Tra azione, scultura e corpo. Intervista all’artista Ambra Castagnetti 

Dopo aver esposto alla Biennale d'Arte di Venezia e in diverse gallerie italiane, l'artista genovese vince il Pini Art Prize con la performance "KOMPOSTOVNIK". Volevamo approfondire la sua ricerca e le abbiamo fatto qualche domanda

Ambra Castagnetti (Genova, 1993) è un’artista italiana il cui lavoro sfida le convenzioni antropocentriche, esplorando le dinamiche all’interno di ecosistemi naturali e immaginari. È stata tra i quattro beneficiari della borsa di studio per l’edizione inaugurale della Biennale College Arte, un’iniziativa lanciata nel 2021, e il suo lavoro è presente in gallerie di ampio respiro come Francesca Minini, Galleria Rolando Anselmi Mana Contemporary New York. Tra le sue opere più recenti si ricorda la performance Kompostovnik, con cui ha vinto la prima edizione del Pini Art Prize, presso la Fondazione Adolfo Pini, nel settembre 2023. Artribune la intervista in collaborazione con gli studenti del corso Undergraduate Fashion Styling Polimoda di Firenze.

Intervista all’artista Ambra Castagnetti 

I tuoi lavori ritraggono un mondo abitato da presenze di diversa natura. Come definisci questo ecosistema interdipendente e quali sono le principali relazioni di causa-effetto che esplori nelle tue opere?
Per un lungo periodo, il mio lavoro si è concentrato sulla creazione di ecosistemi immaginari, utilizzando correlazioni semantiche basate soprattutto sul pensiero magico pre-scientifico. In questo contesto, gli esseri possono mutare e trasformarsi in altre specie o creature. 

Spiegaci meglio…
Questo approccio si ricollega alle antiche tradizioni e credenze alla base della nostra civiltà e del paganesimo, e lo trovo un metodo interessante per classificare e comprendere la realtà. Così, un corpo umano può diventare la casa per animali o mutare parti di sé in metallo, cera o altri materiali. Questo è ciò che accade nelle mie sculture: una mutazione continua.

La tua performance Kompostovnik ha vinto la prima edizione del Pini Art Prize 2023. Quali sono i suoi elementi chiave e come si relazionano corpo, performance e scultura nel tuo lavoro?
Kompostovnik è una performance distopica in cui azione, scultura e corpo si fondono in un tutt’uno molto complesso. I costumi sono sculture indossabili, studiati su misura per ogni personaggio che anima la performance. I performer si muovono nello spazio attraverso azioni rituali, movimenti ripetuti e atti di cura reciproca, culminando in un climax che porta alla morte fisica di tutti i personaggi, nella speranza millenaristica di una rinascita in una coscienza collettiva superiore. Avendo compreso che la vita su questo pianeta non è più possibile, decidono di compiere questo atto estremo per trasferire la loro coscienza in qualcosa di più grande.

Come ti prepari per una nuova mostra o performance e quali sono i processi creativi che segui dall’idea iniziale alla realizzazione finale?
Di solito, inizio creando una cartella di immagini, disegni e foto, generando anche immagini con l’intelligenza artificiale, e guardando tantissimi film. Disegnare è sempre la base per iniziare una produzione. Poi comincio a lavorare in studio, dove le forme iniziano a svilupparsi quasi autonomamente, seguendo i miei input, che possono essere calchi, oggetti ready-made giustapposti, assemblage, o circostanze fortuite.

Come vedi evolvere il ruolo dell’artista nel contesto delle sfide ambientali e sociali contemporanee?
Penso che l’artista debba sfruttare le piattaforme e le opportunità a sua disposizione per denunciare le verità, anche scomode, di cui si macchia la società e il sistema dell’arte stesso. Certamente, l’artista gode di una certa incolumità nell’esprimere le sue idee, poiché può tradurle in linguaggio visivo utilizzando più stratificazioni e livelli di significato. Tuttavia, la censura è sempre in agguato, specialmente nel clima socioculturale in cui ci troviamo a operare al momento.

Alessia Caliendo

Photographer
Nicolò Magistris

Beauty
Chiara Gabriele @ Making beauty
Veronica Raj  @ Making Beauty
Krizia De Angelis

Styled by
Ariadne Burr Abetti  @aabetti
Apolline Myriame Deleu  @apollinedeleu
Breno Vasquez De Abreu @brenovasquez
Isabella Sarcone  @isabellasarcone
Jana El Rifai  @janariifaii
Maina Hai Lambiel @hai.maina
Matteo Dei  @matteo.gix
Sandra Koreneff  @sandrakoreneff
Valeria Molinari  @valee_molinari
Harley Thompson 
@polimodafirenze

Ambra Castagnetti indossa:
Corset Farnia Salim @_far.far__
Skirt Gabija Overlingaite @g.abij.a
Criss-cross strap dress Wyatt Lemay @wjlemay
Jewelry Muu Jewellery @muujewellery

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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