A Verona un grande collezionista dona le sue opere e nasce un museo universitario d’arte contemporanea
È l’Università di Verona a ricevere 110 opere d’arte contemporanea provenienti dalla collezione Agiverona di Anna e Giorgio Fasol tutte realizzate dopo il 2000. L'intervista
Si chiama Museo diffuso del linguaggio contemporaneo dell’Università degli Studi di Verona la nuova realtà che da giovedì 14 novembre 2024 andrà a costituire il primo museo diffuso (in Europa) di un ateneo universitario grazie alla donazione di 110 opere d’arte contemporanea, tutte realizzate dopo gli Anni Duemila da artisti nazionali e internazionali. L’occasione è data dall’iniziativa dei collezionisti Giorgio e Anna Fasol che dopo aver lasciato in comodato d’uso all’università queste opere per cinque anni ora decidono di donarle ufficialmente con un atto notarile.
La collezione Agiverona di Giorgio e Anna Fasol
Da Giovanni Morbin a Corinna Gosmaro e da Loris Cecchini a Luca Bertolo, ma anche Gianni Caravaggio, Shilpa Gupta, Eva Marisaldi, Chantal Joffe, Riccardo Giacconi, Jeong a Koo, Matteo Atruia, Diego Tonus, Etienne Chambaud e Manuele Becheri sono solo alcuni degli artisti che fanno parte della collezione Agiverona – l’associazione nata nel 1988 a supporto della collezione Fasol per promuovere progetti dedicati all’arte contemporanea e garantire la fruibilità delle opere grazie a prestiti a istituzioni per mostre e rassegne – e che vanno a comporre il museo diffuso dell’Università degli Studi di Verona tra il Polo Santa Marta e il Polo Ca’ Vignal.
L’iniziativa nelle parole di Giorgio Fasol
Nel 2019, infatti, “Agiverona ha sottoscritto un contratto di comodato per cinque anni con l’ateneo che al tempo era sotto il rettorato di Nicola Sartor per il deposito di 81 opere di giovani artisti internazionali: il nucleo centrale è al Polo Santa Marta – ex provianda delle truppe austriache –, ma sono stati coinvolti anche Palazzo Giuliari, il Chiostro Porta Vittoria, Palazzo ex-Economia, Palazzo ex-Zitelle e il Polo Zanotto. Ogni opera ha un suo tutor-studente, mentre sette docenti si sono riuniti e hanno formato il ‘Comitato del Contemporaneo’ con lo scopo di seguire questo progetto e di coinvolgere non solo gli altri dipartimenti, ma anche la città di Verona e il contesto nazionale e internazionale del contemporaneo”, racconta ad Artribune Giorgio Fasol.
L’arte contemporanea per dialogare con la città di Verona e non solo
E dall’avvio del progetto nel 2023 è anche nata la piattaforma transdisciplinare Contemporanea che fa da tramite per intraprendere un dialogo attivo e funzionale con il territorio nazionale e internazionale: “la piattaforma promuove una continua interazione tra la ricerca e la società civile, impegnandosi nel trasferimento della pluralità dei linguaggi che abitano gli spazi universitari verso la sfera pubblica, valorizzando la partecipazione e il coinvolgimento degli studenti e delle studentesse anche al di fuori della semplice attività didattica e utilizzando le forme espressive della contemporaneità come il teatro, la letteratura, la musica, la filosofia, il cinema e le arti visive quali occasioni d’incontro per generare conoscenza e pensiero critico”, conclude Fasol.
Caterina Angelucci
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