Tra arte contemporanea e storia dell’architettura: programma delle nuove mostre del FAI in Lombardia
Sono rispettivamente a Villa Panza (Varese) e Villa Necchi Campiglio (Milano) i progetti espositivi presentati dal Fondo per l’Ambiente Italiano che propone rispettivamente un’opera site-specific di Arcangelo Sassolino e un focus sull’abitare milanese
Apre le porte di Villa Panza a Varese e Villa Necchi Campiglio a Milano il Fondo per l’Ambiente Italianopresentando mostre e interventi site-specific che, oltre a coinvolgere importanti artisti e istituzioni arricchiscono e valorizzano ulteriormente la bellezza e l’unicità di entrambi i beni.
A Villa Panza una project-room per artisti contemporanei
Si intitola La condizione del desiderio la project-room dell’artista Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967) che a Villa e Collezione Panza inaugura un nuovo ciclo di mostre con opere site-specific concepite per invitare il pubblico a confrontarsi con i linguaggi dell’arte contemporanea. Così, fino al 23 febbraio 2025 nella cornice della Scuderia Grande e a cura di Angela Vettese, Sassolino presenta una monumentale installazione che nasce dalla congiunzione di arte e scienza, temi cruciali nelle opere dell’artista e in linea con le ricerche di Giuseppe Panza di Biumo come testimonia la mostra recentemente inaugurata Nel Tempo. Opere della Collezione Panza, e tuttora in corso a Villa Panza. “Quando sono entrato in questo spazio mi è tornato in mente il lavoro di Hasselt e ho capito che qui c’erano le condizioni ideali per mostrarlo: per la sua dimensione, per l’acustica, per la luce e per il fatto che Villa Panza è un tempio di meditazione minimale”, racconta Sassolino che, infatti, ha originariamente concepito l’opera nel 2009 per lo spazio Z33 a Hasselt, in Belgio, e che ora per la scuderia della villa riconfigura e ricolloca.
Il progetto di Villa Panza nelle parole di Gabriella Belli
“Questo progetto si inserisce nella tradizione di Villa e Collezione Panza che negli anni ha accolto lavori legati al confronto tra arte, natura e scienza. Questa project-room con opere site specific inviterà il pubblico a misurarsi con esperienze e linguaggi di artisti talentuosi, giovani e non, dialoganti con le opere della collezione permanente e capaci di sollecitare la curiosità dei visitatori attraverso lavori che si confronteranno con quella che fu la linea culturale di Giuseppe Panza di Biumo, mostrando inedite esperienze creative”, spiega Gabriella Belli, curatrice delle attività espositive e del programma scientifico.
A Villa Necchi Campiglio in mostra la storia dell’architettura di interni
Nasce, invece, dal volume Nelle case – Milan interiors 1928-1978(edito da Hoepli) l’omonima esposizione presentata a Villa Necchi Campiglio fino al 16 marzo 2025, che racconta la storia dell’abitare milanese con un focus speciale sugli interni progettati tra gli Anni Trenta e Settanta. A cura di Enrico Morteo e Orsina Simona Pierini e l’allestimento di Daniele Ledda, la mostra diventa una vera e propria panoramica per rileggere un capitolo illustre della storia dell’architettura italiana tra creatività e ingegno, estetica e funzionalità, modernità e sapienza. Oltre 300 sono gli interni realizzati a Milano tra il 1928 e il 1978 e di questi 200 sono ordinatamente presentati in mostra insieme a documenti e immagini di altri interni selezionati per illustrare diverse tematiche dell’abitare moderno. Da Piero Portaluppi a Nanda Vigo, da Luigi Caccia Dominioni a Salvati e Tresoldi e da Gio Ponti a Joe Colombo, “gli interni di queste case private, e pertanto inaccessibili e invisibili al pubblico, alcuni dei quali ormai anche perduti, sono qui eccezionalmente svelati e analizzati attraverso oltre cinquecento ‘pagine’ di una ricca e rigorosa documentazione grafica e fotografica, in gran parte tratta da archivi, fondazioni e riviste, in altra parte appositamente redatta dagli autori, rielaborata e riprodotta in grande formato, in album distribuiti su leggii negli spazi di Villa Necchi, sfogliabili liberamente dal pubblico e accompagnati da podcast con la guida in viva voce”, spiegano i curatori.
Caterina Angelucci
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