A Roma la home gallery di Andrea Festa diventa galleria vera e propria. L’intervista
Il giovane gallerista ci racconta come, in pochi anni, sia riuscito a compiere la metamorfosi da collezionista a mercante d’arte di successo
A quattro anni dall’apertura della Andrea Festa Fine Art, la Home Gallery romana affermatasi nel circuito dell’arte capitolino e internazionale, abbiamo chiesto al suo fondatore e direttore Andrea Festa di raccontarci come procede la sua esperienza. E – spoiler – ci ha rivelato che il bilancio è positivo tanto da spingerlo a fare un ulteriore passo avanti. Così, da novembre, la Home Gallery di Andrea Festa diventerà Galleria a tutti gli effetti.
Andrea Festa Fine Arte: la genesi del progetto
Partiamo dal principio. Com’è nata l’idea di una Home Gallery?
Per quanto a Roma la home gallery non sia una pratica diffusa, a livello internazionale è abbastanza frequente. Lo stesso Leo Castelli, nel dopo guerra, fece le prime mostre nel suo appartamento. Nel mio caso non è stata una scelta obbligata, ma voluta. Come collezionista ho sempre aperto casa ad artisti e curatori, quindi ho deciso di proseguire sulla stessa strada ma in via ufficiale.
Quando è partito il progetto?
Era tutto programmato per iniziare nella primavera del 2020, poi con il sopraggiungere del Covid, ho dovuto attendere la fine del lockdown. La prima mostra ha inaugurato il 2 novembre del 2020.
Andrea Festa, da collezionista a gallerista
Ci può raccontare il suo iter da collezionista?
Come collezionista sono “nato” nel 2008, quando, avendo acquistato il mio primo appartamento, ho sentito l’esigenza di renderlo affine al mio gusto. Certo, in quanto farmacista, ero “a digiuno” di arte visiva. Tuttavia, guidato da un’abbondante dose di curiosità e da un certo intuito, ho cominciato a visitare mostre e case d’asta. Poi ho scoperto le fiere. In breve tempo ho cominciato a stringere amicizie con esponenti del mondo dell’arte, persone molto più esperte di me che hanno iniziato a guidarmi.
Il consiglio più prezioso che ha ricevuto in quel periodo?
“Se vuoi crescere come collezionista, segui i galleristi più affermati, tra quelli in linea con la tua estetica”. Quindi ho iniziato a seguire gallerie come Peres project a Berlino, Casey Kaplan a New York, focalizzate sulla pittura, medium che prediligo tutt’ora, come emerge dalla linea espositiva della galleria.
Quindi il passaggio da collezionista a gallerista è avvenuto in modo naturale?
Sì, direi che è stata la fisiologica evoluzione di un percorso. Chiaramente, è stato un passaggio lungamente ponderato. Ero insoddisfatto della mia professione e, nello stesso tempo, mi ero stancato di essere solo un collezionista. Volevo assumere un ruolo attivo nel mondo dell’arte, contribuire al processo creativo delle opere. Dalla combinazione di queste esigenze, unite alla volontà di sviluppare una visione a lungo termine, è scaturito il progetto.
Andrea Festa: un gusto internazionale
Come nasce il suo senso estetico dal carattere internazionale?
Come dicevo, sono curioso, mi formo moltissimo viaggiando e studiando. Sono sempre stato di larghe vedute e amando viaggiare è stato spontaneo guardare anche oltre i confini nazionali. Come anticipato, dal 2008 seguo moltissimo le fiere. Fare ricerca per me è una passione e lo dimostra anche il fatto che spesso mi occupo io della curatela delle mostre.
A proposito di formazione, la sua “scuola” è stata la pratica sul campo, giusto?
Confermo, la mia formazione è stata tutta sul campo. Prima come collezionista, periodo di osservazione in cui ho compreso le dinamiche del mercato, poi come gallerista. Detto tra noi, quando ho deciso di entrare attivamente nel mondo dell’arte avevo pensato di fare un’esperienza intermedia. Così mi sono proposto come assistente a delle gallerie ma non essendo preso in considerazione, ho capito che per raggiungere il mio obiettivo dovevo procedere in prima persona.
Una parola sul mercato dell’arte, anche lì lo sguardo rivolto oltre oceano?
Sì, ho scelto di rivolgermi a un mercato prevalentemente internazionale, una platea che ho intercettato partecipando costantemente alle fiere internazionali. Del resto, ho aperto la sede romana sapendo che sarebbe stata un avamposto di prestigio in cui invitare gli artisti internazionali. Non ho mai pensato di condurre l’attività staticamente. Per questo investo molto nelle fiere che ritengo un’imprescindibile vetrina internazionale, essenziale per crescere e acquisire una visibilità internazionale. Ovviamente, con una strategia strutturata alle spalle.
E il mercato romano?
Sinceramente non lo trovo eccitante come altre piazze. Non c’è quella vivacità presente in Asia e negli Stati Uniti, dove i collezionisti sono più aperti e decisi nell’acquisto, non solo in termini economici ma culturali. In Italia c’è una pesante tendenza “conservatrice” sia nell’ambito del gusto, sia – diciamolo – nella gestione del capitale. All’estero i soldi si spendono, qui si bloccano in banca. Certo, forse all’estero i collezionisti sono più “speculatori”, nel senso che comprano anche nell’ottica di rivendere? Può darsi. Ma, allo stesso tempo, non si può negare che abbiano una curiosità che forse a noi manca.
Quindi l’Italia all’estero vende?
Direi di sì. Lo scorso maggio alla fiera di Taipei abbiamo fatto sold out con Silvia Giordani (Vicenza, 1992), anche se ritengo che il successo sia dovuto alla qualità dell’opera, più che alla nazionalità dell’artista. Tuttavia, non credo che un artista taiwanese susciterebbe lo stesso entusiasmo a Roma Arte in Nuvola. La prima settimana di novembre saremo a Shanghai per Art021 con nuove opere di SunJing e Eetu Sihvonen
Da home gallery a Galleria, Andrea Festa compie un altro step
Ci sono novità in vista?
Ebbene sì. Visto il successo di Silvia Giordani a Taipei, posso dirti che il 22 novembre aprirò con la sua prima mostra personale la Galleria Andrea Festa Fine Art. Ovvero da Home Gallery lo spazio diventerà una vera e propria Galleria. Dato l’andamento positivo dell’esperienza, dopo 4 anni, ritengo doveroso andare avanti. A fine novembre torno per la quarta volta a Roma Arte in Nuvola, con uno stand condiviso con Rolando Anselmi, dove presenterò opere di Rf Alvarez, Katia Lifshin, Alexander Skats e Kazuhito Kawai. Il 22 novembre, giorno di apertura della fiera, inaugurerò, con la personale della Giordani, il nuovo cursus del progetto.
Ludovica Palmieri
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