogo tra le opere, tra le persone e tra le opere e le persone”.

Esterni Nuovo CAMeC
Esterni Nuovo CAMeC

Le sale espositive rinnovate del CAMeC alla Spezia 

La prima sala è una sorta di anticamera e ospita due capolavori: un abbagliante Concetto Spaziale del ’55-56 di Lucio Fontana (Rosario,1899 – Comabbio, 1968) e A W- Hole House: Roof Top Atrium del ’73, di Gordon Matta-Clark (New York, 1943 – New York, 1978). 
Due maestri diversi, ma uniti dal creare buchi non per distruggere bensì per aprire nuovi spazi: mentali e metafisici l’uno, fisici e sociali l’altro. 
Si prosegue con un allestimento sfidante, che spinge ad una visita attiva“mettendo le opere in tensione più che in sequenza”. Perché, come giustamente osserva il curatore Gerhard Wolf, supportato dall’esperta Yasmin Riyahi: “Creare una mostra vuol dire mettere oggetti nello spazio”. Allora lui gioca con i colori che degradano di sala in sala, con il ritmo che alterna lavori geometrici ad altri puramente astratti, per la creazione di un percorso che accende le menti e i cuori di chi guarda.

Per il nuovo CAMeC questo è solo l’inizio, perché in cantiere c’è tutta la futura programmazione che si affiancherà a una identità grafica rinnovata affidata alla giovane agenzia Tub.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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