L’ultima mostra da Peres Projects a Milano (che poi chiude)
Dopo neanche tre anni a Palazzo Belgioioso, la sede milanese della galleria si prepara a fare le valigie. In attesa di scoprire dove riaprirà godiamoci l’ultima mostra che vede protagonista l’artista cubano Dalton Gata
Dressed to leave this world: vestiti come se fosse l’ultimo giorno prima di dover lasciare per sempre il mondo in cui si è vissuto. Un tema, quello del titolo della mostra dell’artista cubano Dalton Gata (Cuba, 1977), che sembra scelto apposta per questo momento “storico” della galleria che la ospita. La sede milanese di Peres Projects, infatti, si prepara a chiudere i battenti dell’affascinante spazio dentro Palazzo Belgioioso, a un passo da Casa Manzoni, per riaprire – dove e quando – non si sa ancora con certezza. Dai pochi cenni raccolti, sarà una nuova avventura, magari in un luogo più neutro, meno storico, con meno personalità rispetto alle sale storiche dai soffitti stuccati settecenteschi. Un contesto importante, quest’ultimo, con cui ogni mostra ha giocato sui contrasti e sulle armonie di colori. Così avviene anche in questo caso, con le opere di Dalton Gata, che offrono al pubblico un’ultima (è proprio il caso di dirlo) visione dalla sgargiante ricchezza cromatica.
Dalton Gata per la terza volta in mostra da Peres Projects
La scelta conclusiva di questo capitolo di storia di Peres Projects è caduta su un’artista che è già stato proposto in passato dalla galleria. La mostra milanese è infatti la terza collaborazione con Dalton Gata, artista cubano che porta nelle sue opere l’atmosfera che si respira sulle coste sudamericane. Natura selvaggia, fiori e frutti dai colori brillanti: emblemi del desiderio di espressione e libertà, contro le imposizioni e le repressioni che hanno segnato il passato del suo Paese. Un surrealismo onirico, riletto in chiave contemporanea, che lascia la natura emergere e rompere i confini, sfociando in spettacolari composizioni floreali e cromatiche.
Gli abiti dell’ultimo giorno nella mostra di Dalton Gata da Peres Projects a Milano
Cosa indossare sapendo che questo sarà l’ultimo giorno della propria vita? È questa la domanda che si sono posti i protagonisti delle opere di Dalton Gata, colti nei loro tripudi di colore e combinazioni di fiori e accessori surreali e fuori dalle regole. Tutto è ammesso, ciascuno è libero di esprimersi per quello che è davvero, senza timore di vincoli né pregiudizi. Le convenzioni sociali sono lasciate alle spalle in queste figure vestite con cura, come per un rito di transizione. Gli indumenti, intessuti di identità personale e collettiva dal sapore indigeno, assumono il duplice ruolo di armatura ed espressione. Armatura contro i pregiudizi sociali ed espressione del proprio io prima, forse, mai venuto alla luce.
Le opere di Dalton Gata in mostra da Peres Projects
Tutto è permesso nell’ultimo giorno, nonché nell’ultima mostra qui. Il surreale è la regola in ogni opera esposta nella cornice di Palazzo Belgioioso. Pare di essere davanti a una processione: un rito – non esattamente funebre, visti i colori e i soggetti – che segna il passaggio verso un nuovo inizio. Le danze si aprono con una prima figura dalla pelle di un bruno intenso, che ha “scelto” un semplice fiore giallo da posarsi sul capo. Ne traspare un’indole pura, essenziale, scevra da affettazioni superflue. Diversa è l’opinione che ci si fa degli altri protagonisti. Come del giovane che ha deciso di indossare un’elaboratissima corona di fiori e frutti tropicali: pare esprimere lo spirito della terra, Cuba, con la sua natura ricca e generosa. Seguono gli altri, i più assurdi, in cui si oltrepassano i confini dell’umano, sfociando in ibridazioni antropomorfe. Un centauro, un demonio con la coda di topo… si libera l’indole di chi, l’ultimo giorno di vita, si sente libero di essere chiunque e qualunque cosa.
Emma Sedini
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