Giosetta Fioroni: l’unica artista donna della Scuola di Piazza del Popolo in mostra a Milano

Sola rappresentante femminile della storica Scuola romana nata negli Anni ‘60, Giosetta Fioroni è una delle figure del recente passato femminista da riscoprire. Questa mostra è un’opportunità per iniziare

La mostra Giosetta Fioroni – Speculum. Guardare, guardarsi, esser guardata, offre una riflessione profonda sul potere dello sguardo e sul suo ruolo nella costruzione dell’identità e nella rappresentazione della condizione femminile, temi centrali nella lunga carriera dell’artista romana in questione.
Con un corpus di circa 50 opere – esposte alla M77 Gallery di Milano – e materiali fotografici e d’archivio prende forma in tre sezioni una narrazione psicologica e culturale suggestiva, che spazia dagli Anni Sessanta fino a oggi. In un gioco di specchi, dove il vedere e l’essere visti si mescolano, il perdersi e il ritrovarsi nei propri occhi e in quelli altrui alimenta un dialogo ricco di sfumature, talvolta giocoso, leggero e teatrale.

Giosetta Fioroni, Speculum, installation view at M77 Gallery, Milano, 2024. Photo Domenico Carelli
Giosetta Fioroni, Speculum, installation view at M77 Gallery, Milano, 2024. Photo Domenico Carelli

Le opere più celebri di Giosetta Fioroni in mostra da M77 Gallery a Milano

Tra le opere che arricchiscono la mostra, figurano i celebri Argenti, alcuni filmati in 16mm, autoritratti e i ritratti fotografici di autori come Ugo Mulas e Tano Festa. Entrambi amici e compagni di strada di Giosetta Fioroni (Roma, 1932), nonché figure di spicco delle avanguardie italiane. 
Il contrasto tra il figurativo e l’astratto, tra superfici lucide e opache, esprime la tensione tra visibile e invisibile, esortando lo spettatore a guardare oltre l’apparenza.

Il gesto del tenersi per mano nella mostra di Giosetta Fioroni a Milano

Tienimi per mano”, sembra sussurrare Fioroni, ormai adulta, a sé stessa bambina, nella scultura a grandezza naturale in resina sintetica Giosetta con Giosetta a nove anni (2002), come una preghiera silenziosa e potente. È un invito a rimanere accanto, a non perdersi nei frammenti del tempo e a uscirne rinnovati. Nel gesto intimo di tenersi per mano, l’artista si lega alla sua infanzia, recupera delicatezza e innocenza, trasportandole nel presente. L’opera crea un ponte fra tempi diversi della sua esistenza, accompagnando idealmente il visitatore in un percorso circolare, dove l’arte diventa mezzo per riconoscere e reintegrare le proprie radici, celebrare i ricordi ed esplorare i territori più intimi dell’anima. Chi osserva, specchiandosi, è chiamato a riconciliarsi con la propria storia e a percorrere, in sintonia con l’artista, quel viaggio interiore che è insieme personale e universale.

La figura femminile riletta da Giosetta Fioroni nella mostra a Milano

Con il suo linguaggio visivo innovativo, Fioroni offre una decostruzione della figura femminile, spesso intrappolata in stereotipi: rielabora i modelli imposti dalla società, svelando l’immagine di una donna che non cerca l’approvazione altrui, ma si afferma nel proprio spazio di autonomia creativa. Emblematico, in tal senso, è il fatto che l’artista fosse l’unica rappresentante femminile della Scuola di Piazza del Popolo.
Le sue opere mettono in discussione il ruolo della donna come semplice oggetto di sguardo, trasformandola in soggetto attivo, capace di auto-rappresentarsi e di reinterpretare la propria identità senza vincoli. 

Femminismo e ribellione nella mostra di Giosetta Fioroni a Roma

Con questa sensibilità, l’artista rivendica una femminilità autentica, fluida e in continua evoluzione, che sfugge a classificazioni e semplificazioni, evidenziando il potere trasformativo dello sguardo della donna quando rivolto verso sé stesso e verso il mondo. La sua femminilità, così, diventa un’azione di emancipazione pratica e la celebrazione di un’identità libera e consapevole. Un altro rimando, un altro riflesso. Del resto, come già anticipato dal titolo, lo speculum – un dispositivo medico utilizzato principalmente in ginecologia – “è lo specchio concavo che deforma”, osserva la curatrice Cristiana Perrella, che “convoglia la luce e illumina la femminilità più profonda nella sua diversità”.  

Domenico Carelli

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