L’importante scultura di Boccioni che viene eliminata (e poi ricollocata) dalla mostra del Futurismo a Roma
Alla GNAMC di Roma, nell’ambito della mostra “Il tempo del Futurismo” stranezze su stranezze. Con un celebre bronzo di Boccioni che viene esposto ad intermittenza. Ne abbiamo parlato ancora con il prestatore Roberto Bilotti
A tre settimane dall’inaugurazione, la mostra sul Futurismo alla GNAMC di Roma, lungi dal trovare pace, continua a far discutere. E dopo le problematiche sorte intorno all’opera di Nanni Balestrini, la scultura più importante della mostra torna sotto i riflettori. Ebbene nell’arco di tre giorni, tra il 12 e il 14 dicembre, Forme Uniche della continuità nello spazio è stata rimossa e poi ricollocata. Per l’esattezza: giovedì 12 dicembre l’opera è stata rimossa. In sordina, senza alcuna dichiarazione ufficiale (ma come si fa?), sulla base di una decisione interna arbitraria del comitato organizzativo. Per poi ricomparire, misteriosamente, come se nulla fosse sabato 14 dicembre.
La parola al prestatore del bronzo di Boccioni Roberto Bilotti
Per cercare di fare chiarezza, impossibilitati dall’avere alcuna risposta dalla direzione della Galleria che si rifiuta di replicare alle nostre domande (ma come si fa?), abbiamo parlato con Roberto Bilotti il prestatore della scultura. “Forme Uniche è l’opera che forse più di tutte incarna lo spirito della mostra Il Tempo del Futurismo” ha esordito. “Nella misura in cui esprime il sentimento di quel periodo; lo spirito di innovazione e l’idealizzazione della velocità meccanica-industriale. In altre parole,” ha continuato, “tra le auto d’epoca, gli aerei, le radio, incarna proprio il rapporto tra arte, scienza e tecnologia: la macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina. Rappresenta gli obiettivi artistici, iconoclastici e rivoluzionari, dei futuristi; la deformazione di un corpo antropomorfo; l’uomo-macchina lanciato alla conquista del futuro, in una traiettoria semplificata in forma unica delle variazioni del movimento”.
Per la scultura di Boccioni una collocazione efficace
“La scultura” ha osservato Bilotti, “è stata collocata in una posizione efficace, al termine del tunnel percettivo della galleria del tempo di Magister, seguendo le suggestioni psicologiche di energia e velocità nelle opere di Boccioni. La componente sonora che esalta il rombo dei motori, tra l’altro, evoca la reale causa della morte dell’artista. Deceduto a seguito di una violenta caduta dalla sua cavalla Vermiglia, che imbizzarrita a causa del fragore di un autocarro, lo sbalzò dall’arcione a cui però era rimasto drammaticamente ancorato a causa di un piede bloccato dentro una staffa. Inoltre” ha proseguito, “ho trovato molto pertinente la scomposizione in immagini del bronzo Bilotti proposta sulla parete esterna del tunnel, come sequenza cronofotografica con gli effetti del movimento e i ritmi lineari che attivano la forma in sintesi e simultaneità; la cui gamma visiva diviene costruzione dell’azione di continuità nello spazio” ha osservato il prestatore. “L’evoluzione delle immagini da ogni angolazione è completata dalla tridimensionalità del bronzo. Opera che i visitatori sono visibilmente curiosi di vedere dal vivo, dato che, rappresentata sulle monete da 20 centesimi, si tratta di un’immagine con cui convivono quotidianamente e che, molto probabilmente, hanno già incontrato in un museo all’estero durante un viaggio. E poco importa” ha aggiunto, “se deriva direttamente dal gesso o da un procedimento più complesso. Quello che conta è l’opera. È un vero peccato che tutto questo patrimonio di conoscenza e queste possibilità di esperienze vengano messe in discussione a causa di una parola, o meglio, di una traduzione dal francese sbagliata, contraria al vocabolario. Devo dire che è un avvenimento davvero incomprensibile”.
Le amare considerazioni di Roberto Bilotti
“Ho scritto un’articolata analisi, forse troppo lunga per essere letta”. Ha spiegato Bilotti, “Tuttavia, dato che il curatore, nonostante l’entità della questione, in una settimana non ha avuto il tempo di ricevermi e la mail inviata il 2 dicembre al Comitato organizzativo, composto da: direttrice, direttore musei, curatore, è rimasta inascoltata; ho pensato di scrivere una lettera ripercorrendo dettagliatamente ogni passaggio della vicenda; citando documenti e riferimenti a pubblicazioni. Ho chiesto un incontro per trovare una soluzione basata su documenti e non potevo evitare di diffidare l’uso di una traduzione sbagliata che ridicolizza tutti. La risposta? L’abbiamo vista. È stata la rimozione il 12 dicembre della scultura che ora pare ricomparsa ma, con questi chiari di luna, mi chiedo: sarà presente o no domani in mostra?”
Tentativi di conciliazione per l’esposizione dell’opera di Boccioni
“Vista la complessità della genesi delle traduzioni in bronzo, sia di Forme Uniche della continuità nello spazio, che dell’altro bronzo esposto: Sviluppo di una bottiglia nello spazio che, come precedentemente chiarito, è andata distrutta e ricostruita da Macro Bisi sulla base di foto e di pochi frammenti recuperati”, ha concluso “per un inquadramento puntuale e un’informazione completa sulla drammatica vicenda dell’opera plastica di Boccioni e di quanto esposto, avevo proposto un cartello esplicativo che ne schematizzasse le vicende. Ottenendo anche in questo caso come unica, triste risposta il silenzio. Come avevo precisato”, ha ribadito il prestatore, “in mostra vengono utilizzati dei parametri diversi che non rispecchiano la reale derivazione dei due bronzi e non ne chiariscono i relativi profili autorizzativi. La mancanza di trasparenza; la chiusura al confronto: ‘o così o niente’ anche a fronte di una documentazione amministrativa, tecnica e scientifica ineccepibile. Infine, l’invito al ritiro come unica risposta, mi lasciano davvero interdetto perché si tratta di una situazione ingiusta, ai limiti dell’assurdo”. Nonostante tutto Roberto Bilotti si dice ancora ben disposto verso una possibile conciliazione per la corretta esposizione dell’opera, anche e soprattutto per non privare i visitatori della mostra di un pezzo così importante. Ma in una mostra nata per motivi di ideologia da bar (da parte di un ministro che voleva “riabilitare” da destra i futuristi senza sapere che erano stati decenni prima già del tutto riabilitati perfino da sinistra), davvero è credibile che a qualcuno interessi il rispetto dei visitatori?
Ludovica Palmieri
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