A Roma si può assistere a una surreale conversazione tra una donna e il suo cane
Parliamo della nuova mostra dell’artista Catherine Biocca, che porta a Roma questo dialogo paradossale, reso attraverso una video-installazione d’impatto
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Il disagio contemporaneo in una surreale conversazione tra una donna e il suo cane. A corredo, lavori a parete ironicamente pop che ritraggono vasi umanizzati. È questa la mostra di Catherine Biocca (Roma, 1983), proposta a Roma dalla Galleria Eugenia Delfini.
Il paradosso dell’iperconnessione nella mostra di Catherine Biocca a Roma
Una donna e il suo cane dialogano. Si confrontano, si accusano reciprocamente, poi provano a riavvicinarsi. Il ping pong è serrato, tra un “Eccoci qui, a galleggiare in questo infinito dannato vuoto” e un “Capisco più di quanto pensi”. Il siparietto antispecista ha toni esistenzialisti. Il tema di fondo è il paradosso dell’iper-connessione che crea incomunicabilità. Tradotto: lei è sempre altrove con la testa e lui non ci sta. La saggezza, neanche a dirlo, è del quadrupede, grillo parlante che la sa lunga e che non ha ancora perso il contatto con la realtà, come invece abbiamo fatto noi umani.
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La video-installazione nella mostra di Catherine Biocca alla Galleria Eugenia Delfini a Roma
L’esposizione romana dedicata a Catherine Biocca è incentrata su questa surreale conversazione, immortalata in una bizzarra video-installazione magnificamente sintetica. L’opera è assemblata con giunture in gomma e catenelle, che trascinano mani esanimi – quel corpo che non abbiamo praticamente più – anziché ninnoli. A funzionare è l’intreccio di estetica camp e tenore lo-fi.
Le altre opere della mostra di Catherine Biocca alla Galleria Eugenia Delfini a Roma
I due protagonisti sembrano essersi dati appuntamento in un luogo in bilico tra le allucinazioni vaporwave e il mondo ultra-fisico delle marionette. Tutt’intorno, quadri e disegni ironicamente pop ritraggono vasi umanizzati aventi espressioni inquiete nonostante contengano fiori. I lavori a parete sono stati realizzati con una schiuma poliuretanica colorata che dà loro una felice brillantezza aliena.
La mostra, tesa e teatrale il giusto, segna il ritorno dell’artista nella sua città natale dopo alcuni anni.
Pericle Guaglianone
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